"Troppi conflitti, usciremo dal Campus"

Primavera (Confindustria): tra Fiom e comitati del no sempre più difficile fare impresa

PESCARA. Confindustria potrebbe tirarsi fuori dal progetto del Campus automotive se dovesse continuare l'offensiva della Fiom contro la Sevel e la crescente attività dei comitati del no. A dirlo è Paolo Primavera, presidente di Confindustria Chieti.

Presidente come mai questa posizione?
«Perché nel caso Sevel l'atteggiamento della Fiom risponde a una posizione estremamente politicizzata. La Sevel è l'unica azienda in Abruzzo che dà segni di ripresa e incrementa l'export. I nostri politici non devono dimenticare che la sola Sevel concorre al 10% del Pil regionale. Raccomanderei di non demonizzare l'unica cosa che va bene».

Ma perché la minaccia di abbandonare il progetto del Campus?
«Perché stiamo facendo di tutto per far scappare le aziende. E se questo territorio non diventa un territorio appetibile per le aziende, a che cosa serve andare avanti col Campus? Non dimentichiamo che uno dei maggiori azionisti del progetto è il Gruppo Fiat settore Automotive. Dalla Fiom mi sarei aspettato comportamenti idonei a potenziare le attività e e sviluppare il Campus per creare nuova occupazione. Invece la mia impressione è che la Fiom abruzzese sia troppo attenta alla politica nazionale del sindacato e non al discorso locale, e non so se tutti nella Fiom sono d'accordo con questa posizione, perché le nostre aziende hanno sempre avuto un buon rapporto col sindacato, compresa la Fiom. Invece per la Sevel è come se prevalessero le direttive nazionali».

E allora?

«Ormai non si capisce più se questo è un territorio dove conviene investire. Facciamo il caso dell'assenteismo».

E' un problema?
«E' un tema da affrontare. Come Confindustria abbiamo fatto dei riscontri con alcune aziende della nostra provincia che avevano un assenteismo per malattia dell'8%. Abbiamo stabilito incentivi economici a fine mese se le assenze non superano un certo tetto. Ebbene ci sono aziende che sono scese all'1,5% di assenteismo. In generale il decremento è stato del 60-70%. Allora di che cosa devo discutere? La gente si ammala per questione economiche?

Un lavoratore può assentarsi anche perché ha problemi in famiglia e non ha servizi sostitutivi. I tagli al sociale possono diventare costi per le imprese.
«A livello statistico i picchi di assenteismo coincidono con i giorni del ponte, con i fine settimana o in corrispondenza di eventi ciclici legati per esempio al lavoro in campagna».

Veniamo ai comitati del no.
«Stanno proliferando. Soprattutto per responsabilità della politica che è completamente assente sul territorio. I comitati dicono no a tutto perché la politica non fa buona informazione sui progetti e sugli insediamenti.

E a volte la politica corteggia i comitati.
«E sbaglia. Noi non lo accetteremo: vogliamo avere un interlocutore affidabile. Ormai non si dice solo no agli idrocarburi, ma all'elettrodotto, senza sapere che nel Chietino le aziende soffrono di microinterruzioni di energia sanabili solo con l'elettrodotto. Poi dicono no alla condotta Snam, che tra l'altro esiste. Ma la cosa più assurda è che ci sono sindaci che dicono no agli impianti a biomasse, che sono a energia rinnovabile».

E la politica?
«Non prende posizione, Con la storia delle biomasse siamo arrivati alla frutta».

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