SanStefar, in arrivo lo sfratto dalla sede di Pescara
Il centro di riabilitazione ha 10 giorni per pagare i debiti, a rischio anche la struttura di Roseto
PESCARA. Dieci giorni per sanare i debiti, oppure lo sfratto. Per i dipendenti del centro di riabilitazione SanStefar (ex Gruppo Angelini) di Pescara, senza stipendio ormai da 14 mesi, questa volta non ci sarà più una proroga, com'è successo ieri.
L'ufficiale giudiziario e i proprietari dell'imobile di via Benedetto Croce, accompagnati dai loro legali, si sono presentati la mattina, intorno alle 9, per riprendere la struttura di cui gli affiti non vengono pagati da più di un anno. I lavoratori, assistiti da due rappresentanti sindacali, Domenico Rega (Uil), e Massimo Petrini (Cgil), si sono opposti allo sfratto, rifiutando di interrompere i tratamenti terapeutici in corso. Nel confronto tra i lavoratori e i proprietari, i dipendenti del SanStefar, per adesso, hanno ottenuto una piccola tregua: l'ufficiale giudiziario ha deciso di concedere una proroga di dieci giorni.
A rischio anche il Sanstefar di Roseto: se gli affitti arretrati non verranno pagati entro pochi giorni, il prossimo 28 maggio il responsabile del centro dovrà riconsegnare le chiavi della struttura. Dopo la notifica del possibile sfratto, il direttore Gianni Di Gregorio ha organizzato, lo scorso lunedì, un incontro con il sindaco di Roseto, Franco Di Bonaventura, al quale hanno partecipato anche un delegato sindacale Cgil e un rappresentante della Direzione sanitaria. Durante l'incontro il sindaco ha annunciato che, venerdì prossimo,, verrà organizzato nel Comune un summit con le autorità competenti (assessorato alla sanità, Regione Abruzzo e Direzione sanitaria di Atri) e i proprietari dell'imobile. Nel frattempo i 24 dipendenti del centro continuano ad assistire i 380 pazienti convenzionati, riuscendo a comprare il materiale necessario con le poche centinaia di euro riscosse con i servizi terapeutici privati.
L'ufficiale giudiziario e i proprietari dell'imobile di via Benedetto Croce, accompagnati dai loro legali, si sono presentati la mattina, intorno alle 9, per riprendere la struttura di cui gli affiti non vengono pagati da più di un anno. I lavoratori, assistiti da due rappresentanti sindacali, Domenico Rega (Uil), e Massimo Petrini (Cgil), si sono opposti allo sfratto, rifiutando di interrompere i tratamenti terapeutici in corso. Nel confronto tra i lavoratori e i proprietari, i dipendenti del SanStefar, per adesso, hanno ottenuto una piccola tregua: l'ufficiale giudiziario ha deciso di concedere una proroga di dieci giorni.
A rischio anche il Sanstefar di Roseto: se gli affitti arretrati non verranno pagati entro pochi giorni, il prossimo 28 maggio il responsabile del centro dovrà riconsegnare le chiavi della struttura. Dopo la notifica del possibile sfratto, il direttore Gianni Di Gregorio ha organizzato, lo scorso lunedì, un incontro con il sindaco di Roseto, Franco Di Bonaventura, al quale hanno partecipato anche un delegato sindacale Cgil e un rappresentante della Direzione sanitaria. Durante l'incontro il sindaco ha annunciato che, venerdì prossimo,, verrà organizzato nel Comune un summit con le autorità competenti (assessorato alla sanità, Regione Abruzzo e Direzione sanitaria di Atri) e i proprietari dell'imobile. Nel frattempo i 24 dipendenti del centro continuano ad assistire i 380 pazienti convenzionati, riuscendo a comprare il materiale necessario con le poche centinaia di euro riscosse con i servizi terapeutici privati.
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