IL VOTO PD
Renzi sbanca, Orlando prende L’Aquila e Francavilla con Emiliano
Vittoria dell’ex premier nel voto dei circoli abruzzesi (63%). Alle urne quasi 6mila iscritti. Rapino: voglia di partecipare
PESCARA. «In questa prima fase delle primarie, come Partito Democratico in Abruzzo, i nostri iscritti hanno confermato il loro senso di comunità e la loro voglia di partecipare», lo ha affermato Marco Rapino, segretario Pd Abruzzo dopo l’esito delle primarie dei circoli - ha votato il 60% degli iscritti - che hanno visto Matteo Renzi al primo posto con il 63,50% dei voti. Segue Andrea Orlando con il 23,54% e Michele Emiliano con il 12,94%. «Sono molto soddisfatto del risultato raggiunto da Matteo Renzi. Un ottimo risultato che consolida Renzi su tutto il nostro territorio regionale. Questa è stata solo la prima fase, da oggi lavoriamo per l'appuntamento del 30 aprile». Ma vediamo come sono andate le votazioni nelle province. Nel Teramano poco meno della metà degli iscritti (il 48,44%) sono andati alle urne, una percentuale ben al di sotto della media regionale.
I dati peggiori riferiti all’affluenza sono stati registrati in due dei quattro circoli del capoluogo. In quasi tutti i circoli della provincia l'ex premier ha prevalso sugli avversari. Orlando l'ha spuntata in sei sezioni tra cui Alba Adriatica, Teramo-Villa Vomano, Mosciano, Teramo-San Nicolò e Nereto. C'è stato anche un pareggio con Renzi a Martinsicuro. Qualche lampo, nonostante l’abissale distacco, anche per Emiliano. Il governatore della Puglia ha incassato il 41,94% a Giulianova paese e un clamoroso 79,49% a Montorio, dove però a 60 iscritti in rotta con il direttivo locale non è stato consentito il voto.
A Chieti affluenza al 60% e vittoria scontata per Renzi (62%). Ma Andrea Orlando si impone nei circoli di Castelfrentano, Gessopalena, Lentella, Palmoli, San Vito Chietino.
Trionfo di Emiliano al circolo del Partito Democratico di Francavilla. Era la mozione portata avanti dal sindaco Antonio Luciani e, secondo i dati della segreteria del circolo che fa capo a Monica Di Battista, deriva da un'altissima affluenza tra gli iscritti. Su 113 componenti, infatti, si sono recati all'assemblea in 104. Di questi, 48 hanno votato Emiliano, 46 Matteo Renzi e 9 Andrea Orlando. Soddisfatto il sindaco Luciani, che nelle scorse settimane ha battuto i circoli per sostenere la mozione del presidente della Regione Puglia: «Sono contento del risultato di Michele Emiliano a Francavilla. Altrettanto ottimo quello riportato in provincia di Chieti, dove ci siamo attestati sul 16 per cento, e in provincia di Pescara dove addirittura abbiamo sfiorato il 25 per cento, percentuali ben più alte della media nazionale. Ritengo che questa sia che avrà un secondo tempo, il 30 aprile quando saranno chiamati a votare tutti i cittadini. In quell'occasione mi aspetto un successo di Michele Emiliano». Buon risultato per il magistrato anche a Spoltore, dove lo hanno votato in 23 contro i 13 di Renzi e i 4 di Orlando. A Cepagatti, invece, ha vinto Orlando con 21 voti, superando Renzi che ne ha presi 8.
In provincia dell'Aquila su 1.845 iscritti hanno votato in 1.187, oltre il 50 per cento. Renzi (752 voti) vince nettamente su Orlando (secondo con 408 preferenze) _ che però la spunta nel capoluogo. Emiliano porta a casa solo 22 voti.
L'ex premier si afferma un po' ovunque con qualche significativa eccezione. Renzi ha vinto ad Avezzano (108 voti su 125), Pratola Peligna (51 su 67), Sulmona (150 su 160) e Tagliacozzo (43 su 47) e in tanti altri piccoli comuni, mentre Orlando ha portato a casa la vittoria importante dell’Aquila (119 voti su 178 votanti) e di alcuni altri circoli come Luco dei Marsi (33 su 62). Testa a testa a Celano dove l’ha spuntata il ministro con 23 voti contro i 21 dell’ex premier. Emiliano ha superato Orlando solo a Sulmona con un 6 a 4, ma a vincere è stato Renzi.
Un commento sull’andamento in Italia arriva dal leader di Articolo Uno-Mdp, Roberto Speranza: «Rispetto il percorso democratico e i tanti che stanno andando a votare, mi pare chiaro che emerga con sempre più chiarezza che il Pd è diventato il Pdr (Partito di Renzi), questa trasformazione è ormai compiuta in modo definitivo. E questo significa che c'è una responsabilità enorme per chi vuole costruire un'alternativa di centrosinistra, alternativa che va costruita al di fuori del Pd».