Sanitopoli, la difesa di Angelini chiede il non luogo a procedere
Il processo Sanitopoli riprende dopo la pausa estiva. L'arringa dell'avvocato Sabatino Ciprietti, difensore dell'ex patron di Villa Pini: "Non luogo a procedere: i fatti non sussistono e non costituiscono reato"
PESCARA. È ripresa dopo la pausa estiva - con l'arringa dell'avvocato Sabatino Ciprietti, difensore dell'ex patron di Villa Pini, Vincenzo Maria Angelini - l'udienza preliminare davanti al gup Angelo Zaccagnini, sulla sanitopoli abruzzese, che nel luglio 2008 "decapitò" l'allora giunta regionale, con l'arresto fra gli altri, del presidente della regione Ottaviano Del Turco.Gli indagati nell'inchiesta sono in totale 34, 32 persone più due società. In aula non si è presentato Del Turco.
Ciprietti ha chiesto per il suo cliente il non luogo a procedere, "sia perché i fatti non sussistono, e comunque non costituiscono reato, sia perché sono contraddittorie le ipotesi accusatorie". "Ho ritenuto", ha detto Ciprietti, "che dagli atti effettivamente non sussistono elementi di grande conforto a quella che è la posizione accusatoria". L'avvocato ha poi aggiunto che "una cosa è l'Angelini concusso e una cosa sono le ipotesi accusatorie che vedono Angelini colpevole per altri fatti. Sono due vicende assolutamente distinte".
"Angelini", ha sottolineato Ciprietti, "non ha mai ammesso o confessato di aver compiuto reati attinenti alla gestione dell'attività sanitaria. Ha confessato, ha detto soltanto di aver subito delle concussioni. Quindi sono fatti completamente distinti. Rimane in piedi l'accusa che Angelini fa nei confronti degli altri".
Nel procedimento l'ex patron di Villa Pini figura sia come imputato sia come parte lesa. Nel corso di più interrogatori davanti ai magistrati della Procura di Pescara, avrebbe confessato di aver pagato tangenti a politici di entrambi gli schieramenti per 15 milioni di euro.
Ciprietti ha chiesto per il suo cliente il non luogo a procedere, "sia perché i fatti non sussistono, e comunque non costituiscono reato, sia perché sono contraddittorie le ipotesi accusatorie". "Ho ritenuto", ha detto Ciprietti, "che dagli atti effettivamente non sussistono elementi di grande conforto a quella che è la posizione accusatoria". L'avvocato ha poi aggiunto che "una cosa è l'Angelini concusso e una cosa sono le ipotesi accusatorie che vedono Angelini colpevole per altri fatti. Sono due vicende assolutamente distinte".
"Angelini", ha sottolineato Ciprietti, "non ha mai ammesso o confessato di aver compiuto reati attinenti alla gestione dell'attività sanitaria. Ha confessato, ha detto soltanto di aver subito delle concussioni. Quindi sono fatti completamente distinti. Rimane in piedi l'accusa che Angelini fa nei confronti degli altri".
Nel procedimento l'ex patron di Villa Pini figura sia come imputato sia come parte lesa. Nel corso di più interrogatori davanti ai magistrati della Procura di Pescara, avrebbe confessato di aver pagato tangenti a politici di entrambi gli schieramenti per 15 milioni di euro.
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