Raduno di camper a Campo Imperatore

ABRUZZO

"Salviamo Campo Imperatore", appello al Presidente Mattarella

Professionisti del mondo scientifico e culturale chiedono di preservare l'altopiano da manifestazioni di richiamo turistico rumorose e inquinanti, come i motoraduni

PESCARA. Dopo l'appello alla Regione per impedire l'abbattimento dei cervi, in Abruzzo è la volta della tutela di Campo Imperatore. E questa volta l'appello viene lanciato direttamente al presidente della Repubblica da professionisti del mondo scientifico e culturale, tra cui la scrittrice Donatella Di Pietrantonio, attraverso una petizione online su change.org: l'obiettivo è preservare l'ambiente naturale del famoso altopiano da manifestazioni di richiamo turistico rumorose e inquinanti, come avvenuti motoraduni.

«Salviamo Campo Imperatore» è quindi il richiamo per conservare le bellezze e le ricchezze naturali dell'ampio e maestoso altopiano dell'Appennino, nel cuore del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, dove venne imprigionato Benito Mussolini nel 1943, prima di essere liberato dai tedeschi nell'Operazione Quercia durante la Seconda guerra mondiale. Noto al grande pubblico anche per aver prestato i suoi scenari a famosi spot pubblicitari, western all'italiana e al film di culto «Ladyhawke», Campo Imperatore è anche sede dell'omonima stazione sciistica, dell'osservatorio astronomico e del giardino botanico alpino, ed è protetto inoltre dalla Direttiva europea «habitat» 92/43/Cee e incluso nella Rete Natura 2000 in quanto Zona di protezione speciale per l'avifauna.

In questo contesto, «Come gruppo di persone - si legge nelle motivazioni della petizione su change.org - legate per storia personale o professionale a questi luoghi, siamo profondamente preoccupati della piega che da diversi anni ha preso la fruizione turistica» del posto. «A dispetto dei suoi delicati equilibri naturali, questo luogo unico è teatro di manifestazioni di ogni genere, spesso rumorose e inquinanti, incompatibili con le finalità (anche educative) di un'area protetta, oltre che in violazione di un cospicuo numero di norme di legge. Questo genere di utilizzo "mordi e fuggi" del territorio non reca, peraltro, benefici all'economia locale, l'argomento spesso sbandierato dai paladini della "valorizzazione delle aree interne", ma ne banalizza e depaupera il valore ambientale e culturale». Si allude ad una «assenza di controlli e sanzioni», «probabilmente sia frutto di una impropria forma di tolleranza da parte delle autorità competenti sia dell'assenza di una specifica regolamentazione in attuazione delle suddette norme».