Sevel, la Fiom resta fuori: «Esclusi da Marchionne»
Il sindacato delle tute blu: l’ ad Fiat non ci ha invitato alla cerimonia di martedì. E sul no della Boldrini fiocca la polemica
ATESSA. Non ci sarà la Fiom ad accogliere la visita dell'amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne, in Sevel, lo stabilimento modello della Val di Sangro. Il sindacato di Maurizio Landini non è stato invitato dai vertici Fiat né a livello confederale, né territoriale. Niente Fiom e niente Cgil ad assistere dunque all'annuncio di nuovi investimenti sul furgone Ducato Fiat prodotto in Val di Sangro.
«E' una scelta nella logica di Marchionne», commenta il segretario provinciale della Fiom Mario Codagnone, «chi non sta con lui viene inteso come un avversario. In realtà la Fiom è la maggiore organizzazione sindacale del paese e in Sevel è rientrata grazie ad una sentenza del tribunale di Lanciano». «Noi continueremo a fare il nostro lavoro», prosegue Codagnone, «dalla parte dei diritti e forti delle numerose battaglie che abbiamo affrontato in difesa del lavoro e dei lavoratori».
Intanto infiammano la scena industriale e politica i commenti sulla mancata visita del presidente della Camera Laura Boldrini in Sevel dopo l'invito di Marchionne. «Sarebbe stata un'occasione di prestigio per lo stabilimento e per l'intero Abruzzo», commenta il segretario provinciale Fismic, Roberto Salvatore, «la Boldrini ci ha offeso e sarebbe potuta venire a vedere di persona qual è la situazione della Sevel. Tuttavia, polemiche a parte, quello che ci preme più è che Marchionne garantisca gli investimenti in Italia e in Abruzzo». «Condivido e appoggio la posizione del presidente della Camera», interviene invece il deputato del Movimento 5 stelle Riccardo Fraccaro, segretario dell'ufficio di presidenza della Camera, «dopo decenni di aiuti statali la Fiat non si può permettere di risolvere i propri problemi comprimendo i diritti dei lavoratori. La Fiat inizi a tagliare lo stipendio di Marchionne o attingere nell'immenso patrimonio di famiglia».
Commenti negativi al no della Boldrini sono arrivati invece dalla senatrice abruzzese del Pdl Federica Chiavaroli, («la Boldrini potrebbe risparmiarsi queste passerelle in Abruzzo, con le visite istituzionali non si risolvono i problemi, ma solo con il lavoro») e dal deputato abruzzese di Scelta Civica, Giulio Sottanelli: «In un momento così difficile per l'occupazione ora come non mai chi riveste incarichi istituzionali è chiamato ad un supplemento di responsabilità nel cercare di unire. Condividiamo il richiamo al rispetto dei diritti dei lavoratori, ma occorre farsi carico anche dei problemi delle nostre industrie». «Ritengo ingeneroso l'atteggiamento della Boldrini», interviene il senatore del Pdl Fabrizio Di Stefano, «forse il presidente della Camera non sa che la Sevel in Val di Sangro dà lavoro a 5.200 persone più le 2mila dell'indotto».
Daria De Laurentiis
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