Riesame, Del Turco chiede di tornare libero
I pm del pool che stanno indagando sullo scandalo sanità che ha portato
all'arresto di Ottaviano Del Turco (nella foto), il suo segretario Lamberto Quarta e
altri esponenti politici della giunta abruzzese, hanno chiesto al gip di
archiviare la posizione di sei assessori della giunta. Franco Caramanico
all'epoca dei fatti assessore all'ambiente, Giovanni D'Amico, attuale
assessore al bilancio, Marco Verticelli, assessore all'agricoltura, Fernando
Fabiani (lavoro), Mohmoud Srour (Lavori pubblici) e l'allora assessore
Tommaso Ginoble per la procura che indaga sullo scandalo, non c'entrano con
la maxi inchiesta sulla sanità
PESCARA. Del Turco, Quarta, Masciarelli e gli altri indagati eccellenti della Sanitopoli abruzzese ora sperano nel tribunale del Riesame dell’Aquila per ottenere la libertà. Sono scaduti ieri i termini per presentare le istanze di appello contro l’ordinanza con cui il 19 settembre il gip ha detto no alla libertà. Tutti gli avvocati le hanno depositate. Il tribunale decide entro venti giorni dalla ricezione degli atti.
Sono sette gli indagati che si trovano ancora agli arresti domiciliari nell’ambito dell’inchiesta su presunte tangenti legate al mondo della sanità privata. Ad accusarli ci sono le dichiarazioni di Vincenzo Angelini, il titolare della casa di cura privata Villa Pini, il quale si è autoaccusato di aver pagato tangenti ai politici di centrodestra e di centrosinistra per un totale di 15 milioni di euro.
Sono ai domiciliari Ottaviano Del Turco, Camillo Cesarone, Antonio Boschetti, Lamberto Quarta, Giancarlo Masciarelli, Luigi Conga e Vito Domenici. I loro avvocati difensori, Giuliano e Roberto Milia (che assistono Del Turco, Quarta e Masciarelli), Giovanni Cerella (per Boschetti), Marco Femminella (per Cesarone), Barbara D’Angelosante (per Conga) e Francesco Carli (per Domenici) attendono ora di conoscere la data in cui verrà fissata la discussione dell’appello.
Con ogni probabilità il pronunciamento del Riesame avverrà entro i primi quindici giorni del mese di ottobre. I legali hanno impugnato le singole ordinanze con le quali il gip Maria Michela Di Fine, lo scorso 19 settembre, ha respinto le istanze di revoca della misura cautelare degli arresti domiciliari a carico dei loro assistiti. Nelle istanze i legali evidenziano, tra le altre cose, il cessato pericolo di recidiva specifica dei reati contestati, specialmente alla luce delle dimissioni dalle cariche pubbliche degli amministratori coinvolti.
Il tribunale del Riesame dell’Aquila ha già detto no alla libertà prima di Domenici (il 29 luglio) e poi di Masciarelli (il 18 agosto). Intanto, prosegue senza sosta l’attività della Procura di Pescara che ha chiesto già la prima delle tre proroghe previste nella fase delle indagini preliminari. La prima proroga ottenuta scade a metà febbraio 2009.
Sono sette gli indagati che si trovano ancora agli arresti domiciliari nell’ambito dell’inchiesta su presunte tangenti legate al mondo della sanità privata. Ad accusarli ci sono le dichiarazioni di Vincenzo Angelini, il titolare della casa di cura privata Villa Pini, il quale si è autoaccusato di aver pagato tangenti ai politici di centrodestra e di centrosinistra per un totale di 15 milioni di euro.
Sono ai domiciliari Ottaviano Del Turco, Camillo Cesarone, Antonio Boschetti, Lamberto Quarta, Giancarlo Masciarelli, Luigi Conga e Vito Domenici. I loro avvocati difensori, Giuliano e Roberto Milia (che assistono Del Turco, Quarta e Masciarelli), Giovanni Cerella (per Boschetti), Marco Femminella (per Cesarone), Barbara D’Angelosante (per Conga) e Francesco Carli (per Domenici) attendono ora di conoscere la data in cui verrà fissata la discussione dell’appello.
Con ogni probabilità il pronunciamento del Riesame avverrà entro i primi quindici giorni del mese di ottobre. I legali hanno impugnato le singole ordinanze con le quali il gip Maria Michela Di Fine, lo scorso 19 settembre, ha respinto le istanze di revoca della misura cautelare degli arresti domiciliari a carico dei loro assistiti. Nelle istanze i legali evidenziano, tra le altre cose, il cessato pericolo di recidiva specifica dei reati contestati, specialmente alla luce delle dimissioni dalle cariche pubbliche degli amministratori coinvolti.
Il tribunale del Riesame dell’Aquila ha già detto no alla libertà prima di Domenici (il 29 luglio) e poi di Masciarelli (il 18 agosto). Intanto, prosegue senza sosta l’attività della Procura di Pescara che ha chiesto già la prima delle tre proroghe previste nella fase delle indagini preliminari. La prima proroga ottenuta scade a metà febbraio 2009.