Sanità, scontro sui fondi 2010

L’Abruzzo rischia di ottenere meno soldi. Chiodi: sarebbe iniquo.

PESCARA. «Né equo né solidale». Così il governatore Gianni Chiodi ha commentato la prima ipotesi di riparto del fondo sanitario nazionale discusso ieri nella conferenza delle Regioni.
«Noi non lottiamo per avere più fondi ma lottiamo per avere gli stessi fondi degli anni precedenti», ha aggiunto Chiodi, che ieri era a Roma con l’assessore Lanfranco Venturoni «e sarebbe grave se fossero inferiori, in quanto l’Abruzzo è una Regione commissariata che ha fatto quello che era possibile fare» per rientrare dal deficit, «prendendo anche provvedimenti impopolari».

Mentre Chiodi parlava veniva approvato un emendamento alla finanziaria sulla base del quale le Regioni con sanità in rosso pari o superiore al 5% che non presentano piani di rientro o i cui piani di rientro non passano le verifiche previste, rischiano un aumento dell’Irap e dell’addizionale Irpef in via automatica nelle misure fisse di 0,15 punti percentuali per l’aliquota Irap e di 0,30 punti percentuali per l’addizionale Irpef.
Il maldipancia sul riparto del fondo è comune a tutte le regioni del Sud che su questo tema hanno sottoscritto un documento comune (non appoggiato dalla Regione Abruzzo) in cui si chiedono garanzie per un incremento percentuale rispetto alla cifra del 2009 «proporzionale alle esigenze dei servizi». Prima della presentazione il documento è stato ritirato, ma solo, come ha spiegato il presidente del Molise Michele Iorio, per non bloccare la discussione sul patto per la salute.

«Formalmente il tema del riparto non entra nel Patto, se ne parlerà successivamente». Anche Chiodi è d’accordo su questo punto. Rispetto al Patto per la Salute Chiodi ha parlato da un lato di «importanti aperture del governo per quanto riguarda i fondi» e dall’altro «di situazioni che possono essere oggetto di ulteriore limatura».
Per quanto riguarda l’Abruzzo il governatore ha spiegato che in sede di Conferenza delle regioni è stato presentato un emendamento al Patto che riguarda il blocco del turnover. «Un blocco così rigido e radicale del turnover», ha detto «rende non coerente il sistema sanitario regionale rispetto ai servizi che esso deve garantire. Per questo abbiamo presentato un emendamento che produca la deroga del blocco del turnover, applicato alle regioni sotto controllo con piano di rientro, compatibilmente con le esigenze del piano di rientro stesso. Devo dire che in questo senso il Governo su richieste del genere ha mostrato una certa rigidità, ma era comunque nostro dovere sollevare il problema».

Altro punto che interessa l’Abruzzo è la figura del commissario straordinario per l’attuazione del Piano di rientro, che in Abruzzo, unica regione tra quelle commissariate, è un soggetto esterno nominato dal Governo. Il Patto ha di fatto sancito la norma che il commissario sarà il presidente della Regione. «Con questa norma», ha concluso Chiodi, «vogliamo dimostrare che i presidenti delle Regioni, come sistema delle Regioni, sono in grado di affrontare i problemi legati al controllo della spesa sanitaria. È chiaro che quando il presidente-commissario risulta inadempiente su uno o alcuni punti del Piano di rientro, il Governo nomina un commissario ad acta per quegli atti non fatti».