ABRUZZO

Salta la determina Sorgi ma l’elettrodotto va avanti

Provvedimento in autotutela della Regione che non influisce sui progetti attivi Terna non scioglie il nodo espropri: i provvedimenti potrebbero ritardare

PESCARA. Il passo indietro della Regione arriva dopo 4 ore di assemblea, domande e mezze risposte: sono le 22 quando viene annunciato che verrà revocata la determina dell’ex direttore Sorgi (attualmente agli arresti domiciliari per altri motivi), che ha determinato i criteri sulla localizzazione dell'elettrodotto di Terna, dalla Turbogas di Gissi a Villanova. E la notizia viene accolta con un applauso dagli oltre cento delegati dei vari comitati che nel frattempo hanno protestato in strada.

Il fatto è che gli effetti del disconoscimento, sia pure in autotutela, della determina, non avranno valenza retroattiva, ma solo in prospettiva. Per cui il progetto dell’elettrodotto di 73 km e 151 tralicci andrà avanti. Tuttavia per sapere “come” e “dove” ci si potra prendere una pausa di riflessione. Perché alla fine il governatore Luciano D’Alfonso un impegno da parte di Terna risce a strapparlo: quello di prendere tempo per poter valutare la possibilità di fermare gli espropri contestati nei comuni che saranno attraversati dall’elettrodotto. Un giorno, almeno. Ma tenendo conto che si va verso il fine settimana, è molto probabile a questo punto che la sospensione delle procedure sarà un po’ più lunga, in modo che possa anche sbollire la rabbia manifestata da coloro – rappresentanti di cittadini, agricoltori, ambientalisti – che hanno partecipato alla lunga assemblea e riprendere il discorso secondo il piano di “ moral suasion” avviato e invocato dallo stesso governatore.

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Un impegno, non una promessa, dal momento che l’ingegnere Stefano Conti – direttore di Sviluppo rete di Terna – ha più volte precisato che la sua azienda è una concessionaria del servizio di trasmissione e che i committenti dell’opera ritenuta strategica per l’Italia, coloro che decidono, sono i ministeri dello Sviluppo e dell’Ambiente. «Quindi», aggiunge, «tutte le contestazioni vanno rivolte a loro e non a noi che siamo esecutori di un decreto legislativo che non ci dà molti margini d’intervento. Noi sappiamo che dobbiamo realizzare l’eletrodotto ed il decreto legislativo ci dice come farlo per fermare quell’handicap del 30% di energia di cui ha bisogno l’Abruzzo».

Durante l’assemblea il rappresentante di Terna ha avuto sempre una risposta alle decine di domande che gli sono state rivolte. Mostrando comunque la disponibilità a rivedere la ricollocazione dei tralicci lì, dove danno fastidio o sono vicino alle case; di realizzare le piste e le nuove strade. Ma quando si è parlato dell’alternativa di interrare i cavi, ha subito detto che è impossibilie e fatto intervenire al posto suo, il professor Cecconi, consulente di Terna, che ha preliminarmente chiarito di essere un tecnico super partes: «Interrare l’opera? Non si può fare per più di 44 km, ma sarebbe troppo dispendioso e limiterebbe la capacità di trasporto di energia».

“Professore, io abito a 70 metri da dove sarà collocato un traliccio: sono a rischio?”, gli domandano dalla prima fila. La risposta: «No, il campo magnetico è molto basso». “Si possono prevedere cavi blindati che attenuano rumore ed inquinamento elettromagnetico?” gli domanda Giulio Borrelli (Movimento civico), di Atessa. Risposta: «Certo, è una questione di costi». «Certo, ma anche di benefici», fa notare l’ambientalista Augusto De Santis. «Beh, calcolate che i blindati costano 7-8 volte di più...», aggiunge il professore.

E’ notte, ormai e dalla strada viene invocato il nome di D’Alfonso. Il governatore ha un’altra carta in serbo: la costituzione ad iuvandum della Regione nei procedimenti amministrativi in corso. Fermo restando che la questione elettrodotto sarà uno dei punti da trattare con il presidente del Consiglio Renzi in occasione della sua visita all’Aquila venerdì 28.

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