Teramo-Ascoli, prove tecniche di integrazione
Primo incontro tra le Regioni Abruzzo e Marche: comincia la cooperazione
TERAMO. Prove tecniche di integrazione fra Teramo e Ascoli, o per meglio dire tra Marche e Abruzzo. Le delegazioni delle due Regioni (composte, per l'Abruzzo dagli assessori Giovanni D'Amico e Tommaso Ginoble, per le Marche dagli assessori Pietro Marcolini e Luciano Agostini) si sono incontrate martedì scorso a Grottammare per gettare le basi di un lavoro comune interregionale.
Insomma, non si tratta più di discussioni accademiche nei convegni (anche se quello organizzato il mese scorso dall'università di Teramo, nel quale il sindaco Gianni Chiodi ha lanciato la proposta della provincia unica Teramo-Ascoli, si è rivelato di grande importanza): adesso comincia la fase operativa.
«E' stato un incontro per discutere di questioni funzionali», spiega l'assessore D'Amico, «per valutare quali possono essere i mezzi istituzionali e cooperativi per integrare le due Regioni per le politiche territoriali, in particolare, ovviamente, per l'area teramana».
In primo piano ci sono le infrastrutture, a cominciare dal collegamento viario fra i due capoluoghi, ancora affidato alla vecchissima, tortuosa statale 81 Teramo-Ascoli. «Ci sono delle risorse stanziate», dice in proposito D'Amico, «ma bisogna fare un piano interregionale e in questo modo le risorse possono essere aumentate». C'è da tenere presente, comunque, la proposta - resa nota recentemente dal sindaco Chiodi - avanzata da “Strada dei Parchi”, la società che gestisce le autostrade abruzzesi, che si è offerta di realizzare a proprie spese un collegamento autostradale tra i due capoluoghi a patto che le venga affidata la gestione.
Un altro importante argomento esaminato, sul quale le due Regioni pensano di poter intervenire, è stato quello dei servizi sanitari. «Nella fascia confinaria», osserva D'Amico, «c'è un forte interscambio», che però penalizza soprattutto la Regione Abruzzo, dal momento che molti residenti della Val Vibrata si rivolgono agli ospedali di Ascoli e San Benedetto, creando quella cosiddetta “mobilità passiva” che costituisce una delle principali voci del deficit della sanità teramana. «E' stato comunque uno scambio preliminare», spiega ancora D'Amico, «l'assessore Marcolini ha assunto l'impegno di stilare un protocollo operativo sul quale lavorare. Del resto l'incontro è stato sollecitato dall'assessore Marcolini: c'è un grande interesse da parte della Regione Marche e ovviamente anche da parte nostra a sviluppare politiche di cooperazione. Ora partiamo con i protocolli progettuali, ma ci potrebbe essere anche una normativa comune delle due Regioni e in questo senso si potrebbe parlare di federalismo flessibile». Il prossimo incontro ci sarà a fine mese.
Insomma, non si tratta più di discussioni accademiche nei convegni (anche se quello organizzato il mese scorso dall'università di Teramo, nel quale il sindaco Gianni Chiodi ha lanciato la proposta della provincia unica Teramo-Ascoli, si è rivelato di grande importanza): adesso comincia la fase operativa.
«E' stato un incontro per discutere di questioni funzionali», spiega l'assessore D'Amico, «per valutare quali possono essere i mezzi istituzionali e cooperativi per integrare le due Regioni per le politiche territoriali, in particolare, ovviamente, per l'area teramana».
In primo piano ci sono le infrastrutture, a cominciare dal collegamento viario fra i due capoluoghi, ancora affidato alla vecchissima, tortuosa statale 81 Teramo-Ascoli. «Ci sono delle risorse stanziate», dice in proposito D'Amico, «ma bisogna fare un piano interregionale e in questo modo le risorse possono essere aumentate». C'è da tenere presente, comunque, la proposta - resa nota recentemente dal sindaco Chiodi - avanzata da “Strada dei Parchi”, la società che gestisce le autostrade abruzzesi, che si è offerta di realizzare a proprie spese un collegamento autostradale tra i due capoluoghi a patto che le venga affidata la gestione.
Un altro importante argomento esaminato, sul quale le due Regioni pensano di poter intervenire, è stato quello dei servizi sanitari. «Nella fascia confinaria», osserva D'Amico, «c'è un forte interscambio», che però penalizza soprattutto la Regione Abruzzo, dal momento che molti residenti della Val Vibrata si rivolgono agli ospedali di Ascoli e San Benedetto, creando quella cosiddetta “mobilità passiva” che costituisce una delle principali voci del deficit della sanità teramana. «E' stato comunque uno scambio preliminare», spiega ancora D'Amico, «l'assessore Marcolini ha assunto l'impegno di stilare un protocollo operativo sul quale lavorare. Del resto l'incontro è stato sollecitato dall'assessore Marcolini: c'è un grande interesse da parte della Regione Marche e ovviamente anche da parte nostra a sviluppare politiche di cooperazione. Ora partiamo con i protocolli progettuali, ma ci potrebbe essere anche una normativa comune delle due Regioni e in questo senso si potrebbe parlare di federalismo flessibile». Il prossimo incontro ci sarà a fine mese.