Vaccini antinfluenzali, l’Abruzzo è maglia nera

Solo il 38,5% dei soggetti a rischio si immunizza. Obiettivo minimo del ministero è il 75%. In Italia peggio della nostra Regione fa solo la Provincia di Bolzano

PESCARA. Parte domani ufficialmente la campagna per la vaccinazione antinfluenzale. I vaccini saranno dunque disponibili presso gli ambulatori Asl dedicati, i medici di famiglia e i pediatri di libera scelta (nelle farmacia il vaccino è già in vendita da tempo).

L’obiettivo della Regione, collegato a quello evidente della immunizzazione contro la malattia, è di risalire la classifica che oggi vede l’Abruzzo al penultimo posto in Italia tra le regioni per copertura vaccinale antinfluenzale nella popolazione sopra i 65 anni, quella più a rischio di complicanze.

In Abruzzo la copertura di questa fascia di popolazione è stata nel 2014 del 38,5% secondo il Centro nazionale di epidemiologia (39,2% secondo il decreto del commissario ad acta della Regione). Peggio ha fatot solo la Provincia autonoma di Bolzano con il 26%. Cifre molto inferiori agli obiettivi del ministero: 75% la copertura minima, 95% quella ottimale per le categorie per cui è raccomandata la vaccinazione (oltre agli ultra 65enni soprattutto i soggetti affetti da malattie a carico dell'apparato respiratorio o cardio-circolatorio, e i diabetici).

Tra l’altro la copertura negli ultimi anni è costantemente diminuita. Il Centro nazionale di Epidemiologia dà cifre preoccupanti: «La copertura vaccinale negli anziani è passata dal 55,4%, della stagione 2013-2014, al 49,0% della stagione appena trascorsa con un calo, a livello nazionale, di 5,5 punti percentuali come differenza assoluta pari all’11,6%. Il calo delle coperture è generalizzato in tutte le Regioni italiane con un minimo in Lombardia (3,3%) e un massimo in Abruzzo (28,0%)».

Non si tratta di fredde statistiche ma di un problema serio di sanità pubblica dai costi sociali elevatissimi (oltre ai decessi si pensi alle giornate di lavoro perse). L’Oms, l’Organizzazione mondale della sanità, dà cifre allarmanti sugli effetti di queste epidemie stagionali: «Ogni anno, nel mondo», ha scritto nei giorni scorsi Caroline Brown – Programme Manager all’Oms Europa, «quasi 500 mila persone muoiono a causa di complicanze dell’influenza. Il 10% circa riguarda l’Europa». Il 90% dei decessi si verifica in soggetti di età superiore ai 65 anni, specialmente tra quelli con condizioni cliniche croniche di base. In Italia nella stagione 2014/15, sono stati segnalati 160 decessi da sola influenza. Molti di più sono stati i decessi per le complicanze.

La Regione Abruzzo per la campagna antinfluenzale ha stanziato 800mila euro, ripartendo le cifre tra le quattro Asl sulla base della popolazione anziana (gli ultrasessantacinquenni in Abruzzo sono 297 mila circa). E ha esortato i direttori generali delle Asl di «promuovere fortemente la vaccinazione antinfluenzale».

Nel frattempo è arrivato il primo rapporto dei “medici sentinella” (quelli preposti alla registrazione dei casi di influenza tra i propri pazienti) relativo alla settimana tra il 26 ottobre e il 1° novembre, circa la frequenza di sindromi influenzali. Il valore dell’incidenza totale è stato pari a 0,70 casi per mille assistiti, inferiore di molto ai picchi del 10per mille che si registrano nelle fasi più acute.

Nella fascia di età 0-4 anni l’incidenza è stata pari a 2,24 casi per mille assistiti, nella fascia di età 5-14 anni a 0,77 nella fascia 15-64 anni a 0,66 e tra gli individui di età pari o superiore a 65 anni a 0,32 casi per mille assistiti. Ma siamo appena agli inizi.

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