Riabilitazione per i disabili, stangata sui malati
Ticket da 30 a 90 euro al giorno per la riabilitazione. Abruzzo, dal 1º dicembre scatta la nuova tassa voluta dal commissario di governo. I tecnici del ministero: la Regione non applica una legge del 2007 La nuova tassa dal primo dicembre
PESCARA. Stangata per i cittadini che hanno bisogno di cure riabilitative. Gino Redigolo commissario di Governo, ha firmato una delibera che impone ai pazienti con handicap un ticket del 30% per prestazioni riabilitative che costano alla Regione dai 100 ai 300 euro al giorno.
Il ticket è proporzionale ai costi delle tre fasce di riabilitazione: alta, media e bassa. A conti fatti la quota che il cittadino sarà tenuto a pagare alle Asl varia dai 30 ai 90 euro per ogni giorno di ricovero. Un batosta pesantissima. In particolare il ticket è rivolto a categorie svataggiate. Si tratta di malati con gravi handicap fisici, psichici e sensoriali, che hanno neecessità di prestazioni riabilitative in forma residenziale o semi residenziale. Il nuovo ticket dovrebbe scattare dal primo dicembre.
La notizia ieri ha mandato in tilt la giunta regionale. «Prenderemo in esame la determina del Commissario», fa presente Nicoletta Verì, presidente della Commissione sanità, «ma una applicazione cosi onerosa rischia di creare molti problemi a quelle fasce di assistiti già in difficoltà sia fisica che economica. Il paziente sarà tenuto a pagare il 30% della spesa riabilitativa per ciascun giorno di ricovero. E’ bene ribadire che si tratta di una decisione non presa dalla Regione».
La decisione del Commissario arriva dopo un incontro tenuto a Roma con i tecnici del tavolo di monitoraggio del piano di rientro. In sostanza i funzionari del Lea (Livelli di assistenza) che tengono sotto controllo i conti dell’Abruzzo e che pongono paletti severi alle spese sanitarie hanno fatto presente che la Regione Abruzzo dal 2007 non applica una legge nazionale che prevede una compartecipazione sotto forma di ticket per le prestazioni riabilitative quando sono fatte in regime di ricovero. Redigolo ha preso atto della indicazione dei tecnici, è tornato in Abruzzo, per mettere mano alla delibera e approvarla. Al Commissario non sono state lasciate molte possibilità alternative. Da Roma hanno sottolineato i tecnici che tutte le altre Regioni hanno applicato il ticket sulla riabilitazione e, senza questa delibera, l’Abruzzo avrebbe rischiato di non prendere il fondo nazionale aggiuntivo previsto per quelle Regioni che hanno le casse della sanità in profondo rosso. Si tratta del cosidetto «fondino di accompagnamento» che per la Regione Abruzzo equivale a circa 40 milioni di euro. La decisione del Commissario Redigolo è rimbazata ieri durante la riunione della giunta regionale ed è stata una notizia che ha suscitato non pochi dubbi e perplessità.
In primo luogo la giunta regionale di centrodestra dovrà affrontare non pochi problemi e critiche. Per riequilibrare i conti la giunta si è già impegnata a tagliare i piccoli ospedali riorganizzandoli e andando così incontro alle proteste dei sindaci che non vogliono rinunciare a presidi ospedalieri che sono diventati punti di riferimento socio sanitari.
I cittadini abruzzesi pagano già ticket sui farmaci: fino a quattro euro per ricetta e sulle visite specialistiche. La legge che tassa i servizi di riabilitazione ha anche una alternativa. Nel caso che il cittadino non può far fronte al pagamento allora devono intervenire i Comuni con un piano di assistenza sociale. Ma, anche in questo caso, le casse delle amministrazioni municipali sono in rosso soprattutto nei 205 piccoli centri abruzzesi che annaspano tra bilanci in deficit e tagli ai servizi sociali.
Il ticket è proporzionale ai costi delle tre fasce di riabilitazione: alta, media e bassa. A conti fatti la quota che il cittadino sarà tenuto a pagare alle Asl varia dai 30 ai 90 euro per ogni giorno di ricovero. Un batosta pesantissima. In particolare il ticket è rivolto a categorie svataggiate. Si tratta di malati con gravi handicap fisici, psichici e sensoriali, che hanno neecessità di prestazioni riabilitative in forma residenziale o semi residenziale. Il nuovo ticket dovrebbe scattare dal primo dicembre.
La notizia ieri ha mandato in tilt la giunta regionale. «Prenderemo in esame la determina del Commissario», fa presente Nicoletta Verì, presidente della Commissione sanità, «ma una applicazione cosi onerosa rischia di creare molti problemi a quelle fasce di assistiti già in difficoltà sia fisica che economica. Il paziente sarà tenuto a pagare il 30% della spesa riabilitativa per ciascun giorno di ricovero. E’ bene ribadire che si tratta di una decisione non presa dalla Regione».
La decisione del Commissario arriva dopo un incontro tenuto a Roma con i tecnici del tavolo di monitoraggio del piano di rientro. In sostanza i funzionari del Lea (Livelli di assistenza) che tengono sotto controllo i conti dell’Abruzzo e che pongono paletti severi alle spese sanitarie hanno fatto presente che la Regione Abruzzo dal 2007 non applica una legge nazionale che prevede una compartecipazione sotto forma di ticket per le prestazioni riabilitative quando sono fatte in regime di ricovero. Redigolo ha preso atto della indicazione dei tecnici, è tornato in Abruzzo, per mettere mano alla delibera e approvarla. Al Commissario non sono state lasciate molte possibilità alternative. Da Roma hanno sottolineato i tecnici che tutte le altre Regioni hanno applicato il ticket sulla riabilitazione e, senza questa delibera, l’Abruzzo avrebbe rischiato di non prendere il fondo nazionale aggiuntivo previsto per quelle Regioni che hanno le casse della sanità in profondo rosso. Si tratta del cosidetto «fondino di accompagnamento» che per la Regione Abruzzo equivale a circa 40 milioni di euro. La decisione del Commissario Redigolo è rimbazata ieri durante la riunione della giunta regionale ed è stata una notizia che ha suscitato non pochi dubbi e perplessità.
In primo luogo la giunta regionale di centrodestra dovrà affrontare non pochi problemi e critiche. Per riequilibrare i conti la giunta si è già impegnata a tagliare i piccoli ospedali riorganizzandoli e andando così incontro alle proteste dei sindaci che non vogliono rinunciare a presidi ospedalieri che sono diventati punti di riferimento socio sanitari.
I cittadini abruzzesi pagano già ticket sui farmaci: fino a quattro euro per ricetta e sulle visite specialistiche. La legge che tassa i servizi di riabilitazione ha anche una alternativa. Nel caso che il cittadino non può far fronte al pagamento allora devono intervenire i Comuni con un piano di assistenza sociale. Ma, anche in questo caso, le casse delle amministrazioni municipali sono in rosso soprattutto nei 205 piccoli centri abruzzesi che annaspano tra bilanci in deficit e tagli ai servizi sociali.