Vanno in archivio i 7 Consorzi industriali
Arriva l'Ente unico regionale. Sarà liquidato l'Asi Val Pescara collassato dai debiti
PESCARA. I Consorzi di sviluppo sono vecchi carrozzoni superati dal tempo, segni tangibili della mancanza di una politica industriale che risale ormai ai primi anni Settanta. E' come se per quasi mezzo secolo, superata la prima fase del boom economico nel Dopoguerra, l'Abruzzo si fosse fermato nella elaborazione di strategie utili per attirare nuovi investimenti.
Ha un piglio demolitorio il presidente Gianni Chiodi nel presentare la riforma dei Consorzi industriali, un altro tassello fondamentale del mosaico che, assieme alla legge sui Confidi e il bando per i Poli dell'innovazione, dovrebbe garantire una programmazione più al passo con la modernità. Progetto che per il momento incassa il via libera del presidente di Confindustria Chieti, Paolo Primavera, presente al varo della legge di riforma assieme ad altri esponenti del mondo produttivo e di Abruzzo Sviluppo.
ADDIO CONSORZI. La notizia è che le sette aree di sviluppo industriali abruzzesi (Asi), tutti commissariate, saranno accorpate per lasciare spazio a un unico ente pubblico che dovrà governare risorse e servizi su scala regionale. Il primo passo è in programma domani, con l'esame della nuova legge da parte della giunta. Entro maggio-giugno è prevista invece l'approvazione dell'assemblea regionale. Dopodiché sarà avviata una fase transitoria, che dovrebbe consentire di approdare gradualmente (la previsione è di undici mesi) nella «nuova era» della programmazione dei siti industriali.
IN BANCAROTTA. L'annuncio è arrivato ieri, nella conferenza indetta dal governatore in viale Bovio con l'assessore alle Attività produttive, Alfredo Castiglione. La seconda notizia importante è che il Consorzio Asi Valpescara, di gran lunga il più indebitato dei sette Consorzi abruzzesi (circa 40 milioni di euro secondo la stima più ottimistica), da decenni in una condizione di bancarotta conclamata, verrà liquidato entro i tempi previsti dall'approvazione della riforma. Una condizione debitoria a tal punto grave, da dover essere escluso dal progetto di accorpamento che riguarda tutti gli altri sei Consorzi.
ESPROPRI NON PAGATI. L'Asi Val Pescara è del resto il simbolo del fallimento. Non solo da un punto di vista finanziario. A questo Consorzio compete la mancata liquidazione degli espropri per pubblica utilità che, in alcuni casi risalgono a oltre 40 anni fa, con decine di piccoli proprietari ancora in attesa di riscuotere indennizzi sui terreni ceduti per realizzare l'Asse attrezzato e altri importanti insediamenti tra Chieti e Pescara, nonostante le cause vinte fino in Cassazione.
VOLTARE PAGINA. «I Consorzi sono orientati verso un modello di gestione superato», osserva Chiodi, «e la competenza urbanistica delle aree non è più una attività essenziale. Oggi il core business è la capacità di creare servizi per le imprese e il nostro obiettivo principale è proprio quello di coniugare capacità di innovazione e competitività delle imprese con la salvaguardia dell'ambiente».
COMPETENZE. La Regione avrà come competenza esclusiva la programmazione, ma anche i compiti di attuare politiche di sviluppo, sostenere ricerca e l'innovazione. La pianificazione urbanistica delle aree produttive toccherà alle Province e ai Comuni, in funzione della programmazione regionale. Chiodi si sofferma sull'ente gestore: «L'accorpamento è indispensabile per evitare sprechi e dispersioni».
La legge prevede che il nuovo soggetto pubblico regionale sarà composto da un'assemblea generale, un amministratore unico e un collegio dei revisori. Opererà nei comprensori tramite le strutture esistenti (i vecchi consorzi) che diverranno quindi sedi periferiche. Prevista anche una Consulta, che esprimerà pareri non vincolanti, ma obbligatori, e sarà composta dai rappresentanti delle imprese e degli enti locali.
AMBIENTE. Un'altra importante novità prevista dalla legge è la disciplina delle aree produttive ecologicamente attrezzate (Apea). Un modo per favorire la realizzazione di siti industriali caratterizzati da una spiccata qualità ambientale.
LEGGE NECESSARIA. Per l'assessore Castiglione, «la riforma rappresenta una svolta epocale, e allo stesso tempo necessaria». Sarà soprattutto un modo per «chiudere con i finanziamenti a pioggia per macchinari e capannoni, favorendo così una politica che ponga le basi per la creazione dei Poli d'innovazione e delle Reti d'impresa che successivamente saranno normati con leggi e regolamenti».
LE RESISTENZE. L'abbandono del sistema dei vecchi Consorzi ha l'ambizione di superare la visione ristretta delle politiche localistiche. Ma è proprio la nascita di un unico ente che accorpi i sette attuali consorzi a preoccupare. Dopo aver spiegato perché è importante portare l'Abruzzo ai livelli delle politiche industriali del Nord Italia, dove i Consorzi non esistono più da decenni, Chiodi non nasconde che si dovrà fare di tutto per contenere le resistenze dei «gruppi di pressione» contrari alla riforma. Il governatore ricorre a una metafora: «L'Abruzzo è come il Titanic. Noi stiamo cercando in tutti i modi di evitare l'iceberg e portarci così su rotte di navigazione più tranquille. Ma so che questa politica non paga, perché è come se tutto questo fosse scontato. Ma scontato non lo è affatto».
