Sorin il chitarrista: "Cacciate via i cattivi"
PESCARA. «Fare soldi, mi piace fare soldi». Sorin Staica, romeno, da sette anni a Pescara, è arrivato in Italia per guadagnare con la sua professione di musicista. La sua storia non è la favola bella perché la famiglia, moglie e due bambini, è lontana e la mantiene con poco, ma è la faccia di quello che ringrazia il Paese che lo ospita e che gli ha dato un lavoro: «Con i miei amici abbiamo parlato di quello che è successo a Roma e crediamo che Mailat sia uno stronzo e deve essere cacciato via, come chiunque faccia del male».
Sorin Staica non spende più di tante parole sul romeno Romulus Nicolae Mailat che lo scorso martedì a Roma, in zona Tor di Quinto, ha aggredito, seviziato e gettato in un fosso Giovanna Reggiani, deceduta poi giovedì. Nessun pietismo e solidarietà: «Non vogliamo fare del male a nessuno. Come anche per gli italiani, ci sono i buoni e i cattivi e questi devono essere cacciati via. E il discorso vale per i romeni e per tutte le altre nazionalità. L'Italia è un Paese per uomini che lavorano onestamente».
Lui, 34 anni, di mestiere fa il chitarrista, atipico, perché invece di portare la musica della sua terra, suona «Malafemmina», «'O sole mio», «Torna a Surriento» e, in generale, la musica italiana ma anche dei Balcani e tedesca. Si incontra spesso in via delle Caserme a Pescara con il figlio di 11 anni che canta come un piccolo Claudio Villa e che adesso è andato in Romania per studiare musica. «Sì, me lo dicono in molti che mio figlio fa simpatia. E' un appassionato di Luciano Pavarotti, ascolta tutti i suoi cd e, quando ha saputo che era morto, ha pianto. La nostra band è formata da quattro persone e abbiamo la partita Iva per gli artisti di strada», racconta. «Ci chiamiamo Costiga Doage, come un grande cantante romeno, che è un po' il padre di tutti noi musicisti romeni e ama molto la musica italiana. Va sempre in televisione, nei programmi e canta musica italiana».
Sorin Staica gira per le strade di Pescara e spesso viene chiamato dai ristoranti: «Per una sera, in un ristorante, prendiamo 350 o 400 euro; mentre per le strade, in una settimana, riesco a fare sui 200, 250 euro. Diciamo, che riesco a pagarmi l'affitto nella zona colli dove abito a Pescara e a mandare qualche soldo a casa».
Con la sua band, ha anche pubblicato un paio di cd in Romania e in Italia e, soprattutto, a Pescara si trova molto bene: «Mi hanno sempre trattato tutti molto bene. Non ho mai avuto problemi. Credo che la qualità migliore degli italiani sia avere un grande cuore».
Il chitarrista fa in Italia il lavoro per cui ha studiato in Romania e che gli permette di sopravvivere. Poi, di fronte alla diversa situazione di tanti suoi connazionali, aggiunge: «Quando non ci sono soldi per mangiare, si diventa disperati. E lo stato italiano non sempre fa qualcosa per aiutare noi stranieri. A Pescara, però, ho molti amici romeni, che hanno lavori onesti: fanno i muratori, gli operai, i camerieri. Sono uomini che non hanno problemi con lo stato, perché sono onesti».
Sorin Staica non spende più di tante parole sul romeno Romulus Nicolae Mailat che lo scorso martedì a Roma, in zona Tor di Quinto, ha aggredito, seviziato e gettato in un fosso Giovanna Reggiani, deceduta poi giovedì. Nessun pietismo e solidarietà: «Non vogliamo fare del male a nessuno. Come anche per gli italiani, ci sono i buoni e i cattivi e questi devono essere cacciati via. E il discorso vale per i romeni e per tutte le altre nazionalità. L'Italia è un Paese per uomini che lavorano onestamente».
Lui, 34 anni, di mestiere fa il chitarrista, atipico, perché invece di portare la musica della sua terra, suona «Malafemmina», «'O sole mio», «Torna a Surriento» e, in generale, la musica italiana ma anche dei Balcani e tedesca. Si incontra spesso in via delle Caserme a Pescara con il figlio di 11 anni che canta come un piccolo Claudio Villa e che adesso è andato in Romania per studiare musica. «Sì, me lo dicono in molti che mio figlio fa simpatia. E' un appassionato di Luciano Pavarotti, ascolta tutti i suoi cd e, quando ha saputo che era morto, ha pianto. La nostra band è formata da quattro persone e abbiamo la partita Iva per gli artisti di strada», racconta. «Ci chiamiamo Costiga Doage, come un grande cantante romeno, che è un po' il padre di tutti noi musicisti romeni e ama molto la musica italiana. Va sempre in televisione, nei programmi e canta musica italiana».
Sorin Staica gira per le strade di Pescara e spesso viene chiamato dai ristoranti: «Per una sera, in un ristorante, prendiamo 350 o 400 euro; mentre per le strade, in una settimana, riesco a fare sui 200, 250 euro. Diciamo, che riesco a pagarmi l'affitto nella zona colli dove abito a Pescara e a mandare qualche soldo a casa».
Con la sua band, ha anche pubblicato un paio di cd in Romania e in Italia e, soprattutto, a Pescara si trova molto bene: «Mi hanno sempre trattato tutti molto bene. Non ho mai avuto problemi. Credo che la qualità migliore degli italiani sia avere un grande cuore».
Il chitarrista fa in Italia il lavoro per cui ha studiato in Romania e che gli permette di sopravvivere. Poi, di fronte alla diversa situazione di tanti suoi connazionali, aggiunge: «Quando non ci sono soldi per mangiare, si diventa disperati. E lo stato italiano non sempre fa qualcosa per aiutare noi stranieri. A Pescara, però, ho molti amici romeni, che hanno lavori onesti: fanno i muratori, gli operai, i camerieri. Sono uomini che non hanno problemi con lo stato, perché sono onesti».