Venturoni: ora due anni di riforme
Il capogruppo Pdl: dobbiamo essere uniti e lavorare con più convinzione
PESCARA. Se cambio di passo deve essere, cambio di passo sia. Il Pdl commenta così il vertice di maggioranza di lunedì. L'idea che l'attività di governo sia rallentata è condivisa. Ma come la si affronta? Il capogruppo del Pdl Lanfranco Venturoni, non nasconde le difficoltà, difende però l'azione di governo e promette un biennio in accelerazione: «Il vertice lo abbiamo convocato perché dopo i congressi è necessario che facciamo la programmazione dei lavori per i prossimi due anni fino alla fine della legislatura. In consiglio abbiamo giù numerosi progetti di legge e molti riguardano riforme epocali: urbanistica, legge sull'edilizia, Ater. E c'è poi il piano sanitario. Ma dobbiamo superare questo atteggiamento ostruzionistico della minoranza e trovare il modo di essere compatti e restare in aula col numero legale, anche per giornate intere, con la consapevolezza di quello che stiamo facendo».
Un altro punto fondamentale da sbrogliare per Venturoni è la legge elettorale, di cui si occuperà il prossimo vertice di maggioranza: «Il progetto è in discussione da tempo in commissione e lì abbiamo trovato punti di condivisione, come ad esempio l'abolizione del listino. Ma ci sono problemi aperti, come quello delle quote rosa, dove anche la minoranza è spaccata».
Ma se il capogruppo conviene con chi dice che l'azione di governo va accelerata, ritiene anche che l'azione dell' esecutivo sia sottovalutata: «Sì, credo che dobbiamo ancor più potenziare l'azione di governo. Ma un nostro difetto è sicuramente quello della propaganda. Non riusciamo a comunicare bene le cose che facciamo. Abbiamo fatto cose importantissime che vengono però ridimensionate dagli interventi della minoranza, inoltre non abbiamo giornali amici».
Le cose fatte vanno allora pubblicizzate bene, dice Venturoni (da tempo Chiodi sta pensando a una riorganizzazione della struttura di comunicazione della Giunta). «Quando ero assessore abbiamo approvato l'unificazione da sei a quattro Asl, superando campanilismi, anni di vera guerra. Abbiamo fatto poi una riforma importante per gli ospedali, che ci ha permesso di andare in pareggio con il bilancio. E io credo che se tre anni fa avessimo detto che il consiglio regionale avrebbe abrogato l' Arssa o l'Aptr nel giro di pochissimo tempo non ci avrebbe creduto nessuno. Stiamo invece facendo tutte queste cose, però non va tutto bene». Ma quello che non va bene, per Venturoni, è soprattutto il contesto emergenziale nel quale l'Abruzzo deve operare: il terremoto, l'alluvione nel Teramano, la crisi mondiale dell'economia.
«Non siamo più competitivi, e dobbiamo lanciare un segnale al mondo imprenditoriale: ridurre gli sprechi e utilizzare al meglio anche i fondi Fas uscendo dal meccanismo dell'assistenzialismo. Per dare servizi al territorio servono più soldi, quindi essere più ricchi. E per essere più ricchi bisogna avere più imprese».
IDEE NUOVE. Anche per Luca Ricciuti, presidente di commissione, «è ora di affrontare i grandi temi di riforma. Lunedì c'è stato un vertice per ragionare proprio sulla tempistica di questa operazione e credo che ci vorrà qualche idea innovativa. Per esempio sui problemi che riguardano l'edilizia. Ci vuole una legge che agevoli il più possibile il recupero, le ristrutturazioni, le riqualificazioni urbane, bloccando o rendendo più difficoltosa la nuova edificazione, che è oggi, nella nostra regione, assolutamente fuori luogo. Recupero e non nuova edificazione, salvo casi straordinari. Su questo tema dovremo confrontarci in maniera approfondita. Abbiamo proposte di cui discutere sulla riorganizzazione delle Ater, parleremo di una norma sul mutuo sociale che sto proponendo, già applicata nel Lazio, che credo sia importante per dare la possibilità di realizzare il sogno della casa a tante famiglie, ma dovremo trovare le risorse per renderla operativa. Serve quindi fare un salto di qualità e fare innovazioni importanti con la quale ci confronteremo. Certo, non tutte le anime del Pdl sono su questa linea, ma piano piano riusciremo a essere uniti».
