«Villa Pini senza medicine»
In alcune strutture mancano i farmaci che vengono reperiti con prescrizione del medico di base e portati dai parenti ai ricoverati, in altre mancano persino i generi alimentari e gli ospiti vengono nutriti grazie alla fantasia degli operatori. Sono le informazioni sulle strutture di Villa Pini raccolte dalla Cgil che insieme alla Cisl Fp hanno proclamato due giorni di sciopero
CHIETI. In alcune strutture mancano i farmaci che vengono reperiti con prescrizione del medico di base e portati dai parenti ai ricoverati, in altre mancano persino i generi alimentari e gli ospiti vengono nutriti grazie alla fantasia degli operatori. Sono le informazioni sulle strutture di Villa Pini raccolte dalla Cgil che insieme alla Cisl Fp hanno proclamato lo sciopero oggi e domani.
I sindacati, che svolgono una attività di costante monitoraggio delle strutture dei presidi del gruppo Villa Pini, con i lavoratori oggi, alle 9, organizzeranno un presidio in via Conte di Ruvo, a Pescara, davanti all’assessorato alla sanità. L’obiettivo è quello di incontrare l’assessore regionale Lanfranco Venturoni, per avere risposte sull’emergenza sanitaria aperta in Abruzzo con i lavoratori del gruppo Villa Pini, della famiglia Angelini. Una emergenza perdurante da tempo che da un lato vede i dipendenti senza stipendio, ormai da otto mesi, e dall’altra una offerta sanitaria dimezzata, ridotta allo stremo con effetti negativi sui pazienti e sui loro familiari e il diritto alla salute gravemente compromesso.
«Alla Regione chiediamo una decisione immediata, non più rinviabile», afferma Angela Scottu della segreteria regionale della Cgil funzione pubblica, «soprattutto in relazione alla legge che integra la numero 32 del 2007 sugli accreditamenti». La normativa che verrà pubblicata oggi sul Bura, (Bollettino regionale), e entrerà in vigore domani, prevede che, se l’azienda accreditata non paga più di tre mensilità, viene diffidata dalla Regione, che nel provvedimento, fissa un termine affinché l’azienda possa rispondere, se questa non lo fa o fornisce risposte non esaurienti, scatta la sospensione dell’accreditamento. Dalla data di sospensione la giunta regionale entro 90 giorni dovrà attivarsi per elaborare un programma in cui si preveda la ricollocazione dei malati e dei lavoratori. Ma alla proprietà della struttura accredita, viene comunque fornita una ulteriore possibilità per riconquistare l’accreditamento del servizio sanitario nazionale: entro sei mesi avrà modo di regolarizzare la sua posizione, pagando stipendi, dimostrando di poter offrire un servizio sanitario adeguato, altrimenti trascorsi i sei mesi, l’accreditamento verrà definitivamente revocato. «Noi chiediamo che la Regione si attivi immediatamente anche nei confronti di tutti i prefetti dei capoluoghi interessati», dice ancora Angela Scottu, «che si attiveranno solo su suo impulso. Ineludibile e urgente l’apertura di un confronto con gli assessori regionali», conclude la Scottu, «sulle prospettive dell’assistenza e dei posti di lavoro del gruppo Villa Pini».
I sindacati, che svolgono una attività di costante monitoraggio delle strutture dei presidi del gruppo Villa Pini, con i lavoratori oggi, alle 9, organizzeranno un presidio in via Conte di Ruvo, a Pescara, davanti all’assessorato alla sanità. L’obiettivo è quello di incontrare l’assessore regionale Lanfranco Venturoni, per avere risposte sull’emergenza sanitaria aperta in Abruzzo con i lavoratori del gruppo Villa Pini, della famiglia Angelini. Una emergenza perdurante da tempo che da un lato vede i dipendenti senza stipendio, ormai da otto mesi, e dall’altra una offerta sanitaria dimezzata, ridotta allo stremo con effetti negativi sui pazienti e sui loro familiari e il diritto alla salute gravemente compromesso.
«Alla Regione chiediamo una decisione immediata, non più rinviabile», afferma Angela Scottu della segreteria regionale della Cgil funzione pubblica, «soprattutto in relazione alla legge che integra la numero 32 del 2007 sugli accreditamenti». La normativa che verrà pubblicata oggi sul Bura, (Bollettino regionale), e entrerà in vigore domani, prevede che, se l’azienda accreditata non paga più di tre mensilità, viene diffidata dalla Regione, che nel provvedimento, fissa un termine affinché l’azienda possa rispondere, se questa non lo fa o fornisce risposte non esaurienti, scatta la sospensione dell’accreditamento. Dalla data di sospensione la giunta regionale entro 90 giorni dovrà attivarsi per elaborare un programma in cui si preveda la ricollocazione dei malati e dei lavoratori. Ma alla proprietà della struttura accredita, viene comunque fornita una ulteriore possibilità per riconquistare l’accreditamento del servizio sanitario nazionale: entro sei mesi avrà modo di regolarizzare la sua posizione, pagando stipendi, dimostrando di poter offrire un servizio sanitario adeguato, altrimenti trascorsi i sei mesi, l’accreditamento verrà definitivamente revocato. «Noi chiediamo che la Regione si attivi immediatamente anche nei confronti di tutti i prefetti dei capoluoghi interessati», dice ancora Angela Scottu, «che si attiveranno solo su suo impulso. Ineludibile e urgente l’apertura di un confronto con gli assessori regionali», conclude la Scottu, «sulle prospettive dell’assistenza e dei posti di lavoro del gruppo Villa Pini».