Regione: sarà più semplice investire

La nuova legge: un Contratto per lo sviluppo e riduzione della burocrazia

PESCARA. La sigla è Csl e sta per Contratto di sviluppo locale. E' una delle innovazioni - che recepisce un'indicazione nazionale - contenuta nella bozza di legge regionale per lo sviluppo industriale inviata venerdì scorso al tavolo del Patto per l'Abruzzo di cui il Centro ha anticipato alcuni stralci. Il documento - messo a punto dall'assessorato allo Sviluppo economico - fa del Csl uno dei perni dell'azione cher la Regione vuole mettere in campo per rilanciare la politica industriale (e la crescita) dell'Abruzzo.

Che cos'è il Csl?

La Regione, si legge all'articolo 13 della legge, «promuove sul proprio territorio regionale iniziative di localizzazione, ampliamento e ammodernamento di unità industriali e turistiche, attraverso l utilizzo di Contratti di sviluppo locali. Il Csl ha ad oggetto la realizzazione, su iniziativa di una o più imprese di un programma di sviluppo rientrante in una delle due fattispecie previste», che sono il «programma di sviluppo industriale», e il «programma di sviluppo turistico».

«L'importo complessivo», spiega la bozza di legge, «delle spese ammissibili degli investimenti oggetto del contratto di sviluppo, non deve essere inferiore a: 8 milioni di euro, con riferimento ai programmi di sviluppo industriale; 5 milioni di euro, con riferimento ai programmi di sviluppo turistico».

Le agevolazioni possono essere concesse per progetti d'investimento che hanno questi obiettivi di sviluppo: «la realizzazione di nuove unità produttive; l'ampliamento di unità produttive esistenti; la diversificazione della produzione di un'unita' produttiva in nuovi prodotti aggiuntivi; il cambiamento fondamentale del processo di produzione complessivo di un'unità produttiva esistente».

Le spese ammissibili, secondo il documento, debbono riferirsi all'acquisto e alla costruzione di immobilizzazioni nella misura necessaria alle finalità del progetto oggetto della richiesta di agevolazioni. E le spese devono riguardare: «Suolo aziendale e sue sistemazioni; le spese relative all'acquisto del suolo aziendale sono ammesse nel limite del 10% dell'investimento complessivo ammissibile del progetto; opere murarie e assimilate; infrastrutture specifiche aziendali; macchinari, impianti ed attrezzature varie, nuovi di fabbrica; programmi informatici commisurati alle esigenze produttive e gestionali dell'impresa, brevetti, licenze, know-how e conoscenze tecniche non brevettate concernenti nuove tecnologie di prodotti e processi produttivi, per la parte in cui sono utilizzati per l'attività svolta nell'unità produttiva interessata dal progetto; per le grandi imprese, tali spese sono ammissibili solo fino al 50% dell'investimento complessivo ammissibile.

C'è anche un altro acronimo importante, nelle 12 pagine della bozza di legge, il Crp che sta per Contratto di riqualificazione produttiva, e vuole essere, nelle intenzioni del legislatore, uno strumento di semplificazione burocratica. In sostanza si tratta di un accordo tra Regione, autonomie locali, imprese singole o associate, rappresentanti di imprenditori e sindacati, e «ogni altro soggetto pubblico» che si propone un obiettivo: realizzare «progetti di recupero e riattivazione di realtà industriali che abbiano un significativo impatto occupazionale e coerenti con la politica industriale regionale».

Il Crp - che viene approvato con decreto del presidente della Regione - vale come una «dichiarazione di pubblica utilità, indifferibilità e urgenza» per le opere in esso previste e determina le eventuali variazioni degli strumenti urbanistici.

Dove sta la semplificazione? «Con l'approvazione del Crp», si legge nella bozza, «si intendono acquisiti i pareri, gli assensi, le intese, i nulla osta, le autorizzazioni e le concessioni necessarie da rendersi o da concedersi eventualmente da parte delle amministrazioni e dai soggetti pubblici sottoscrittori».

Sempre in materia di semplificazione delle procedure e coordinamento delle informazioni, nella bozza, c'è un'altra novità che potrebbe essere importante. E' l'istituzione di un Osservatorio regionale sullo sviluppo industriale e della ricerca e innovazione tecnologica.

L'Osservatorio si propone di «favorire la partecipazione alla definizione delle priorità di intervento di tutti i soggetti interessati allo sviluppo del sistema produttivo e della ricerca e innovazione e, in particolare, delle imprese e dei gestori dei servizi di pubblica utilità». L'Osservatorio dovrebbe operare per il tramite di Abruzzo sviluppo. Per fare cosa?

Per promuovere la circolazione e lla diffusione delle informazioni e dei dati; per predisporre «strumenti di informazione, consultazione e partecipazione»; e per migliorare la raccolta, l'elaborazione, la gestione e «georeferenziazione» delle informazioni relative «all'attuazione degli strumenti economico-finanziari a sostegno dello sviluppo del settore industriale e della ricerca scientifica e dell'innovazione».

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