«Trauma psichico negli edifici a rischio»
Gli effetti sugli alunni spiegati dalla psicologa dell’Aquila: «Vi racconto il caso del Cotugno»
TERAMO. Una scuola insicura crea un trauma psicologico nell’alunno. A sostenerlo è un’esperta: Ilaria Carosi, psicologa aquilana che ha studiato gli effetti del terremoto sul benessere psicologico degli studenti. E che ieri, al convegno teramano sulle scuole sicure, ha letto alla platea la lettera struggente di Andrea B., 19 anni, neodiplomato al liceo Cotugno, l’istituto aquilano diventato un simbolo delle scuole abruzzesi da abbattere e ricostruire.
«Andrea, nella sua lettera, rimarca il suo diritto a poter vivere in uno spazio sicuro perché», dice la psicologa, «se non siamo al sicuro non possiamo sviluppare una psiche serena». Il terremoto, continua la Carosi, è un trauma: «Una cesura tra il prima e il dopo». E il Cotugno, scuola in gran parte sgomberata, ne diventa la metafora: «La frammentazione, in cinque sedi diverse, ha cancellato l’identità della scuola». Per l’esperta aquilana i giovani hanno diritto ad avere spazi sicuri anche nei territori sismici «perché la loro identità si lega ai luoghi». E non è detto che la paura sia un fattore negativo. Anzi. «La paura è un’emozione adattativa», afferma la psicologa, «serve a proteggerci perché ci fa reagire con l’attacco o la fuga».
Sbaglia, dunque, chi sottovaluta il rischio (come la politica in Abruzzo fa con le scuole insicure, ndr) perché, in questo modo, fa rimuovere il lato positivo della paura che, per la Carosi, porta gli studenti, e non solo, ad aumentare la consapevolezza e la conoscenza del rischio. Solo chi sa, infatti, può pensare «di costruire scuole come se una scossa dovesse arrivare da un momento all’altro». Scuole sicure. (l.c.)
«Andrea, nella sua lettera, rimarca il suo diritto a poter vivere in uno spazio sicuro perché», dice la psicologa, «se non siamo al sicuro non possiamo sviluppare una psiche serena». Il terremoto, continua la Carosi, è un trauma: «Una cesura tra il prima e il dopo». E il Cotugno, scuola in gran parte sgomberata, ne diventa la metafora: «La frammentazione, in cinque sedi diverse, ha cancellato l’identità della scuola». Per l’esperta aquilana i giovani hanno diritto ad avere spazi sicuri anche nei territori sismici «perché la loro identità si lega ai luoghi». E non è detto che la paura sia un fattore negativo. Anzi. «La paura è un’emozione adattativa», afferma la psicologa, «serve a proteggerci perché ci fa reagire con l’attacco o la fuga».
Sbaglia, dunque, chi sottovaluta il rischio (come la politica in Abruzzo fa con le scuole insicure, ndr) perché, in questo modo, fa rimuovere il lato positivo della paura che, per la Carosi, porta gli studenti, e non solo, ad aumentare la consapevolezza e la conoscenza del rischio. Solo chi sa, infatti, può pensare «di costruire scuole come se una scossa dovesse arrivare da un momento all’altro». Scuole sicure. (l.c.)