L’anziano, trasferito d’urgenza dall’Aquila, non sapeva dell’intervento. È in pericolo di vita
Rifiuta di farsi operare
I medici vanno dal pm ma la cura non si può imporre
TERAMO. Rischia di morire per un aneurisma all’aorta, ma rifiuta di farsi operare. Lui è un anziano aquilano di 86 anni sopravvissuto al terremoto e trasferito d’urgenza dal San Salvatore al Mazzini di Teramo proprio per l’intervento chirurgico.
Nessuno dei medici aquilani, però, lo avrebbe personalmente informato di questo. Così l’anziano, qualche istante prima l’ingresso in una sala operatoria del Mazzini e dopo aver appreso della necessità dell’operazione, ha detto no. L’uomo, cosciente, ha rifiutato l’intervento che potrebbe salvargli la vita, anche se a quell’età sono elevati anche i rischi legati all’operazione. «Ad 86 anni», ha detto ai medici, «non voglio operarmi. A questa età succeda quel che succeda». I chirurghi vascolari, dopo il rifiuto, si sono rivolti al sostituto procuratore di turno per chiedere il da farsi, ma in questo caso nessuno può imporre la cura. Dalla procura hanno risposto che si tratta di un rifiuto assolutamente legittimo dal punto di vista giuridico.
Le norme giuridiche, infatti, stabiliscono l’impossibilità di intervenire contro la volontà del paziente cosciente. In base all’articolo 32 della Costituzione il paziente può rifiutare o rinunciare ad un trattamento terapeutico, anche se si tratta di un trattamento considerato salvavita. Come in questo caso. Ora l’anziano, perfettamente in grado di intendere e volere, è ricoverato in chirurgia in attesa di morire visto che solo un intervento chirurgico potrebbe salvarlo.
Il caso dell’86enne è scoppiato giovedì sera, quando l’uomo è arrivato al Mazzini dall’ospedale dell’Aquila per essere operato a quell’aneurisma all’aorta che qualche giorno prima gli era stato diagnosticato dai medici del San Salvatore. Tutti sapevano dell’intervento tranne, secondo l’anziano, lo stesso paziente. Pare, infatti, che i medici dell’Aquila abbiano informato i parenti dell’anziano. Quando è stato il momento di prepararlo e portarlo in sala operatoria l’uomo ha rifiutato l’intervento chirurgico. Ai medici ha detto che ad 86 anni non si sarebbe mai fatto operare. Dopo vari tentativi per convincerlo, tutti andati a vuoto, i chirurghi vascolari hanno deciso di rivolgersi al magistrato di turno per chiedere quale comportamento seguire, vista la gravità del caso.
La risposta arrivata dalla procura è che quando il paziente è cosciente non si può imporre nessun tipo di cura o di intervento. Nemmeno i parenti sono riusciti a convincerlo a farsi operare. Così ora l’anziano, un agricoltore in pensione, attende la morte in un ospedale lontano da casa.
Nessuno dei medici aquilani, però, lo avrebbe personalmente informato di questo. Così l’anziano, qualche istante prima l’ingresso in una sala operatoria del Mazzini e dopo aver appreso della necessità dell’operazione, ha detto no. L’uomo, cosciente, ha rifiutato l’intervento che potrebbe salvargli la vita, anche se a quell’età sono elevati anche i rischi legati all’operazione. «Ad 86 anni», ha detto ai medici, «non voglio operarmi. A questa età succeda quel che succeda». I chirurghi vascolari, dopo il rifiuto, si sono rivolti al sostituto procuratore di turno per chiedere il da farsi, ma in questo caso nessuno può imporre la cura. Dalla procura hanno risposto che si tratta di un rifiuto assolutamente legittimo dal punto di vista giuridico.
Le norme giuridiche, infatti, stabiliscono l’impossibilità di intervenire contro la volontà del paziente cosciente. In base all’articolo 32 della Costituzione il paziente può rifiutare o rinunciare ad un trattamento terapeutico, anche se si tratta di un trattamento considerato salvavita. Come in questo caso. Ora l’anziano, perfettamente in grado di intendere e volere, è ricoverato in chirurgia in attesa di morire visto che solo un intervento chirurgico potrebbe salvarlo.
Il caso dell’86enne è scoppiato giovedì sera, quando l’uomo è arrivato al Mazzini dall’ospedale dell’Aquila per essere operato a quell’aneurisma all’aorta che qualche giorno prima gli era stato diagnosticato dai medici del San Salvatore. Tutti sapevano dell’intervento tranne, secondo l’anziano, lo stesso paziente. Pare, infatti, che i medici dell’Aquila abbiano informato i parenti dell’anziano. Quando è stato il momento di prepararlo e portarlo in sala operatoria l’uomo ha rifiutato l’intervento chirurgico. Ai medici ha detto che ad 86 anni non si sarebbe mai fatto operare. Dopo vari tentativi per convincerlo, tutti andati a vuoto, i chirurghi vascolari hanno deciso di rivolgersi al magistrato di turno per chiedere quale comportamento seguire, vista la gravità del caso.
La risposta arrivata dalla procura è che quando il paziente è cosciente non si può imporre nessun tipo di cura o di intervento. Nemmeno i parenti sono riusciti a convincerlo a farsi operare. Così ora l’anziano, un agricoltore in pensione, attende la morte in un ospedale lontano da casa.