Iniziativa del senatore Pd. Mascitelli (Idv): emergenza morale
Villa Pini, Legnini in procura «Commissariare la clinica»
Il senatore del Pd: «Intervenga la magistratura e decida se ci sono gli elementi per rimuovere dalla proprietà la famiglia Angelini»
PESCARA. «I giorni passano e la situazione è sempre più drammatica». Per il senatore Pd Giovanni Legnini non c’è altra strada: la vertenza Villa Pini con 1600 lavoratori senza stipendio da sette mesi e un futuro incerto, deve essere affrontata in modo drastico commissariando il gruppo sanitario. Ieri Legnini si è presentato alla Procura di Pescara con una cartella piena di documenti e informazioni raccolte sulla vicenda Villa Pinie, con la richiesta di intervento «sulle omissioni delle autorità pubbliche e sulle gravi irregolarità nella gestione dell’azienda».
Un passo che il Pd regionale dal segretario Silvio Paolucci al gruppo in Consiglio regionale ha sollecitato in modo compatto la scorsa settimana. La richiesta di Legnini di un commissario per Villa Pini metterebbe fuori gioco l’attuale dirigenza, con Chiara Angelini amministratrice del gruppo diretto fino a poche settimane fa dal padre, l’imprenditore Enzo Angelini. L’ipotesi di un commissario è stata presentata al procuratore della Repubblica di PescaraTrifuoggi.
Tecnicamente potrebbe verificarsi questo senario: l’amministrazione del gruppo è affidata ad un commissario che rimane in carica per un periodo da definire. Il commissario ha il compito di ripristinare le condizioni di normalità amministrativa. Legnini ha sollecitato la procura pescarese ad un immediato intervento in quanto a giudizio del Pd, un amministratore di una società può essere rimosso e commissariato se ci sono i presuppposti, ad esempio, se è imputato di corruzione o concussione. La richiesta sarà presentata al giudice per le indagini preliminari che può decidere in merito.
«Io vado avanti», ha commentato ieri Legnini, «perché è intollerabile che i lavoratori si avviino al settimo mese senza stipendio nel mentre la giunta regionale è immobile, l’azienda non da segni di vita e l’assistenza sanitaria è sempre più a rischio. Questo grave problema deve essere risolto e ciascuna delle parti deve assumersi le proprie responsabilità. Non commento le dichiarazioni dell’assessore Venturoni. Chi ha una grande responsabilità come la sua non deve produrre chiacchiere ma fatti. Continueremo con altre iniziative fino a quando non sarà trovata una soluzione». La decisione Legnini è stata affiancata e sostenuta anche dal senatore dell’Italia dei Valori Alfonso Mascitelli.
«Se a chi ha deciso quali confessioni fare di volta in volta, quali tangenti ricordare, quali politici denunciare alle procure», osserva Mascitelli, «viene data anche la possibilità di non pagare gli stipendi a 1.600 lavoratori da oltre sei mesi, senza che vi siano da parte delle Istituzioni iniziative concrete e credibili, questo significa che in Abruzzo resta tutt’ora una emergenza morale e sociale, sulla quale si dovrà tenere molto alta la nostra attenzione».
Un passo che il Pd regionale dal segretario Silvio Paolucci al gruppo in Consiglio regionale ha sollecitato in modo compatto la scorsa settimana. La richiesta di Legnini di un commissario per Villa Pini metterebbe fuori gioco l’attuale dirigenza, con Chiara Angelini amministratrice del gruppo diretto fino a poche settimane fa dal padre, l’imprenditore Enzo Angelini. L’ipotesi di un commissario è stata presentata al procuratore della Repubblica di PescaraTrifuoggi.
Tecnicamente potrebbe verificarsi questo senario: l’amministrazione del gruppo è affidata ad un commissario che rimane in carica per un periodo da definire. Il commissario ha il compito di ripristinare le condizioni di normalità amministrativa. Legnini ha sollecitato la procura pescarese ad un immediato intervento in quanto a giudizio del Pd, un amministratore di una società può essere rimosso e commissariato se ci sono i presuppposti, ad esempio, se è imputato di corruzione o concussione. La richiesta sarà presentata al giudice per le indagini preliminari che può decidere in merito.
«Io vado avanti», ha commentato ieri Legnini, «perché è intollerabile che i lavoratori si avviino al settimo mese senza stipendio nel mentre la giunta regionale è immobile, l’azienda non da segni di vita e l’assistenza sanitaria è sempre più a rischio. Questo grave problema deve essere risolto e ciascuna delle parti deve assumersi le proprie responsabilità. Non commento le dichiarazioni dell’assessore Venturoni. Chi ha una grande responsabilità come la sua non deve produrre chiacchiere ma fatti. Continueremo con altre iniziative fino a quando non sarà trovata una soluzione». La decisione Legnini è stata affiancata e sostenuta anche dal senatore dell’Italia dei Valori Alfonso Mascitelli.
«Se a chi ha deciso quali confessioni fare di volta in volta, quali tangenti ricordare, quali politici denunciare alle procure», osserva Mascitelli, «viene data anche la possibilità di non pagare gli stipendi a 1.600 lavoratori da oltre sei mesi, senza che vi siano da parte delle Istituzioni iniziative concrete e credibili, questo significa che in Abruzzo resta tutt’ora una emergenza morale e sociale, sulla quale si dovrà tenere molto alta la nostra attenzione».