Ha un piglio demolitorio il presidente Gianni Chiodi nel presentare la riforma dei Consorzi industriali, un altro tassello fondamentale del mosaico che, assieme alla legge sui Confidi e il bando per i Poli dell'innovazione, dovrebbe garantire una programmazione più al passo con la modernità. Progetto che per il momento incassa il via libera del presidente di Confindustria Chieti, Paolo Primavera, presente al varo della legge di riforma assieme ad altri esponenti del mondo produttivo e di Abruzzo Sviluppo.
ADDIO CONSORZI. La notizia è che le sette aree di sviluppo industriali abruzzesi (Asi), tutti commissariate, saranno accorpate per lasciare spazio a un unico ente pubblico che dovrà governare risorse e servizi su scala regionale. Il primo passo è in programma domani, con l'esame della nuova legge da parte della giunta. Entro maggio-giugno è prevista invece l'approvazione dell'assemblea regionale. Dopodiché sarà avviata una fase transitoria, che dovrebbe consentire di approdare gradualmente (la previsione è di undici mesi) nella «nuova era» della programmazione dei siti industriali.
IN BANCAROTTA. L'annuncio è arrivato ieri, nella conferenza indetta dal governatore in viale Bovio con l'assessore alle Attività produttive, Alfredo Castiglione. La seconda notizia importante è che il Consorzio Asi Valpescara, di gran lunga il più indebitato dei sette Consorzi abruzzesi (circa 40 milioni di euro secondo la stima più ottimistica), da decenni in una condizione di bancarotta conclamata, verrà liquidato entro i tempi previsti dall'approvazione della riforma. Una condizione debitoria a tal punto grave, da dover essere escluso dal progetto di accorpamento che riguarda tutti gli altri sei Consorzi.
ESPROPRI NON PAGATI. L'Asi Val Pescara è del resto il simbolo del fallimento. Non solo da un punto di vista finanziario. A questo Consorzio compete la mancata liquidazione degli espropri per pubblica utilità che, in alcuni casi risalgono a oltre 40 anni fa, con decine di piccoli proprietari ancora in attesa di riscuotere indennizzi sui terreni ceduti per realizzare l'Asse attrezzato e altri importanti insediamenti tra Chieti e Pescara, nonostante le cause vinte fino in Cassazione.
VOLTARE PAGINA. «I Consorzi sono orientati verso un modello di gestione superato», osserva Chiodi, «e la competenza urbanistica delle aree non è più una attività essenziale. Oggi il core business è la capacità di creare servizi per le imprese e il nostro obiettivo principale è proprio quello di coniugare capacità di innovazione e competitività delle imprese con la salvaguardia dell'ambiente».
COMPETENZE. La Regione avrà come competenza esclusiva la programmazione, ma anche i compiti di attuare politiche di sviluppo, sostenere ricerca e l'innovazione. La pianificazione urbanistica delle aree produttive toccherà alle Province e ai Comuni, in funzione della programmazione regionale. Chiodi si sofferma sull'ente gestore: «L'accorpamento è indispensabile per evitare sprechi e dispersioni».
La legge prevede che il nuovo soggetto pubblico regionale sarà composto da un'assemblea generale, un amministratore unico e un collegio dei revisori. Opererà nei comprensori tramite le strutture esistenti (i vecchi consorzi) che diverranno quindi sedi periferiche. Prevista anche una Consulta, che esprimerà pareri non vincolanti, ma obbligatori, e sarà composta dai rappresentanti delle imprese e degli enti locali.
AMBIENTE. Un'altra importante novità prevista dalla legge è la disciplina delle aree produttive ecologicamente attrezzate (Apea). Un modo per favorire la realizzazione di siti industriali caratterizzati da una spiccata qualità ambientale.
LEGGE NECESSARIA. Per l'assessore Castiglione, «la riforma rappresenta una svolta epocale, e allo stesso tempo necessaria». Sarà soprattutto un modo per «chiudere con i finanziamenti a pioggia per macchinari e capannoni, favorendo così una politica che ponga le basi per la creazione dei Poli d'innovazione e delle Reti d'impresa che successivamente saranno normati con leggi e regolamenti».
LE RESISTENZE. L'abbandono del sistema dei vecchi Consorzi ha l'ambizione di superare la visione ristretta delle politiche localistiche. Ma è proprio la nascita di un unico ente che accorpi i sette attuali consorzi a preoccupare. Dopo aver spiegato perché è importante portare l'Abruzzo ai livelli delle politiche industriali del Nord Italia, dove i Consorzi non esistono più da decenni, Chiodi non nasconde che si dovrà fare di tutto per contenere le resistenze dei «gruppi di pressione» contrari alla riforma. Il governatore ricorre a una metafora: «L'Abruzzo è come il Titanic. Noi stiamo cercando in tutti i modi di evitare l'iceberg e portarci così su rotte di navigazione più tranquille. Ma so che questa politica non paga, perché è come se tutto questo fosse scontato. Ma scontato non lo è affatto».
© RIPRODUZIONE RISERVATA