Stangata mutui, Pescara in testa
Il rialzo deciso dalla Bce colpisce il tasso variabile e il popolo delle rate
PESCARA. Le famiglie della provincia di Pescara che hanno mutuo casa a tasso variabile dovranno pagare mediamente 207,7 in più ciascuna a causa del rialzo del costo del denaro deciso dalla Bce. La somma è superiore di 75,3 euro a quella media nazionale: 132,4 euro. Lo afferma un'indagine della Cgia di Mestre, stimando l'importo della rata su un vita residua media dei mutui in essere di 13 anni.
La mini-stangata è in arrivo sia a chi ha acceso un mutuo a tasso variabile per comprare casa sia a chi ha acquistato l'auto a rate. Nel Paese sono 2.233.000 i nuclei familiari titolari di un mutuo casa variabile. Le famiglie più colpite, afferma la Cgia, saranno quelle del Centro Sud: in particolare quelle residenti nella provincia di Pescara (+207,7 euro), di Cagliari (+204,9, di Roma (+203,4), di Sassari (+ 201,6) e Napoli (+198,7). Le meno investite dagli aumenti, invece, saranno quelle che risiedono nelle nuove province sarde: Carbonia- Iglesias (+29,7 euro), Medio Campidano (+23) e Ogliastra (+15).
«Questi effetti», osserva il segretario della Cgia di Mestre Giuseppe Bortolussi, «non tengono conto peraltro di ulteriori eventuali aumenti del costo del denaro che potrebbero essere applicati a livello locale dagli istituti bancari».
Su 3.350.000 famiglie italiane con un mutuo casa, circa due su tre hanno in essere un mutuo a tasso variabile, e perci saranno toccate dal provvedimento della Bce. Attualmente la rata media a livello nazionale pari a 713,8 euro che, con l'aumento medio di 132,4 euro, porter la rata media annua a pesare sui portafogli delle famiglie italiane per 724,8.
«Gli aumenti più consistenti», conclude Bortolussi, «si avranno nelle realtà territoriali dove sono maggiori i livelli di insolvenza e la dimensione media del mutuo per l'acquisto dell'abitazione».
L' aumento ricadrà anche sul popolo delle rate, cioè per chi ha acquistato il «plasma» o l'auto a rate. Ma la decisione della Banca centrale europea penalizzerà anche lo Stato, per il quale sarà pi oneroso rinnovare le scadenze del debito pubblico. Qualche vantaggio, in questo caso, arriver per i bot-peole che potranno contare su un rialzo dei rendimenti dei titoli.
I consumatori. Secondo il Codacons, l'aumento medio sarà di 204 euro l'anno (17 euro al mese). Sulla stessa linea l'Adoc, che prevede 216 euro in più l'anno. Secondo i calcoli di Federconsumatori e Adusbef, la decisione della Bce comporterà una maggiorazione delle rate pari a 132 euro l'anno (11 euro al mese) per un mutuo decennale di 100.000 euro a tasso variabile. I consumatori avvertono: riterranno inaccettabile e illegale qualsiasi manovra di maggiorazione speculativa che dovesse essere eseguita su tassi, mutui e prestiti erogati.
Il popolo delle rate. Con il rialzo dei tassi diventa pi oneroso ricorrere a prestiti per l'acquisto di auto, elettrodomestici, prodotti di elettronica, viaggi e servizi, come ormai fanno in molti, visto che il ricorso al credito al consumo in continuo aumento.
Stato penalizzato. Il rialzo dei tassi non peser soltanto sulle tasche dei cittadini. L'aumento del costo del denaro, infatti, coster allo Stato, in termini di maggior esborso per il pagamento degli interessi sul debito pubblico. E proprio il 12 aprile andranno in asta Bot per 7,5 miliardi.
La mini-stangata è in arrivo sia a chi ha acceso un mutuo a tasso variabile per comprare casa sia a chi ha acquistato l'auto a rate. Nel Paese sono 2.233.000 i nuclei familiari titolari di un mutuo casa variabile. Le famiglie più colpite, afferma la Cgia, saranno quelle del Centro Sud: in particolare quelle residenti nella provincia di Pescara (+207,7 euro), di Cagliari (+204,9, di Roma (+203,4), di Sassari (+ 201,6) e Napoli (+198,7). Le meno investite dagli aumenti, invece, saranno quelle che risiedono nelle nuove province sarde: Carbonia- Iglesias (+29,7 euro), Medio Campidano (+23) e Ogliastra (+15).
«Questi effetti», osserva il segretario della Cgia di Mestre Giuseppe Bortolussi, «non tengono conto peraltro di ulteriori eventuali aumenti del costo del denaro che potrebbero essere applicati a livello locale dagli istituti bancari».
Su 3.350.000 famiglie italiane con un mutuo casa, circa due su tre hanno in essere un mutuo a tasso variabile, e perci saranno toccate dal provvedimento della Bce. Attualmente la rata media a livello nazionale pari a 713,8 euro che, con l'aumento medio di 132,4 euro, porter la rata media annua a pesare sui portafogli delle famiglie italiane per 724,8.
«Gli aumenti più consistenti», conclude Bortolussi, «si avranno nelle realtà territoriali dove sono maggiori i livelli di insolvenza e la dimensione media del mutuo per l'acquisto dell'abitazione».
L' aumento ricadrà anche sul popolo delle rate, cioè per chi ha acquistato il «plasma» o l'auto a rate. Ma la decisione della Banca centrale europea penalizzerà anche lo Stato, per il quale sarà pi oneroso rinnovare le scadenze del debito pubblico. Qualche vantaggio, in questo caso, arriver per i bot-peole che potranno contare su un rialzo dei rendimenti dei titoli.
I consumatori. Secondo il Codacons, l'aumento medio sarà di 204 euro l'anno (17 euro al mese). Sulla stessa linea l'Adoc, che prevede 216 euro in più l'anno. Secondo i calcoli di Federconsumatori e Adusbef, la decisione della Bce comporterà una maggiorazione delle rate pari a 132 euro l'anno (11 euro al mese) per un mutuo decennale di 100.000 euro a tasso variabile. I consumatori avvertono: riterranno inaccettabile e illegale qualsiasi manovra di maggiorazione speculativa che dovesse essere eseguita su tassi, mutui e prestiti erogati.
Il popolo delle rate. Con il rialzo dei tassi diventa pi oneroso ricorrere a prestiti per l'acquisto di auto, elettrodomestici, prodotti di elettronica, viaggi e servizi, come ormai fanno in molti, visto che il ricorso al credito al consumo in continuo aumento.
Stato penalizzato. Il rialzo dei tassi non peser soltanto sulle tasche dei cittadini. L'aumento del costo del denaro, infatti, coster allo Stato, in termini di maggior esborso per il pagamento degli interessi sul debito pubblico. E proprio il 12 aprile andranno in asta Bot per 7,5 miliardi.
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