Vaccinazioni, calo del 30% ultimi giorni per gli indecisi

Il caso Fluad ha portato circa 40mila soggetti a rischio a non immunizzarsi Il picco dell’influenza è previsto per fine mese. I medici: pericolo alto

PESCARA. Se si ha ancora qualche dubbio se vaccinarsi o no, occorre decidere nelle prossime ore. Perché, da qui a dieci giorni al massimo, non si potrà più immunizzarsi dall’influenza che si preannuncia violenta e per la fine del mese. Non ci sarà più tempo in sostanza per produrre gli anticorpi necessari a contrastare gli effetti del virus.

E stando ai primi dati, gli “indecisi” in Abruzzo possono essere tanti, molti di più dell’anno scorso, quando la campagna antinfluenzale era riuscita a coprire il 50 per cento della popolazione “a rischio” (over 65enni, malati cronici, soggetti deboli). Quest’anno infatti c’è stato un calo del 30 per cento, gli abruzzesi “a rischio”che si sono vaccinati sono scesi a 4 su dieci (circa il 38 per cento rispetto al 54, 6 del 2013-14). Un calo drastico più che tendenziale considerato che, secondo il report sullo Stato di salute e assistenza sanitaria, la copertura in Abruzzo era nel 2009 del 67 per cento.

In termini di numeri oggi parliamo di circa 40mila persone in meno e che adesso, con l’incubo-influenza che si avvicina, possono ripensarci e decidere, subito, se andare a vaccinarsi.

Già, perché il motivo principale che ha generato questo forte calo è l'allarme (poi rientrato) legato al vaccino Fluad. In Abruzzo si è creduto che tre anziani fossero deceduti a causa delle vaccinazioni che avevano effettuato qualche giorno prima. La stessa Regione si era dichiarata pronta a tutelarsi nel caso in cui la correlazione vaccino-morti fosse stata accertata. Notizie dall’impatto devastante sulla campagna sanitaria.

Secondo la Fimmg, la federazione dei medici di famiglia, gli effetti complessivi sono stati attenuati solo dal fatto che il caso Fluad sia avvenuto quando la campagna era in una fase avanzata: «Il rischio è alto, malgrado i medici di famiglia si siano trovati a gestire perplessità e diffidenze per cercare di riportare a livelli precedenti una vaccinazione in cui la stessa Medicina generale ha sempre creduto».

Obiettivo dal quale, in Abruzzo, si è rimasti lontani. «Come mi riferiscono i colleghi, le persone che non si sono più vaccinate hanno messo il caso Fluad al primo posto, a prescindere dalla loro età», riferisce Silvio Basile, presidente regionale del sindacato medici, confermando il calo generale del trenta per cento e soffermandosi sui tempi in cui ci si può ancora immunizzarsi: «Adesso come adesso, per quel che mi riguarda, io sono disponibile a vaccinare per altri due giorni, a chi me lo chiede, e poi basta. I sintomi del virus già si fanno sentire e quindi non si farebbe in tempo a sviluppare gli anticorpi».

Il virologo Fabrizio Pregliasco, assistente dell’istituto di Virologia dell’Università di Milano, precisa: «Il vaccino può essere fatto in ogni momento tenendo conto che ci vogliono almeno dieci giorni per ottenere la copertura immunitaria effettiva. Considerando che in questo momento siamo nella fase iniziale dell’epidemia, il vantaggio derivante dalla vaccinazione c’è ancora».

E pensare che gli abruzzesi hanno sempre avuto fiducia sulle altre vaccinazioni. Non si spiegherebbero altrimenti i tassi di copertura vicini al 100% per le vaccinazioni obbligatorie e superiori al 90% per i vaccini raccomandati più comuni (pertosse, Hemophilus influenza di tipo b e morbillo, parotite e rosolia).

©RIPRODUZIONE RISERVATA