Tancredi: "È l’ora della Macroregione Adriatica"

Il deputato del Pdl Tancredi prepara una proposta di legge: Abruzzo, Marche e Molise insieme per essere più forti

PESCARA. Macroregione Adriatica. Forse non sarà questo il nome, ma è certamente questa l’espressione geografica individuata dalla proposta di legge che il deputato del Pdl Paolo Tancredi sta per presentare in Parlamento. Marche-Abruzzo-Molise insieme formerebbero una macroregione di 3milioni 200mila abitanti con un Pil di 75 miliardi. Numeri che cominciano a essere importanti, visto che il Pil della macroregione sarebbe superiore per esempio a quello di un paese come la Croazia (62 miliardi) che dal 1° luglio prossimo sarà il 28° Stato dell’Unione europea.

L’accorpamento delle regioni secondo Tancredi sarebbe la vera riforma istituzionale, e non quella delle Province, che resta «una questione mediatica, sproporzionata», dice il deputato teramano. «L’enfasi per la loro abolizione è fuori portata rispetto all’efficienza che cerchiamo. Invece il vero inizio, la vera manovra dell’efficientamento istituzionale viene dall’accorpamento delle Regioni». È d’altronde un fatto, precisa Tancredi, «che la riforma del Titolo V della Costituzione, non completata con il federalismo fiscale, non ha raggiunto gli obiettivi voluti». Abbiamo ancora un sistema regionale «sproporzionato, inefficiente e costoso», dice Tancredi «e oggi costa molto di più un consigliere regionale che un intero consiglio provinciale. In più il consigliere regionale genera più inefficienza. Il fatto per esempio che il Molise abbia un’assemblea legislativa è una cosa senza senso, oltre al fatto di generare incongruenze normative». Per esempio «le leggi regionali incidono su materie importanti come il commercio, per cui se tu vai da Vasto a Foggia trovi tre normative commerciali diverse. Assurdo. Per questo dobbiamo andare verso le macroregioni. La mia», insiste Tancredi, «non è una proposta antifederalista, anzi: il mio è un federalismo convinto, perché il regionalismo non decolla proprio per la sproporzione delle regioni». Molte delle quali sono inadatte, dice il deputato, a presentarsi come interlocutori dell’Unione europea. «Come fanno regioni come Basilicata, Molise, Abruzzo a competere con colossi come la Baviera, la Catalogna, la stessa Lombardia?» Parte da qui la proposta della macroregione (non nuovissima, anche il Pd Abruzzese aveva cominciato a discuterne con il governatore della Regione Marche Spacca).

«Abbiamo un’area omogenea medio adriatica con le stesse vocazioni territoriali», ragiona Tancredi, «e con una logistica che può essere integrata. Si tratta di un’area che insieme può raccogliere la sfida che viene lanciata dall’altra parte dell’Adriatico. Ma penso anche al problema dell’estrazione petrolifera in Adriatico, o del ciclo integrati dei rifiuti: abbiamo tanti argomenti che possiamo trattare in maniera unitaria, senza parlare del tema (più demagogico) del costo dei tre consigli regionali».

L’iter per la proposta di legge è lungo. Dovrà passare per i consigli regionali (che vanno solo «sentiti») e poi dovrà trovare il suo completamento in una riforma dell’articolo 131 della Costituzione. «Per il momento cerchiamo di raccogliere consensi attorno alla proposta: ho già parlato con altri colleghi parlamentari di Marche e Molise». E quale sarà il capoluogo? «A me piacerebbe L'Aquila, ma non è una questione centrale: non vogliamo certo abolire la storia dell’Abruzzo o delle Marche o del Molise, vogliamo semplicemente creare un organismo istituzionale unico».

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