LA PROTESTA
«Stop alla legge regionale sblocca centri commerciali»
M5S, Confcommercio e Confesercenti: «D’Alfonso non promulghi la norma». I negozianti minacciano di scendere in piazza e di uscire dal Patto per l’Abruzzo
PESCARA . «Il presidente Luciano D’Alfonso non promulghi quella legge, oppure segnaleremo la norma alla Presidenza del Consiglio dei ministri». Promettono battaglia i consiglieri regionali del Movimento cinque Stelle, Sara Marcozzi e Pietro Smargiassi, contro la legge che reca “Norme per il migliore utilizzo delle aree industriali degli ex consorzi”.
LA LEGGE. Una legge approvata durante la stessa seduta di Consiglio regionale che ha dato il via libera al nuovo testo unico sul commercio, strumento, quest’ultimo, salutato con soddisfazione da Confcommercio e Confesercenti perché blocca nuovi insediamenti della grande distribuzione. Peccato, però, hanno sottolineato Marcozzi e Smargiassi, che l’altra legge, quella che si chiede a D’Alfonso di non promulgare, «apra di fatto la strada all’insediamento di nuovi centri e gallerie commerciali». Dove? Nelle aree industriali, in particolare quelle del Vastese.
LE ASSOCIAZIONI. Oltre ai consiglieri Cinquestelle, alla conferenza stampa hanno partecipato Celso Cioni, direttore regionale di Confcommercio, Marisa Tiberio, vice presidente, Lido Legnini, direttore regionale di Confesercenti, e il presidente Daniele Erasmi.
LA STORIA. La legge, ha detto Smargiassi, è arrivata la prima volta in Consiglio nel 2015, con oggetto “Norme per il migliore utilizzo delle aree industriali del Vastese”. A proporla il consigliere Mario Fiorentino Olivieri, ma il progetto resta chiuso nei cassetti. «Il 12 luglio 017, lo stesso consigliere Olivieri ripresenta un nuovo progetto di legge, con un titolo poco diverso dal precedente», ha aggiunto Smargiassi, «ma pressoché uguale al precedente. Una legge», hanno osservato i due consiglieri di opposizione, «che aprirebbe la strada all’insediamento di nuovi centri commerciali e gallerie. Ancora una volta la maggioranza dimostra di non avere una visione del futuro, dell’economia di questa regione e del suo territorio».
Una legge, che «non sarebbe altro che un colpo di coda pre-estivo per trasformare le aree industriali degli ex consorzi confluite nell’Arpa, in aree destinate all’insediamento di strutture ricettive alberghiere ed extra alberghiere, aree commerciali e altri usi di dubbia utilità sociale».
LA PROTESTA. Le associazioni dei commercianti non ci stanno. Se da un lato avevano espresso parole di elogio nei confronti della Regione per il varo del Testo unico, concertato con i rappresentanti di categoria, stavolta minacciano di scendere in piazza per bloccare l’altra legge. «Ringrazio il M5S», ha detto Legnini, «perché è stato l’unico gruppo consiliare a raccogliere il nostro appello. Chiediamo a D’Alfonso di non promulgare la legge, e, in caso contrario, al Governo di impugnarla davanti alla Corte Costituzionale».
«Disapproviamo la nova legge che vuole trasformare le vaste aree industriali abruzzesi in luoghi dove far sorgere altri centri commerciali», ha detto invece Cioni. «Come noto siamo la regione che in tutt’Italia, e nell’intera Europa», ha aggiunto, paventando l’uscita di Confcommercio dal Patto per l’Abruzzo «detiene il più alto indice di grande distribuzione. Se qualcuno vuole fare il gioco delle tre carte noi non ci stiamo, e non saremo ad avallare questa legge che è contraria agli interessi della categoria. Una legge che danneggerebbe un settore che ha già dovuto subire le conseguenze nefaste di scelte miopi».
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