Sviluppo Italia cambia gestione, restano i debiti

Ruffini nominato presidente, l’ex Carispaq Tordera amministratore delegato Il nuovo vertice resterà in carica per nove mesi. Tagliati i costi del cda

PESCARA. Era destinata alla liquidazione. Invece per Sviluppo Italia Abruzzo si apre una fase nuova, anche se qualche vecchio problema resta. Primo fra tutti il debito di 1 milione e 200 mila euro, 700 mila dei quali per indennità e rimborsi dovuti a un precedente amministratore, un funzionario di Invitalia, la società controllata dal ministero dello Sviluppo economico, che seguì per l’Abruzzo tutta la fase di regionalizzazione di Sviluppo Italia, acquistata poi dalla Regione per la simbolica cifra di un euro. Il prezzo comprendeva i tre incubatori d’impresa di Avezzano, Mosciano Sant’Angelo e Sulmona del valore di 10 milioni, 18 dipendenti e il debito. Che però la Regione non intende riconoscere, augurandosi invece di arrivare a una «corretta definizione del gravame».

Intanto ieri l’assemblea dei soci di Sviluppo Italia Abruzzo (controllata al 100% dalla società regionale Abruzzo sviluppo guidata da Riccardo Bertazzo), ha approvato il bilancio 2014 che dopo anni di perdite ed erosione del capitale torna in bonis chiudendo con un sostanziale pareggio (l’utile è di appena 51 euro), ottenuto, dice una nota della Regione «grazie a una riduzione dei costi del personale di circa il 20 per cento, al taglio dei costi di gestione e alla diminuzione dei costi energetici». Il fatturato ammonta a 950mila euro, con debiti, come si è detto, per circa 1,2 milioni. Il cda composto dal presidente Giuseppe Cetrullo e dai consiglieri Luca Labricciosa e Gemma Andreini si è presentato dimissionario (Cetrullo ha annunciato di aver rinunciato al bonus di 10mila euro che gli sarebbe spettato quale indennità di risultato).

Il presidente della Regione Luciano D’Alfonso ha quindi annunciato il nuovo vertice, che resterà in carica fino a maggio 2016: Claudio Ruffini come presidente, Rinaldo Tordera (ex direttore generale di Carispaq, oggi amministratore unico della Asm, società multiservizi del comune dell’Aquila) quale amministratore delegato e Daniela Luciani, grafica ed esperta marketing, in veste di consigliere. Quale sarà la mission di Sviluppo Italia Abruzzo? Per D'Alfonso la società «dovrà essere l'articolazione di Abruzzo Sviluppo destinata a facilitare la nascita e la vita delle imprese». Quanto al debito, per abbatterlo, ha detto il governatore, «occorrerà collocare sul mercato gli spazi liberi, recuperare i crediti da chi utilizza o ha utilizzato strutture della società e attivarsi presso Invitalia per una ristrutturazione dei costi sostenuti. Inoltre verranno tagliati i costi del cda: presidente e consigliere vedranno decurtato del 10 per cento il proprio compenso (che è rispettivamente di 18 mila e 12 mila euro, ndr.) mentre quello dell'amministratore delegato (30 mila euro, ndr.) diminuirà del 15 per cento; l'indennità di risultato sarà ridotta da 10mila a 8mila euro, ma l'assemblea dei soci dovrà individuare criteri stringenti per determinare in maniera oggettiva la misurabilità dei risultati ottenuti. Infine», ha aggiunto D’Alfonso, «in caso di perdite per due esercizi consecutivi, verranno azzerate tutte le competenze economiche dei vertici societari». La nuova vita di Sviluppo Italia si deve soprattutto alle nuove commesse di Invitalia che hanno consentito di riportare in equilibrio i conti. Rientrata oltre alla liquidazione anche la vendita dei tre incubatori d’impresa. Con le nomine “a tempo” del nuovo vertice la Regione si prende nove mesi per decidere del futuro della struttura. Nei piani della giunta relativi alle società partecipate, Sviluppo Italia Abruzzo sarebbe destinata ad essere incorporata in Sviluppo Abruzzo, società che la Regione ritiene strategica. «Ma il presidente D’Alfonso», corregge Ruffini, «non ci ha indicato soluzioni specifiche. Ci ha invece chiesto di studiare diverse soluzioni tra cui scegliere la più produttiva»

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