Storia di Cornelia «Io, straniera in patria»

Dal Lussemburgo alla Francia fino al ritorno nell’Abruzzo dei genitori Una donna di 46 anni racconta la sua vita in giro per l’Europa dietro al lavoro

L’AQUILA. Buonanotte Roma, bonjour Paris. Il treno Palatino è la porta del paese dei balocchi. I ricordi di viaggio di Cornelia Eusani, partono dalle cuccette del celebre e leggendario “direttissimo” che collegava la stazione Termini alla Ville Lumière. Da qualche anno, la linea è soppressa, ma quelle 12 ore da un capo all’altro, per molti rappresentavano il passaggio da una dimensione all'altra, alla ricerca di un lavoro nuovo ma anche di un'esperienza di vita alternativa.Tutto questo e molto altro per Cornelia che in Francia ha studiato e lavorato complessivamente 6 anni. La sua storia è, forse, una storia come tante. Ma dentro c'è tutta la carica emotiva di chi decide di lasciare casa per qualche tempo, rimettere tutto in gioco e proporsi per cimentarsi in un’esperienza all'estero, magari proprio a partire dal paese dei balocchi per eccellenza: il parco Disneyland Paris, dove è giunta attraverso le selezioni fatte dai centri Eures. Un posto dove transitano ogni anno milioni di turisti e può succedere di tutto. «Pensi che una volta», confida lei, «il buon Lino Banfi fu perquisito dalla security perché delle commesse maldestre dimenticarono di rimuovere il dispositivo anti-taccheggio. Il bello è che questo gli è successo in due boutique diverse, tra cui quella dove lavoravo io, a distanza di pochi minuti». Per non parlare di quando si presentò il presidentissimo Massimo Moratti tra le riverenze dei tifosi interisti. Ma andiamo con ordine. Cornelia è nata a Lussemburgo 46 anni fa in una famiglia di emigranti originaria di Prata d'Ansidonia. Suo padre Sabatino (91 anni) e sua madre Maria Grazia (84) si sono sposati nel 1953 (proprio oggi festeggiano i 60 anni di matrimonio). Proprio in quegli anni, la sua famiglia è emigrata a Lussemburgo per motivi di lavoro. «Mio padre ha sempre lavorato nell’edilizia», spiega, «e questo ci ha portati lì, dove sono rimasta fino a quando avevo 13 anni. Poi la mia famiglia è tornata in Italia, tutti tranne mio fratello maggiore Sergio che è sempre rimasto in Lussemburgo. Sono tornata a casa con l'altro mio fratello, Marcello». In un certo senso, il rientro in Italia della famiglia Eusani è stato per Cornelia il suo primo viaggio all'estero, visto che all'epoca parlava bene “solo” francese, tedesco e “lussemburghese”. «Ho perfezionato l’italiano a scuola e ho portato avanti gli studi fino all’università, scegliendo Lingue e letterature straniere, scegliendo inglese e spagnolo». È proprio grazie all’università dell’Aquila – che nel 1990 ha attivato il progetto Erasmus – che Cornelia ha preso il Palatino per approdare a Parigi, per la prima volta, destinazione banlieue (periferia nord), per studiare all’università di Paris VIII, nel cuore di Saint-Denis, proprio nell’area che 8 anni dopo avrebbe inaugurato lo Stade de France, teatro di un Mondiale bruttino, almeno nei ricordi degli italiani, battuti ai rigori proprio dai Transalpini. «Che bei ricordi di quel periodo», racconta Cornelia, «erano gli ultimi mesi che ho lavorato per Euro Disney e ci riunivamo nelle foresterie insieme a tutti gli altri italiani per fare tifo». Per Cornelia, lavorare al parco Disneyland (lo ha fatto dal ’95 al ’98) ha costituito la possibilità di tornare a vivere Parigi. Già perché per molti Eurodisney rappresenta una porta d’accesso alla capitale transalpina che si trova a soli 40 minuti di Rer (treno regionale).Funziona così: hai liberi due giorni a settimana che puoi usare per riposare oppure per andare in città e cercare qualcosa di diverso.

«Io usavo i giorni di riposo - jour de conjé per godermi Parigi e, se volevo, cercare qualcosa di diverso dal punto di vista professionale, lo cercavo qui dentro, visto che il parco è dotato di un Centre multimedia attrezzatissimo, ma soprattutto, qui è possibile fare lavori di vario tipo, dalla reception, alla ristorazione, per non parlare dei personaggi Disney (per un periodo ho lavorato all’area dedicata a Pinocchio)». Esperienze che ti cambiano la vita. «Mario, un mio collega», ricorda, «ha fatto carriera nella ristorazione, diventando dirigente di una catena multinazionale. Io credo, comunque di aver allargato i miei orizzonti, confrontandomi con un melting pot internazionale». Un bagaglio di esperienze che poi l’ha portata a lavorare in giro per l’Europa, da Southampton al Sud Tirolo, prima di tornare in Abruzzo.

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