Terremoto, un indennizzo per smaltire le macerie
Il Comune rimuove gratuitamente soltanto i detriti provocati dal sisma
L’AQUILA. Macerie: una spesa che viene compresa nel rimborso previsto per la risistemazione delle case danneggiate dal sisma. La spesa in questione è quella relativa alla rimozione e allo smaltimento degli inerti che si accumulano durante i lavori di riparazione delle case.
«Il decreto, convertito poi in legge» spiega l’assessore comunale all’Ambiente Alfredo Moroni «attribuisce ai Comuni le spese per la rimozione delle macerie riferibili a crolli o a demolizioni disposte con ordinanza. In tutti gli altri casi - sia che si tratti di immobili classificati A, B o C - questa spesa rientra nella stima dei danni e va quindi considerata nel computo delle risorse destinate al rimborso per i lavori di riparazione o di ristrutturazione da eseguire. Non si tratta, insomma, di oneri a carico dei Comuni che, invece, devono sostenere tali costi solo per quel riguarda gli edifici pubblici o per portar via le macerie di case completamente distrutte dal sisma o da demolire con apposita ordinanza. Ciò significa che l’impresa che esegue i lavori di riparazione di case private deve far rientrare questa spesa nel budget complessivo previsto per ogni intervento. Inerti che vanno poi trasportati in discariche autorizzate».
«Noi» aggiunge l’assessore «abbiamo sollecitato la Protezione civile a prevedere un indennizzo ad hoc, magari anche solo per coprire parzialmente tale spesa, così da accelerare le procedure per le riparazioni sia delle abitazioni che degli immobili destinati alle attività produttive, attualmente in una situazione di grave impasse. Dopodomani rilanceremo questa richiesta nel corso di un incontro alla Regione. E in caso di “disco verde” verranno rimborsati i soldi eventualmente anticipati - sempre dietro fattura - mentre per le pratiche in itinere sarà possibile integrare la documentazione presentata».
Dalla stessa riunione, dovrebbe venir fuori anche un atto deliberativo della Regione per abbreviare le procedure per il reperimento di altri siti (le linee guida sono tracciate dalla Provincia) dove poter trasferire la grandissima quantità di detriti provenienti dall’Aquila e dalle altre zone colpite dal terremoto.
Attualmente le discariche disponibili (l’elenco è pubblicato sul sito della Provincia) si trovano a Barisciano, Bazzano, San Vincenzo Valle Roveto, Sulmona, Celano, Avezzano, Tagliacozzo e Goriano Sicoli. Ci sono poi altri siti, abilitati anche al riciclo di questi materiali, che si trovano a Massa D’Albe, Capestrano, L’Aquila, Montereale, San Benedetto dei Marsi, Avezzano, Aielli, Capistrello, Carsoli, Celano, Pacentro e Scontrone.
L’impresa a cui viene affidato l’intervento deve necessariamente far riferimento a questo elenco. E i costi, che variano secondo le quantità di materiale da rimuovere e la distanza del sito dove andare a depositarli, rientrano nel calderone dei lavori. Un invito ai sindaci dei comuni del cratere, a indicare subito altri luoghi dove poter smaltire le macerie (in questo caso di edifici pubblici o di quelli gravati da ordinanza di demolizione) è arrivato anche dai vigili del fuoco pronti a dare una mano, sempre che qualcuno decida rapidamente le nuove aree da destinare a questa attività.
Chiarimenti sulle procedure da adottare arrivano anche dalla Protezione civile. «Laddove è necessario procedere a demolizione con ordinanza municipale» affermano i responsabili del settore «la rimozione e lo smaltimento delle macerie è a carico dei Comuni che adottano tali provvedimenti. Per ciò che riguarda il resto - ovvero gli immobili di proprietà prrivata - le spese per trasporto e smaltimento rientrano nel computo del rimborso che, naturalmente, varia a seconda che si tratti di prima o seconda casa. E per evitare che il territorio diventi una disseminata discarica di materiali inerti, la ditta che esegue i lavori deve giustificare la corretta gestione del “rifiuto”. Insomma, tutto deve svolgersi in impianti autorizzati e controllati. Sia per le prime case, che per le altre, (in questo caso il rimborso complessivo previsto non va oltre gli 80mila euro) la spesa per lo smaltimento dei detriti fa parte del contributo assegnato». C’è poi il caso di chi decide autonomamente di abbattere la propria abitazione (con danni strutturali) per ricostruirla altrove.
