Sisma in Umbria, vecchia di 11 anni la foto del Pdl dell'Aquila sui container
L’immagine - usata dal Pdl in campagna elettorale per porre a raffronto l’operato dell’ex governo Prodi con quello di Berlusconi - ha sollevato reazioni scandalizzate: oggi infatti i container sono solo 4, abitati da 12 persone
VALTOPINA. E’ vero, i container del terremoto dell’Umbria esistono da 13 anni, ma sono solo quattro e occupati da dodici persone che hanno deciso di aspettare qui i lavori delle loro case. E la foto utilizzata dal Pdl nella cartina elettorale sul sisma risale a undici anni fa. L’immagine dei container del terremoto del 1997 in Umbria (22mila senzatetto) accanto alle casette antisismiche degli sfollati abruzzesi - sfruttata dal Pdl aquilano per porre a raffronto l’operato dell’ex governo Prodi di centrosinistra con quello attuale del centrodestra di Berlusconi - ha fatto il giro di mezza Italia sollevando reazioni scandalizzate, polemiche e anche immediati chiarimenti.
GUARDA Il volantino del Pdl e la pagina del sito della Regione da cui è stata presa la foto, del 1998, dei container
Tredici anni nei container, una storia raccapricciante, al di là dell’umanità e di qualsiasi campagna politica. La giunta regionale umbra (di centrosinistra) ha smentito tutto e ha deciso di denunciare il Pdl dell’Aquila per falso e danno all’immagine. Ma il Pdl insiste: i container esistono, nella cartolina non diciamo dove, ma è innegabile che esistono.
Ed eccola la foto originale. E’ stata trovata sul sito dell’Osservatorio sulla ricostruzione realizzato dalla stessa Regione Umbria nel corso dei lavori post-terremoto. Risale al 1998, ed è del campo sfollati che la Protezione civile aveva allestito a Foligno, lì dove oggi sorge il Centro regionale di protezione civile. Qui i container non ci sono più perché sono stati trasportati da tempo in qualche parte a nord di Roma per essere smaltiti. La cartolina elettorale è allora una bufala? No, una mezza verità c’è, ma è di tutt’altra dimensione rispetto al messaggio che il Pdl intende lanciare.
Dei container, in Umbria, dopo tredici anni, ci sono ancora e sono qui a Valtopina, in provincia di Perugia, dove vennero sfollati 800 residenti, 60 dei quali dalla frazione Giove, un borgo di vecchie case e stalle di roccia, a 500 metri d’altitudine. Ed è proprio accanto al vecchio borgo, attualmente in fase di completamento, che dodici persone vivono in questi moduli di 10 metri quadri a testa. Sono in tutto una decina di container, ma solo cinque di essi sono occupati. Furono allestiti dalla Regione autonoma del Trentino e hanno un tetto in legno, stufa e condizionatore. Nulla a che vedere quindi con i box di latta ritratti nella foto della cartolina che ora appare sbiadita.
«E’ chiaramente un’operazione strumentale e senza pudore» commenta Franco Arcuti, portavoce del presidente della Regione Umbria Maria Rita Lorenzetti (governatore uscente). «Ci auguriamo di cuore che in Abruzzo, fra tredici anni, tutti gli sfollati saranno tornati nelle loro abitazioni: qui abbiamo avuto 22mila senzatetto e sinceramente avere solo 12 persone nei container, tra l’altro per loro scelta, dimostra la bontà della ricostruzione effettuata. Certo è», insistono in Umbria, «che il Pdl aquilano ci ha dato un’immagine totalmente sbagliata».
Il Pdl aquilano ha diffuso le foto dei container di Giove di Valtopina aggiungendo di aver colto comunque nel segno. «Le reazioni scomposte della sinistra, nel vano tentativo di nascondere sotto al tappeto questa indecente verità, non fanno altro che confermare una situazione che non può più essere taciuta», afferma il coordinatore provinciale Massimo Verrecchia, «che si tratti di poche persone ancora costrette a vivere in un cantiere ormai fermo, infatti, non toglie nulla alla gravità del fatto, la dignità delle persone non può essere ridotta a un mero ragionamento di “contabilità”. Non è in discussione l’immagine dell’Umbria ma semmai, quella dell’Aquila e dell’Abruzzo, se solo si considera come la gestione dell’emergenza sia stata messa strumentalmente in discussione da una sinistra cinica e pronta a speculare sul legittimo disagio delle popolazioni per mero calcolo politico». Il caso Valtopina è stato in realtà oggetto in questi anni di due interrogazioni parlamentari (una del centrodestra e l’altra della Lega) perché i lavori di ricostruzione della frazione Giove si sono prolungati più di tutti gli altri.
