Tangenti, Angelini reggeal confronto con Del Turco
Vincenzo Angelini, il grande accusatore, regge il confronto con gli avvocati difensori di Del Turco (nella foto) e degli altri indagati, conferma le accuse di tangenti e, a conclusione dell'incidente probatorio, segna un punto importante a favore della Procura di Pescara.
Nel giorno del confronto tra il grande accusatore-indagato della sanitopoli abruzzese, Vincenzo Angelini, e i legali degli altri indagati, non sono emerse sorprese e vi è stata la conferma delle sue dichiarazioni rese nei giorni scorsi ai pm in oltre dieci ore di deposizione.
Tanto che la Procura si è detta soddisfatta, mentre i legali - molti dei quali non sono intervenuti - hanno riferito poco ai cronisti, evidenziando qualche contraddizione che sarebbe emersa in solo tre ore e mezza di udienza. L'incidente probatorio, quindi, conferma nel complesso l'impianto accusatorio e chiude un capitolo importante nell'inchiesta su presunte tangenti di oltre 15 milioni che ha fatto cadere la giunta abruzzese, con gli arresti del presidente, Ottaviano Del Turco, e di altri dieci tra assessori, politici e imprenditori.
Nei prossimi giorni la difesa chiederà la revoca degli arresti domiciliari, mentre il procuratore capo, Nicola Trifuoggi, ha annunciato: "Intendiamo concludere al più presto questo procedimento, senza perdite di tempo, e abbiamo acquisito dichiarazioni valide per il dibattimento. Abbiamo voluto che processualmente entrassero le dichiarazioni di Angelini, che sono state confermate".
Fuori dall'aula, Angelini ha commentato anche la querela presentata nei suoi confronti dall'ex segretario Ds Piero Fassino: "Credo che abbia inteso male. Ho riferito che Del Turco e Cesarone in diverse circostanze mi hanno detto che qualcosa dovevano anche a Fassino. Io credo che l'ex segretario Ds si sia mosso nei termini più legali", ha detto l'imprenditore riferendosi alle sue dichiarazioni di mercoledì in aula sui "poteri forti" che avrebbe contro. Bocche cucite, invece, da parte degli indagati, dopo le reprimende per interviste e dichiarazioni alla stampa dei giorni scorsi. Nemmeno i legali hanno commentato quanto detto da Angelini ai giornalisti e in aula.
L'imprenditore ha spiegato la decisione di parlare: "La famiglia ha ricostruito in me un minimo di forze e dignità". E ancora: "In questi anni, come sta emergendo, sono stato massaggiato lungamente per vendere", "Dieci ho pagato, uno ho incassato, e non ho avuto nemmeno quell'uno". Ma la Procura è di diverso avviso: per Trifuoggi, infatti, quelle di Angelini sarebbero state dazioni "proporzionate a quanto ricevuto".
Tanto che la Procura si è detta soddisfatta, mentre i legali - molti dei quali non sono intervenuti - hanno riferito poco ai cronisti, evidenziando qualche contraddizione che sarebbe emersa in solo tre ore e mezza di udienza. L'incidente probatorio, quindi, conferma nel complesso l'impianto accusatorio e chiude un capitolo importante nell'inchiesta su presunte tangenti di oltre 15 milioni che ha fatto cadere la giunta abruzzese, con gli arresti del presidente, Ottaviano Del Turco, e di altri dieci tra assessori, politici e imprenditori.
Nei prossimi giorni la difesa chiederà la revoca degli arresti domiciliari, mentre il procuratore capo, Nicola Trifuoggi, ha annunciato: "Intendiamo concludere al più presto questo procedimento, senza perdite di tempo, e abbiamo acquisito dichiarazioni valide per il dibattimento. Abbiamo voluto che processualmente entrassero le dichiarazioni di Angelini, che sono state confermate".
Fuori dall'aula, Angelini ha commentato anche la querela presentata nei suoi confronti dall'ex segretario Ds Piero Fassino: "Credo che abbia inteso male. Ho riferito che Del Turco e Cesarone in diverse circostanze mi hanno detto che qualcosa dovevano anche a Fassino. Io credo che l'ex segretario Ds si sia mosso nei termini più legali", ha detto l'imprenditore riferendosi alle sue dichiarazioni di mercoledì in aula sui "poteri forti" che avrebbe contro. Bocche cucite, invece, da parte degli indagati, dopo le reprimende per interviste e dichiarazioni alla stampa dei giorni scorsi. Nemmeno i legali hanno commentato quanto detto da Angelini ai giornalisti e in aula.
L'imprenditore ha spiegato la decisione di parlare: "La famiglia ha ricostruito in me un minimo di forze e dignità". E ancora: "In questi anni, come sta emergendo, sono stato massaggiato lungamente per vendere", "Dieci ho pagato, uno ho incassato, e non ho avuto nemmeno quell'uno". Ma la Procura è di diverso avviso: per Trifuoggi, infatti, quelle di Angelini sarebbero state dazioni "proporzionate a quanto ricevuto".