«In questo caso» afffermano alla Protezione civile «sarà la società Fintecna a farsi carico della rimozione e del conferimento delle macerie in un sito autorizzato. Il costo dell’intervento verrà sottratto alla somma fissata da Fintecna per l’acquisto di quell’immobile.
«Il decreto, convertito poi in legge» spiega l’assessore comunale all’Ambiente Alfredo Moroni «attribuisce ai Comuni le spese per la rimozione delle macerie riferibili a crolli o a demolizioni disposte con ordinanza. In tutti gli altri casi - sia che si tratti di immobili classificati A, B o C - questa spesa rientra nella stima dei danni e va quindi considerata nel computo delle risorse destinate al rimborso per i lavori di riparazione o di ristrutturazione da eseguire. Non si tratta, insomma, di oneri a carico dei Comuni che, invece, devono sostenere tali costi solo per quel riguarda gli edifici pubblici o per portar via le macerie di case completamente distrutte dal sisma o da demolire con apposita ordinanza. Ciò significa che l’impresa che esegue i lavori di riparazione di case private deve far rientrare questa spesa nel budget complessivo previsto per ogni intervento. Inerti che vanno poi trasportati in discariche autorizzate».
«Noi» aggiunge l’assessore «abbiamo sollecitato la Protezione civile a prevedere un indennizzo ad hoc, magari anche solo per coprire parzialmente tale spesa, così da accelerare le procedure per le riparazioni sia delle abitazioni che degli immobili destinati alle attività produttive, attualmente in una situazione di grave impasse. Dopodomani rilanceremo questa richiesta nel corso di un incontro alla Regione. E in caso di “disco verde” verranno rimborsati i soldi eventualmente anticipati - sempre dietro fattura - mentre per le pratiche in itinere sarà possibile integrare la documentazione presentata».
Dalla stessa riunione, dovrebbe venir fuori anche un atto deliberativo della Regione per abbreviare le procedure per il reperimento di altri siti (le linee guida sono tracciate dalla Provincia) dove poter trasferire la grandissima quantità di detriti provenienti dall’Aquila e dalle altre zone colpite dal terremoto.
Attualmente le discariche disponibili (l’elenco è pubblicato sul sito della Provincia) si trovano a Barisciano, Bazzano, San Vincenzo Valle Roveto, Sulmona, Celano, Avezzano, Tagliacozzo e Goriano Sicoli. Ci sono poi altri siti, abilitati anche al riciclo di questi materiali, che si trovano a Massa D’Albe, Capestrano, L’Aquila, Montereale, San Benedetto dei Marsi, Avezzano, Aielli, Capistrello, Carsoli, Celano, Pacentro e Scontrone.
L’impresa a cui viene affidato l’intervento deve necessariamente far riferimento a questo elenco. E i costi, che variano secondo le quantità di materiale da rimuovere e la distanza del sito dove andare a depositarli, rientrano nel calderone dei lavori. Un invito ai sindaci dei comuni del cratere, a indicare subito altri luoghi dove poter smaltire le macerie (in questo caso di edifici pubblici o di quelli gravati da ordinanza di demolizione) è arrivato anche dai vigili del fuoco pronti a dare una mano, sempre che qualcuno decida rapidamente le nuove aree da destinare a questa attività.
Chiarimenti sulle procedure da adottare arrivano anche dalla Protezione civile. «Laddove è necessario procedere a demolizione con ordinanza municipale» affermano i responsabili del settore «la rimozione e lo smaltimento delle macerie è a carico dei Comuni che adottano tali provvedimenti. Per ciò che riguarda il resto - ovvero gli immobili di proprietà prrivata - le spese per trasporto e smaltimento rientrano nel computo del rimborso che, naturalmente, varia a seconda che si tratti di prima o seconda casa. E per evitare che il territorio diventi una disseminata discarica di materiali inerti, la ditta che esegue i lavori deve giustificare la corretta gestione del “rifiuto”. Insomma, tutto deve svolgersi in impianti autorizzati e controllati. Sia per le prime case, che per le altre, (in questo caso il rimborso complessivo previsto non va oltre gli 80mila euro) la spesa per lo smaltimento dei detriti fa parte del contributo assegnato». C’è poi il caso di chi decide autonomamente di abbattere la propria abitazione (con danni strutturali) per ricostruirla altrove.
«In questo caso» afffermano alla Protezione civile «sarà la società Fintecna a farsi carico della rimozione e del conferimento delle macerie in un sito autorizzato. Il costo dell’intervento verrà sottratto alla somma fissata da Fintecna per l’acquisto di quell’immobile.