Sanità, Chiodi e Baraldi convocati a Roma

Il senatore Marino su Villa Pini: «Ipotesi di reato nella riabilitazione psichiatrica»

PESCARA. Carte alla magistratura e convocazione del presidente della Regione e commissario ad acta della Sanità, Gianni Chiodi, e del sub-commissario, Giovanna Bartaldi. Per il senatore Ignazio Marino ci sono troppe cose che non quadrano nella riabilitazione psichiatrica, così come avveniva in passato nelle strutture di Villa Pini a Chieti, e altre da chiarire nell'attuale gestione commissariale della sanità in Abruzzo.

Il senatore del Pd ha preso questa decisione, al termine di un'audizione, avvenuta ieri mattina a Roma, da parte della Commissione d'inchiesta sul Servizio sanitario nazionale di cui è presidente. A essere sentiti, ieri, dalla commissione parlamentare sono stati Francesco Zavattaro, direttore della Asl di Lanciano, Vasto e Chieti, Giuseppina Ivone, curatrice fallimentare di Villa Pini, e Nicola Petruzzi, affittuario dell'azienda. La Commissione intendeva accertare il grado di assistenza attualmente fornito ai malati, ma anche gli impegni presi nei confronti di centinaia di medici e infermieri che hanno lavorato per mesi senza percepire lo stipendio.

Ne è venuto fuori qualcosa di più e di peggio, come racconta in questa intervista al Centro, il senatore Marino. «In Abruzzo», dice Marino, «ci si è un po' dimenticati della riabilitazione psichiatrica, negli ultimi vent'anni. Nei diversi sopralluoghi effettuati dalla commissione di cui sono presidente, e soprattutto in quella del 25 luglio 2009, avevamo trovato una situazione devastante nelle strutture di Villa Pini destinate a quello scopo».
«Ciò che abbiamo appreso oggi (ieri per chi legge ndr) dall'avvocato Ivone e dal professor Zavattaro, di fatto, per noi, porta a ipotizzare ulteriori reati. Non appena il verbale della seduta odierna sarà pronto, trasmetteremo tutto alla procura».

Che cosa avete appreso oggi?
«L'avvocato Ivone ci ha detto che, siccome non venivano pagati i fornitori, anche lo smaltimento dei rifiuti tossici era lasciato a se stesso».

Cioé?
«Di fatto non sappiamo dove venivano dismessi quei rifiuti. Abbiamo anche appreso dal professor Zavattaro che - ma qui uso, per semplificare, un termine non utilizzato nell'audizione - alcuni di quei pazienti erano, di fatto, segregati. Alcune persone che provenivano da altri comuni sono rimaste decine di anni in quelle strutture; a loro è stata cambiata la residenza e le pensioni affidate a terzi che, in qualche modo, le incassavano. Qui parliamo, almeno, di ipotesi di appropriazione indebita e circonvenzione d'incapace: due reati abbastanza seri».

Cos'altro avete appreso sulla sanità abruzzese?
«Ci siamo imbattuti in una Regione in cui praticamente la riforma della medicina psichiatrica non era avvenuta, con residui di manicomi pre-legge Basaglia. E' una situazione in cui il curatore fallimentare Ivone si trova in difficoltà sia dal punto di vista normativo che da quello delle disponibilità economiche. Il dottor Petruzzi, poi, anche se è riuscito a pagare in parte gli arretrati ai dipendenti, ha ancora problemi ingenti relativi agli accreditamenti e si trova senza normative chiare di rfiferimento. Inoltre, l'intera amministrazione sanitaria regionale, di fatto, appare tutta tesa non all'obiettivo dell'eccellenza delle cure ma a quello di fare quadrare i conti economici».

Cosa farete adesso?
«La settimana prossima, porterò la documentazione raccolta oggi all'ufficio di presienza della commissione e chiederò di avviare una nuova audizione con il presidente Chiodi e con la dottoressa Baraldi».

Quando li sentirete?
«Martedì prossimo programmeremo questa nuova audizione. Vorrei prima avere a disposizione il verbale della seduta di oggi per estrapolare da esso una serie di domande che porrò per iscritto a entrambi prima della loro audizione».

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