Caso Anna Frank, Lotito e la «sceneggiata» in Sinagoga
Il presidente della Lazio smentisce ma i fiori da lui deposti spariscono e finiscono nel Tevere. La comunità ebraica; "Ci ha offeso"
ROMA. Dopo la vergogna degli adesivi di Anna Frank all'Olimpico e le polemiche sull'antisemitismo, è bufera senza fine. Nel giorno in cui il ministro Lotti risponde alle preoccupazioni espresse da Israele, a tenere banco sono prima le frasi di Lotito sulla «sceneggiata» pubblicate dal Messaggero e poi un'escalation di tensione che passa anche per la rimozione di una corona di fiori deposti lunedì alla Sinagoga di Roma dallo stesso Lotito. E all'indomani del gesto il Messaggero in esclusiva scrive di un Lotito che la sera prima in aereo avrebbe detto, tra l'altro, «famo 'sta sceneggiata». «Non ho mai detto quella frase», precisa il presidente della Lazio, alla trasmissione tv «Agorà» e all'Ansa.
A sostegno della tesi del presidente, le parole del parlamentare Pd Dario Ginefra, vicino di posto sull'aereo da Milano a Roma: «Lotito - racconta Ginefra - all'atterraggio cercava disperatamente un contatto col rabbino capo di Roma. Per idee politiche è quanto di più distante da me, non ho motivo di prendere le sue parti. Mi può essere sfuggita mezza parola, ma era evidente che cercava di trovare immediata risposta all'idiozia di una piccola parte della tifoseria. Francamente da parte sua non pareva ci fosse voglia di banalizzare il gesto». All'ora di pranzo emerge che i fiori deposti non ci sono più: qualcuno li ha gettati nel Tevere, gli animi si sono ulteriormente esacerbati. Il Messaggero mette on line l'audio di Lotito: il presidente domanda se il vice rabbino o il rabbino saranno presenti in Sinagoga.
«Solo il rabbino c'è?», chiede al suo interlocutore che probabilmente gli risponde che il rabbino è a New York. «Il rabbino e il vice rabbino a New York? Non valgono un c... questi», incalza Lotito. «Capito come stamo...». E conclude: «Famo ’sta sceneggiata, te ne rendi conto?». La polemica deflagra. «Un rappresentante di una società di calcio che si esprime nel modo in cui abbiamo sentito esprimersi alcuni di loro in questi giorni, e non voglio personalizzare, mi fa inorridire», dice Ruth Dureghello, capo della comunità ebraica romana, dalla quale emerge che i fiori sono stati gettati nel Tevere per opera di alcuni ragazzi offesi dalle parole di Lotito. Ieri sera a Bologna, senza gli Irriducibili che hanno rinunciato alla trasferta, la Lazio rende omaggio alla memoria Anna Frank con una maglia indossata nel riscaldamento. Ma i pochi sostenitori al seguito entrano allo stadio cantando «me ne frego».