TURNO DI NOTTE
Addio a Evelyn, l’inventrice sconosciuta
Avete mai sentito parlare di una donna chiamata Evelyn Berezin? No? Non preoccupatevi, non siete i soli a ignorare quel nome. Eppure, è anche grazie a lei che state leggendo questo articolo. Evelyn Berezin, infatti, è l’inventrice del word processor, il sistema per scrivere sul computer che ormai usiamo tutti. E’ morta, l’8 dicembre scorso, nella casa di cura Mary Manning Walsh di New York, la città in cui era nata 93 anni fa, figlia di una coppia di immigrati ebrei russi. Sconosciuta ai più, ma parte inevitabile della nostra vita, ecco cosa è stata Evelyn Berezin. Le dobbiamo qualcosa ogni volta che prenotiamo un treno o un volo, mandiamo un messaggio dal telefonino o acquistiamo qualche cosa su internet. Prima di lei c’era quella cosa che si chiamava macchina per scrivere, con tutti i suoi difetti: dai tasti che si incastravano, ai nastri dell’inchiostro che si esaurivano sul più bello. Era lo strumento usato da tutti per convertire le idee in parole in modo chiaro. Con la perentorietà del suo meccanismo e l’impossibilità di spostare periodi o singole parole da un posto all’altro della pagina, quell’oggetto mandato in pensione da Evelyn Berezin ci aiutava a pensare bene, a fondo, prima di scrivere, a dare alle parole il peso che sempre dovrebbero avere e che sempre più spesso, oggi, hanno smarrito.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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