IL RICHIAMO DI TAGLIENTE. Resta ancora dubbioso Giuseppe Tagliente, autore di una dura lettera aperta a Chiodi. «Il Pdl lunedì ha perso l'occasione di iniziare una seria verifica, e ha sbagliato nel rimandare il rimpasto di giunta a dopo il voto di maggio».
«Al di là di generiche dichiarazioni e prese d'atto, non è stato delineato alcun percorso. Soprattutto ho notato che c'è una sorta di ritrosia pregiudiziale a procedere verso un rimpasto di giunta e una verifica vera. Capisco che c'è l'appuntamento delle elezioni ma non lo giustifico. Proprio perché le amministrative sono vicine, occorrerebbe lanciare un messaggio forte di discontinuità». In realtà per Giuseppe Tagliente, la riforma giusta da fare ci sarebbe: una struttura burocratica efficiente. «La burocrazia è il problema di tutti: a destra, a sinistra, al centro. Oggi puoi anche mettere in campo i migliori strumenti, ma ti scontri subito con una burocrazia che non è funzionale a supportare le azioni politiche. E di questo la politica deve farsi carico. Quando hai episodi di malagestione devi rimettere mano all'impianto burocratico. E non puoi cavartela pensando di affidare tre quarti delle deleghe ad Antonio Sorgi e altri tre direttori. La verifica va estesa anche in questo settore».
IL PD E IL PATTO. «Ma no, oggi più che parlare di Regione Abruzzo, dovremmo parlare di Caos Abruzzo». Camillo D'Alessandro, capogruppo del Pd non fa sconti all'azione di governo della maggioranza. «Sono "casuali" del governo. Si sono ritrovati lì per caso, operano senza alcuna cognizione e hanno trasformato tutte le emergenze, che per definizione dovrebbero essere a tempo limitato, in una condizione permanente. L'Abruzzo è bloccato. Questa maggioranza non è più in grado di assumere impegni e mantenerli, dunque l'unica cosa che resta, ancora più necessaria rispetto a prima, è il Patto per lo Sviluppo, che per quanto mi riguarda deve andare oltre questa legislatura e diventare uno strumento istituzionale acquisito alla Regione». E infatti D'Alessandro annuncia di aver pronto un progetto di legge che istituisce e norma il Patto.
(Ha collaborato Marianna Gianforte)
Un altro punto fondamentale da sbrogliare per Venturoni è la legge elettorale, di cui si occuperà il prossimo vertice di maggioranza: «Il progetto è in discussione da tempo in commissione e lì abbiamo trovato punti di condivisione, come ad esempio l'abolizione del listino. Ma ci sono problemi aperti, come quello delle quote rosa, dove anche la minoranza è spaccata».
Ma se il capogruppo conviene con chi dice che l'azione di governo va accelerata, ritiene anche che l'azione dell' esecutivo sia sottovalutata: «Sì, credo che dobbiamo ancor più potenziare l'azione di governo. Ma un nostro difetto è sicuramente quello della propaganda. Non riusciamo a comunicare bene le cose che facciamo. Abbiamo fatto cose importantissime che vengono però ridimensionate dagli interventi della minoranza, inoltre non abbiamo giornali amici».
Le cose fatte vanno allora pubblicizzate bene, dice Venturoni (da tempo Chiodi sta pensando a una riorganizzazione della struttura di comunicazione della Giunta). «Quando ero assessore abbiamo approvato l'unificazione da sei a quattro Asl, superando campanilismi, anni di vera guerra. Abbiamo fatto poi una riforma importante per gli ospedali, che ci ha permesso di andare in pareggio con il bilancio. E io credo che se tre anni fa avessimo detto che il consiglio regionale avrebbe abrogato l' Arssa o l'Aptr nel giro di pochissimo tempo non ci avrebbe creduto nessuno. Stiamo invece facendo tutte queste cose, però non va tutto bene». Ma quello che non va bene, per Venturoni, è soprattutto il contesto emergenziale nel quale l'Abruzzo deve operare: il terremoto, l'alluvione nel Teramano, la crisi mondiale dell'economia.
