Gli agricoltori in sit-in a Pescara (foto di Giampiero Lattanzio)

ABRUZZO

Si allarga la protesta degli agricoltori, dopo Pescara i trattori a Celano

Dal sit-in nell'ex Cofa alla manifestazione di domani mattina davanti al casello autostradale per ribadire il no alle politiche agricole dell'Europa, alla carne coltivata, alle farine d'insetti, tasse e accise sul gasolio

PESCARA. Prosegue e si allarga in Abruzzo la protesta di agricoltori, viticoltori e allevatori contro le politiche agricole dell'Europa, contro la carne coltivata, le farine d'insetti, l'aumento delle tasse, le accise sul gasolio, la svendita dei terreni. Dopo i trecento, che con un centinaio di trattori e mezzi agricoli, sono in sit-in a Pescara negli spazi dell'ex Cofa (mercato ortofrutticolo) e intendono rimanerci almeno altri due giorni per far sentire la loro voce, scendono in strada gli agricoltori del Fucino: domani mattina, mercoledì 24, alle 8,30 portano i trattori nei pressi del casello autostradale di Celano.

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«I costi di produzione sono aumentati in maniera insostenibile. L'unica cosa che la Regione Abruzzo può fare direttamente è intervenire sulle accise sul gasolio. Per il resto, dopo due anni di guerra e di pandemia, tanti sono scoraggiati, tante aziende vogliono chiudere»: è lo sfogo di Luciano Faricelli, agricoltore 37enne del Pescarese di quarta generazione. «Porto avanti l'azienda cerealicola di mio padre. Un'azienda media in Abruzzo sostiene circa 20mila euro l'anno di spese, ne incassa 13mila. Non c'è reddito. Sono almeno tremila le aziende in queste condizioni, il 50% dei contadini lo fa come secondo lavoro e comunque deve far fronte un anno alla siccità, un altro anno alla troppa acqua. Per esempio, quest'anno abbiamo seminato ai primi di dicembre e fino al 15 gennaio non ha mai piovuto. Dobbiamo fare i conti anche con i tempi della burocrazia, ma noi siamo nei campi mediamente 13-15 ore al giorno. Per questo - continua Faricelli - continueremo nella nostra protesta".

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Faricelli spiega che le uniche che hanno fin qui sostenuto la protesta sono l'associazione Liberi agricoltori e Confagricoltura Chieti: "Siamo in contatto con agricoltori di Puglia e Marche per decidere insieme che cosa fare. Se non ci ascolteranno saremo costretti a pensare a iniziative eclatanti, ad esempio non produrre niente per 3/4 mesi per non far arrivare nulla alla grande distribuzione. Se finora non lo abbiamo fatto è perché rispettiamo i cittadini».