Regione, ecco quanto guadagnano i consiglieri
Bosco stacca tutti, Verini e Di Stefano benestanti, poveri Tagliente e Cesarone
La metà dei consiglieri ha guadagnato oltre cento mila euro l’anno
L’AQUILA. E’ una donna la più ricca dell’Assemblea regionale. Antonella Bosco del Pd, avvocato, è in testa alla classifica con una dichiarazione dei redditi 2007 (relativa all’anno 2006) di 277mila 698 euro. «Questo tipo di competizione non mi interessa» ha detto la Bosco, «ma questo risultato è una prova che le donne possono avere spazi sia istituzionali che professionali, oltre che gratificazioni di tipo economico». Il più povero è Giuseppe Tagliente, anche lui avvocato di Forza Italia, che ha dichiarato 73mila 642 euro. Tra i ricchi c’è Fabrizio Di Stefano, farmacista ex consigliere regionale, ora senatore, con oltre 230 mila euro.
Di Stefano, nonostante un aumento del suo reddito imponibile di 15mila euro, scivola dalla prima alla terza posizione. La medaglia d’argento va invece ad Antonio Verini, ex dirigente scolastico, con i suoi 262mila 939 euro. Verini, che era sesto nel 2005, oggi è diventato secondo.
L’ultimo della lista è Giuseppe Tagliente con 73mila 642 euro dichiarati, tra i «poveri» anche l’ex consigliere regionale Camillo Cesarone, che all’epoca della dichiarazione dei redditi non era ancora finito nelle maglie dell’inchiesta sulle presunte tangenti nella sanità. Cesarone nel 2007 ha dichiarato 78mila 285 euro, al netto degli oneri deducibili (circa 26mila euro).
Ancora nella parte «umile» della classifica troviamo Benigno D’Orazio (Pdl) e Stefania Misticoni (Pd), rispettivamente 80mila 478 euro e 81mila 174, a conferma che la «povertà» è trasversale. Ma se D’Orazio ha dichiarato quasi 17mila euro in meno dell’anno precedente, la ex segretaria diessina è uscita dal «baratro» dell’ultimo posto in classifica che si era guadagnata con i suoi 76mila euro dichiarati nel 2006.
Tra gli under 100mila anche Gianni Melilla (83mila euro), Claudio Di Bartolomeo (91mila euro), Bruno Di Paolo (90mila euro), Alfonso Mascitelli (85mila), Marco Verticelli (96mila), e poi Giorgio De Matteis e Vito Domenici, anche se di un soffio. Entrambi hanno dichiarato infatti poco più di 99mila euro.
Risalendo la classifica incontriamo le cifre relative a Maurizio Teodoro (120mila 149 euro), a Donato Di Matteo (135mila) e al presidente del Consiglio regionale, Marino Roselli, che dichiara poco più dell’anno prima: 137mila euro contro 114mila. Sulla stessa somma si muove Tommaso Ginoble, con 138mila 200 euro. La denuncia dei redditi dell’ex presidente della Regione, Ottaviano Del Turco, anche lui coinvolto nell’inchiesta di sanitopoli ed ora con l’obbligo di dimora a Roma, non è tra le più alte. La sua dichiarazione è di 153mila 361 euro, un poco meno rispetto all’anno prima, in cui dichiarava 177mila euro e si aggiudicava il terzo posto.
Poi si sale a vette più alte e troviamo Bruno Evangelista, con 161mila 802 euro, Mario Amicone, con 178mila 412 euro e l’ex governatore della Regione Giovanni Pace (An) con 211mila 258 euro.
Pace interrompe la caduta libera che lo ha visto precipitare negli scorsi due anni dal secondo al quinto posto. Il 2006 gli regala infatti un quarto posto.