«Non siamo più competitivi, e dobbiamo lanciare un segnale al mondo imprenditoriale: ridurre gli sprechi e utilizzare al meglio anche i fondi Fas uscendo dal meccanismo dell'assistenzialismo. Per dare servizi al territorio servono più soldi, quindi essere più ricchi. E per essere più ricchi bisogna avere più imprese».
IDEE NUOVE. Anche per Luca Ricciuti, presidente di commissione, «è ora di affrontare i grandi temi di riforma. Lunedì c'è stato un vertice per ragionare proprio sulla tempistica di questa operazione e credo che ci vorrà qualche idea innovativa. Per esempio sui problemi che riguardano l'edilizia. Ci vuole una legge che agevoli il più possibile il recupero, le ristrutturazioni, le riqualificazioni urbane, bloccando o rendendo più difficoltosa la nuova edificazione, che è oggi, nella nostra regione, assolutamente fuori luogo. Recupero e non nuova edificazione, salvo casi straordinari. Su questo tema dovremo confrontarci in maniera approfondita. Abbiamo proposte di cui discutere sulla riorganizzazione delle Ater, parleremo di una norma sul mutuo sociale che sto proponendo, già applicata nel Lazio, che credo sia importante per dare la possibilità di realizzare il sogno della casa a tante famiglie, ma dovremo trovare le risorse per renderla operativa. Serve quindi fare un salto di qualità e fare innovazioni importanti con la quale ci confronteremo. Certo, non tutte le anime del Pdl sono su questa linea, ma piano piano riusciremo a essere uniti».
IL RICHIAMO DI TAGLIENTE. Resta ancora dubbioso Giuseppe Tagliente, autore di una dura lettera aperta a Chiodi. «Il Pdl lunedì ha perso l'occasione di iniziare una seria verifica, e ha sbagliato nel rimandare il rimpasto di giunta a dopo il voto di maggio».
«Al di là di generiche dichiarazioni e prese d'atto, non è stato delineato alcun percorso. Soprattutto ho notato che c'è una sorta di ritrosia pregiudiziale a procedere verso un rimpasto di giunta e una verifica vera. Capisco che c'è l'appuntamento delle elezioni ma non lo giustifico. Proprio perché le amministrative sono vicine, occorrerebbe lanciare un messaggio forte di discontinuità». In realtà per Giuseppe Tagliente, la riforma giusta da fare ci sarebbe: una struttura burocratica efficiente. «La burocrazia è il problema di tutti: a destra, a sinistra, al centro. Oggi puoi anche mettere in campo i migliori strumenti, ma ti scontri subito con una burocrazia che non è funzionale a supportare le azioni politiche. E di questo la politica deve farsi carico. Quando hai episodi di malagestione devi rimettere mano all'impianto burocratico. E non puoi cavartela pensando di affidare tre quarti delle deleghe ad Antonio Sorgi e altri tre direttori. La verifica va estesa anche in questo settore».
IL PD E IL PATTO. «Ma no, oggi più che parlare di Regione Abruzzo, dovremmo parlare di Caos Abruzzo». Camillo D'Alessandro, capogruppo del Pd non fa sconti all'azione di governo della maggioranza. «Sono "casuali" del governo. Si sono ritrovati lì per caso, operano senza alcuna cognizione e hanno trasformato tutte le emergenze, che per definizione dovrebbero essere a tempo limitato, in una condizione permanente. L'Abruzzo è bloccato. Questa maggioranza non è più in grado di assumere impegni e mantenerli, dunque l'unica cosa che resta, ancora più necessaria rispetto a prima, è il Patto per lo Sviluppo, che per quanto mi riguarda deve andare oltre questa legislatura e diventare uno strumento istituzionale acquisito alla Regione». E infatti D'Alessandro annuncia di aver pronto un progetto di legge che istituisce e norma il Patto.
(Ha collaborato Marianna Gianforte)
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