Il sindaco pd Giuseppe Mariucci ammette che la storia lo secca parecchio e dà l’idea di chi la ripete per l’ennesima volta: «I tempi della ricostruzione si sono allungati perché il Consorzio formato dagli stessi residenti, al quale era demandata la gestione dei lavori, ha avuto problemi con l’impresa che aveva scelto e che è fallita. Il Comune è subentrato al Consorzio nel 2006 e fra qualche mese teminerà i lavori delle case». Le persone nei container potranno così tornare nel borgo, dove nel frattempo al posto delle stalle sono state costruite taverne. «E a queste persone», ricorda Mariucci, «avevamo anche offerto una casa popolare, ma avevano rifiutato preferendo restare nei container per non non allontanarsi dal borgo».
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GUARDA Il volantino del Pdl e la pagina del sito della Regione da cui è stata presa la foto, del 1998, dei container
Tredici anni nei container, una storia raccapricciante, al di là dell’umanità e di qualsiasi campagna politica. La giunta regionale umbra (di centrosinistra) ha smentito tutto e ha deciso di denunciare il Pdl dell’Aquila per falso e danno all’immagine. Ma il Pdl insiste: i container esistono, nella cartolina non diciamo dove, ma è innegabile che esistono.
Ed eccola la foto originale. E’ stata trovata sul sito dell’Osservatorio sulla ricostruzione realizzato dalla stessa Regione Umbria nel corso dei lavori post-terremoto. Risale al 1998, ed è del campo sfollati che la Protezione civile aveva allestito a Foligno, lì dove oggi sorge il Centro regionale di protezione civile. Qui i container non ci sono più perché sono stati trasportati da tempo in qualche parte a nord di Roma per essere smaltiti. La cartolina elettorale è allora una bufala? No, una mezza verità c’è, ma è di tutt’altra dimensione rispetto al messaggio che il Pdl intende lanciare.
Dei container, in Umbria, dopo tredici anni, ci sono ancora e sono qui a Valtopina, in provincia di Perugia, dove vennero sfollati 800 residenti, 60 dei quali dalla frazione Giove, un borgo di vecchie case e stalle di roccia, a 500 metri d’altitudine. Ed è proprio accanto al vecchio borgo, attualmente in fase di completamento, che dodici persone vivono in questi moduli di 10 metri quadri a testa. Sono in tutto una decina di container, ma solo cinque di essi sono occupati. Furono allestiti dalla Regione autonoma del Trentino e hanno un tetto in legno, stufa e condizionatore. Nulla a che vedere quindi con i box di latta ritratti nella foto della cartolina che ora appare sbiadita.
«E’ chiaramente un’operazione strumentale e senza pudore» commenta Franco Arcuti, portavoce del presidente della Regione Umbria Maria Rita Lorenzetti (governatore uscente). «Ci auguriamo di cuore che in Abruzzo, fra tredici anni, tutti gli sfollati saranno tornati nelle loro abitazioni: qui abbiamo avuto 22mila senzatetto e sinceramente avere solo 12 persone nei container, tra l’altro per loro scelta, dimostra la bontà della ricostruzione effettuata. Certo è», insistono in Umbria, «che il Pdl aquilano ci ha dato un’immagine totalmente sbagliata».
Il Pdl aquilano ha diffuso le foto dei container di Giove di Valtopina aggiungendo di aver colto comunque nel segno. «Le reazioni scomposte della sinistra, nel vano tentativo di nascondere sotto al tappeto questa indecente verità, non fanno altro che confermare una situazione che non può più essere taciuta», afferma il coordinatore provinciale Massimo Verrecchia, «che si tratti di poche persone ancora costrette a vivere in un cantiere ormai fermo, infatti, non toglie nulla alla gravità del fatto, la dignità delle persone non può essere ridotta a un mero ragionamento di “contabilità”. Non è in discussione l’immagine dell’Umbria ma semmai, quella dell’Aquila e dell’Abruzzo, se solo si considera come la gestione dell’emergenza sia stata messa strumentalmente in discussione da una sinistra cinica e pronta a speculare sul legittimo disagio delle popolazioni per mero calcolo politico». Il caso Valtopina è stato in realtà oggetto in questi anni di due interrogazioni parlamentari (una del centrodestra e l’altra della Lega) perché i lavori di ricostruzione della frazione Giove si sono prolungati più di tutti gli altri.
Il sindaco pd Giuseppe Mariucci ammette che la storia lo secca parecchio e dà l’idea di chi la ripete per l’ennesima volta: «I tempi della ricostruzione si sono allungati perché il Consorzio formato dagli stessi residenti, al quale era demandata la gestione dei lavori, ha avuto problemi con l’impresa che aveva scelto e che è fallita. Il Comune è subentrato al Consorzio nel 2006 e fra qualche mese teminerà i lavori delle case». Le persone nei container potranno così tornare nel borgo, dove nel frattempo al posto delle stalle sono state costruite taverne. «E a queste persone», ricorda Mariucci, «avevamo anche offerto una casa popolare, ma avevano rifiutato preferendo restare nei container per non non allontanarsi dal borgo».
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