Con questi stipendi non è difficile arrivare a cifre del genere: i presidenti hanno una indennità di 11mila 579 euro al mese; gli assessori di 10mila 421 euro; i consiglieri percepiscono «solo» 8mila euro più i gettoni di presenza. In molti sono quelli che hanno dichiarato di non avere avuto nessuna variazione di patrimonio e che si aggirano sui 100mila euro, cifra più cifra meno. Enrico Paolini, presidente vicario della Regione, è sui 118mila euro, Camillo D’Alessandro è a 100mila tondi, 109mila per Giovanni D’Amico, mentre Nazario Pagano sta sui 106mila. Più bassa la dichiarazione di Paolo Tancredi che sta sugli 87mila euro. Nella sua denuncia dei redditi si legge anche che ha ricevuto in donazione nel 2006 la metà di un immobile a Roma e due appartamenti a Teramo. Ma quella di case, ville e terreni di proprietà è ancora un’altra storia.
Di Stefano, nonostante un aumento del suo reddito imponibile di 15mila euro, scivola dalla prima alla terza posizione. La medaglia d’argento va invece ad Antonio Verini, ex dirigente scolastico, con i suoi 262mila 939 euro. Verini, che era sesto nel 2005, oggi è diventato secondo.
L’ultimo della lista è Giuseppe Tagliente con 73mila 642 euro dichiarati, tra i «poveri» anche l’ex consigliere regionale Camillo Cesarone, che all’epoca della dichiarazione dei redditi non era ancora finito nelle maglie dell’inchiesta sulle presunte tangenti nella sanità. Cesarone nel 2007 ha dichiarato 78mila 285 euro, al netto degli oneri deducibili (circa 26mila euro).
Ancora nella parte «umile» della classifica troviamo Benigno D’Orazio (Pdl) e Stefania Misticoni (Pd), rispettivamente 80mila 478 euro e 81mila 174, a conferma che la «povertà» è trasversale. Ma se D’Orazio ha dichiarato quasi 17mila euro in meno dell’anno precedente, la ex segretaria diessina è uscita dal «baratro» dell’ultimo posto in classifica che si era guadagnata con i suoi 76mila euro dichiarati nel 2006.
Tra gli under 100mila anche Gianni Melilla (83mila euro), Claudio Di Bartolomeo (91mila euro), Bruno Di Paolo (90mila euro), Alfonso Mascitelli (85mila), Marco Verticelli (96mila), e poi Giorgio De Matteis e Vito Domenici, anche se di un soffio. Entrambi hanno dichiarato infatti poco più di 99mila euro.
Risalendo la classifica incontriamo le cifre relative a Maurizio Teodoro (120mila 149 euro), a Donato Di Matteo (135mila) e al presidente del Consiglio regionale, Marino Roselli, che dichiara poco più dell’anno prima: 137mila euro contro 114mila. Sulla stessa somma si muove Tommaso Ginoble, con 138mila 200 euro. La denuncia dei redditi dell’ex presidente della Regione, Ottaviano Del Turco, anche lui coinvolto nell’inchiesta di sanitopoli ed ora con l’obbligo di dimora a Roma, non è tra le più alte. La sua dichiarazione è di 153mila 361 euro, un poco meno rispetto all’anno prima, in cui dichiarava 177mila euro e si aggiudicava il terzo posto.
Poi si sale a vette più alte e troviamo Bruno Evangelista, con 161mila 802 euro, Mario Amicone, con 178mila 412 euro e l’ex governatore della Regione Giovanni Pace (An) con 211mila 258 euro.
Pace interrompe la caduta libera che lo ha visto precipitare negli scorsi due anni dal secondo al quinto posto. Il 2006 gli regala infatti un quarto posto.
Con questi stipendi non è difficile arrivare a cifre del genere: i presidenti hanno una indennità di 11mila 579 euro al mese; gli assessori di 10mila 421 euro; i consiglieri percepiscono «solo» 8mila euro più i gettoni di presenza. In molti sono quelli che hanno dichiarato di non avere avuto nessuna variazione di patrimonio e che si aggirano sui 100mila euro, cifra più cifra meno. Enrico Paolini, presidente vicario della Regione, è sui 118mila euro, Camillo D’Alessandro è a 100mila tondi, 109mila per Giovanni D’Amico, mentre Nazario Pagano sta sui 106mila. Più bassa la dichiarazione di Paolo Tancredi che sta sugli 87mila euro. Nella sua denuncia dei redditi si legge anche che ha ricevuto in donazione nel 2006 la metà di un immobile a Roma e due appartamenti a Teramo. Ma quella di case, ville e terreni di proprietà è ancora un’altra storia.