Suor Vera, la superiora un po’ santa e un po’ manager coinvolta nell'inchiesta rifiuti
CHIETI. Suor Vera D’Agostino è quella che qualche mese fa, su queste colonne, è stata definita un po’ santa e un po’ manager. E se in aprile, a Pasqua, quando ci ha aperto per la prima volta le porte del Villaggio della Speranza, veniva fuori la madre superiora della Fondazione Figlie dell’amore di Maria e di Gesù, l’organizzatrice mai toccata dalla stanchezza della Passione (rappresentazione fatta in piena emergenza profughi), circondata da 54 straordinarie sorelle dedicate ad aiutare i reietti, ieri, con l’inchiesta Terre d’oro, di Vera D’Agostino si è portati a pensarla nella sue vesti di “manager”.
Secondo gli inquirenti avrebbe permesso una discarica abusiva ai margini del Villaggio della Speranza a Brecciarola, senza autorizzazione. La madre superiora, sorella dell’assessore coinvolto nella inchiesta “Sesso per una casa” è sempre stata figlia di due popoli: quelli che la criticano, che sospettano che dietro quella azione di solidarietà ci siano altri interessi e quelli che la amano senza riserve, affascinati dalla suo continuo occuparsi delle persone che hanno bisogno che ospita nella casa famiglia che svetta sulle colline mozzafiato di Brecciarola.
Lì suor Vera accoglie ragazze madri, persone senza lavoro, tossicodipendenti, bambini orfani e profughi. Li fa sentire in famiglia. La sua opera che nasce con sole 10mila lire si autofinanzia con la produzione di alcuni prodotti realizzati all’interno della casa-azienda e gode della solidarietà di molti.