Rifiuti, la Regione allarga 4 discariche

A Sulmona, Chieti e Cupello si aggiunge Cerratina. Chiodi: pronti a commissariare

PESCARA. «Commissarieremo i soggetti responsabili per la realizzazione della discarica di Grasciano, a Notaresco, nel caso in cui non dovessero rispettare il cronoprogramma elaborato insieme e poi sottoscritto». Il presidente della Regione, Gianni Chiodi, non esclude la possibilità di prendersi anche la gestione dei rifiuti dopo Sanità e Ricostruzione post-sisma. L'annuncio arriva nel corso della conferenza stampa organizzata per illustrare le misure adottate per scongiurare l'emergenza pescarese.

La giunta ha infatti approvato la delibera che prevede l'attivazione delle "riserve volumetriche" negli impianti di Sulmona, Civeta di Cupello, Chieti e Cerratina di Lanciano, per una capacità complessiva di 51.350 metri cubi, fino al 31 dicembre 2012. Rispetto a a quanto anticipato dal Centro, la misura coinvolge anche la discarica di Cerratina, a Lanciano, per la quale è previsto un ampliamento di 200 mila metri cubi.

IL PIANO-TAMPONE.
Assieme a Chiodi, per presentare il piano allestito al fine di far fronte alla chiusura della discarica di Colle Cese di Spoltore, nella sede della Regione a Pescara ci sono, fra gli altri, l'assessore alla Gestione dei rifiuti, Mauro Di Dalmazio, e il responsabile del Servizio rifiuti, Franco Gerardini. Un provvedimento-tampone, quello messo in campo dalla giunta, previsto dall'articolo 53 della legge 45 del 2007. «Il soggetto che realizza una discarica», recita la norma, «deve riservare alla Regione, ove occorra, una quota pari al 5% della volumetria complessiva autorizzata; la Regione può utilizzare la stessa per far fronte a provvedimenti contingibili ed urgenti».

«NESSUNA EMERGENZA».
Chiodi e Di Dalmazio, però, tagliano corto e tentano di mettere a tacere le polemiche: «Non esiste e non può esistere alcuna emergenza rifiuti nel Pescarese», sostengono malgrado la normativa sia esplicita. «Le riserve, tali da consentire di ospitare, fino alla fine dell'anno, la mole di rifiuti prodotta dall'ambito pescarese», sottolinea l'assessore, «sono a disposizione degli operatori, affinché trovino gli accordi per andare a conferire i rifiuti nelle discariche. Il consorzio di Sulmona e quello di Cupello», aggiunge Di Dalmazio, «hanno già dato formalmente la disponibilità ad accogliere il pattume proveniente da Pescara». La risposta di Cerratina (nei giorni scorsi aveva detto no) era vincolata alla richiesta di ampliamento.

La misura messa in campo dalla Regione è a tempo, nel senso che è valida fino alla fine dell'anno.

«In termini di programmazione regionale», spiega l'assessore, «nel periodo successivo, in attesa che si realizzi la discarica di servizio di Pescara, sarà Teramo il territorio che ospiterà i rifiuti dell'ambito pescarese, o nella discarica di Atri o in quella di Grasciano, impianto da circa 500 mila metri cubi del quale stiamo cercando di colmare i ritardi che ci sono stati con un cronoprogramma molto rigido, pena il commissariamento».

Oltre a quello di Grasciano, i soggetti responsabili della costruzione degli impianti, sottolinea Di Dalmazio, dovranno provvedere alla realizzazione delle discariche già autorizzare dalla Regione, come quelle di Atri (90 mila metri cubi) e Gioia dei Marsi (365 mila metri cubi).

TERMOVALORIZZATORI?
Chiodi e Di Dalmazio, infine, definiscono una "sciocchezza" la «presunta strategia della giunta finalizzata alla realizzazione di termovalorizzatori»: «La fase della valorizzazione energetica, sui cui noi abbiamo aperto un ampio dibattito con i territori, anche collaborando con il Cnr è una fase ineludibile ed essenziale in un ciclo virtuoso dei rifiuti». «Quale sarà la tecnologia migliore», concludono, «è un dibattito successivo, certamente le tecnologie sono quelle classiche della termovalorizzazione, ma ce ne sono anche altre che entreranno a pieno titolo nella programmazione e che dovranno tener conto di due cose: la massima redditività in termini di rifiuti e recupero energetico ed il minor impatto ambientale».

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