Rimpasto, si spacca il Pdl aquilano
Mannetti attacca Giuliante: «Non mi rappresenta». Chiodi media
PESCARA. Giunta regionale, dopo il rimpasto arrivano i mal di pancia. Acuto quello di Nicola Argirò, che si è visto passare davanti Luigi De Fanis (e ora annuncia una polemica conferenza stampa). Cronico quello di Carla Mannetti, avversaria storica di Gianfranco Giuliante, che parla a nome del circolo "Progetto L'Aquila per il Pdl" (ma esprime malumori diffusi nel partito anche per l'indicazione di Lanfranco Venturoni a capogruppo): «Rispetto la scelta effettuata dai vertici del mio partito anche se non ne comprendo le motivazioni politiche. Tuttavia come aquilana non mi sento rappresentata da questa nomina. Giuliante ha sempre avuto un modo di interpretare la politica che non mi appartiene».
Prova a spegnere le tensioni il presidente della giunta Gianni Chiodi: «Sarà il tempo a valutare l'operato dei nuovi assessori, per il cittadino l'importante è che la giunta lavori. Sapevo che per la Mannetti non era una scelta felice, ma la classe politica è da guardare nel medio termine».
Dai banchi del consiglio regionale Giuliante invita la Mannetti a «evitare cadute di stile» ed elenca le centinaia di messaggi di congratulazioni che gli sono arrivati, ma anche la telefonata del sindaco dell'Aquila Massimo Cialente: «E' stata la prima telefonata ricevuta. Mi ha invitato a un incontro per fare sinergia. Sono questi i segnali da cogliere, perché ritengo che in un momento così difficile per la città occorre coalizzare le forze». Un'adesione piena alla nomina arriva da Roberto Santangelo vice coordinatore del Pdl dell'Aquila) che apprezza di Giuliante il «realismo e la capacità di interpretazione degli avvenimenti quotidiani e politici».
Negativa la reazione delle opposizioni. Per Alfonso Mascitelli il rimpasto è «la certificazione del vero fallimento politico del suo governo e della sua maggioranza». Il coordinatore dell'Idv Abruzzo censura anche l'ipotesi di Lanfranco Venturoni capogruppo Pdl («una scelta da Ponzio Pilato», visto che Chiodi «non ha avuto neppure la coerenza e il coraggio di riammetterlo nella squadra di giunta»).
Per Silvio Paolucci (Pd) il rimpasto «è necessario solo a soddisfare i notabili e le correnti del Pdl. Le scelte sono modeste e nessuno comprende perché ci sono voluti tutti questi mesi».
Anche l'Udc censura il rimpasto: «E' l'immagine più chiara di una confusione politica che da sette mesi pone in una condizione di grande anomalia la politica del governo regionale», dice il capogruppo Antonio Menna, che parla di una risposta «debole e inadeguata» ai problemi della regione.
Prova a spegnere le tensioni il presidente della giunta Gianni Chiodi: «Sarà il tempo a valutare l'operato dei nuovi assessori, per il cittadino l'importante è che la giunta lavori. Sapevo che per la Mannetti non era una scelta felice, ma la classe politica è da guardare nel medio termine».
Dai banchi del consiglio regionale Giuliante invita la Mannetti a «evitare cadute di stile» ed elenca le centinaia di messaggi di congratulazioni che gli sono arrivati, ma anche la telefonata del sindaco dell'Aquila Massimo Cialente: «E' stata la prima telefonata ricevuta. Mi ha invitato a un incontro per fare sinergia. Sono questi i segnali da cogliere, perché ritengo che in un momento così difficile per la città occorre coalizzare le forze». Un'adesione piena alla nomina arriva da Roberto Santangelo vice coordinatore del Pdl dell'Aquila) che apprezza di Giuliante il «realismo e la capacità di interpretazione degli avvenimenti quotidiani e politici».
Negativa la reazione delle opposizioni. Per Alfonso Mascitelli il rimpasto è «la certificazione del vero fallimento politico del suo governo e della sua maggioranza». Il coordinatore dell'Idv Abruzzo censura anche l'ipotesi di Lanfranco Venturoni capogruppo Pdl («una scelta da Ponzio Pilato», visto che Chiodi «non ha avuto neppure la coerenza e il coraggio di riammetterlo nella squadra di giunta»).
Per Silvio Paolucci (Pd) il rimpasto «è necessario solo a soddisfare i notabili e le correnti del Pdl. Le scelte sono modeste e nessuno comprende perché ci sono voluti tutti questi mesi».
Anche l'Udc censura il rimpasto: «E' l'immagine più chiara di una confusione politica che da sette mesi pone in una condizione di grande anomalia la politica del governo regionale», dice il capogruppo Antonio Menna, che parla di una risposta «debole e inadeguata» ai problemi della regione.
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