Famiglia avvelenata con il tallio: arrestato il nipote di 27 anni
Mattia Del Zotto è accusato di avere ucciso i nonni paterni e una zia e di aver tentato l'omicidio nei confronti di altri 5 parenti. «Volevo punire persone impure», ha detto ai carabinieri
MONZA. Avrebbe cercato di procurarsi l'arsenico ma, poi, aveva lasciato perdere e, dopo aver cercato su internet e contattato sei aziende, era riuscito a procurarsi, sotto falso nome, sei boccette di tallio. Veleno con cui, dopo averlo sparso su vivande e di certo miscelato alle erbe di ortica usate come tisana, ha messo in atto il suo piano diabolico per «punire gli impuri». A ottobre avrebbe ucciso i nonni paterni e una zia e un mese dopo avrebbe tentato di far fuori altri due zii, i nonni materni e la badante degli anziani genitori del padre. Si è chiuso con l'arresto di Mattia Del Zotto, 27 anni, diplomato in ragioneria e disoccupato, il giallo delle morti e dei ricoveri per intossicazione causata da quella sostanza insapore che per mesi ha angosciato la Brianza e il Friuli dove, a Varmo (Udine), c'è la casa delle vacanze di famiglia. Il giovane, definito un tipo «introverso», «chiuso», con comportamenti «maniacali», sempre barricato in camera e attaccato al computer, ieri sera è stato prelevato in casa dai carabinieri della compagnia di Desio e, su ordine del gip monzese Federica Centonze, portato in cella.
«Volevo punire persone impure», ha confessato ai militari aggiungendo, lucido e impassibile, che i motivi del suo folle gesto non li sapranno mai. «Non ho da collaborare con la vostra istituzione o con altre istituzioni di questo Stato». E quando gli hanno chiesto se avesse un avvocato di riferimento ha risposto seccamente: «Non ho bisogno di altre persone che parlino al posto mio. Scegliete dall'elenco del telefono la persona che più vi aggrada». Il giovane è accusato del triplice omicidio aggravato dalla premeditazione della zia Patrizia Del Zotto (63 anni) e dei nonni paterni Giovanni Battista Del Zotto (94 anni) e Gioia Maria Pittana (91 anni) e poi del tentato omicidio di altre cinque persone, fortunatamente sopravvissute. Si tratta del marito e della sorella di Patrizia Del Zotto, della badante degli anziani genitori del padre, e dei nonni materni, Alessio Palma (83 anni) e Maria Lina Pedon (81 anni). Come è stato spiegato in conferenza stampa dal Procuratore della Repubblica di Monza, Luisa Zanetti, che ha coordinato l'indagine, il 27enne «ha colpito per opportunità, dove era più semplice agire». Non si sa se ha voluto o meno risparmiare i genitori. Di sicuro aveva tallio a sufficienza per poter sterminare l'intera famiglia e anche di più. Infatti i militari hanno sequestrato nella cantina della sua abitazione in via Fiume a Nova Milanese cinque confezioni da 10 grammi l'una della sostanza velenosa una volta usata per la derattizzazione e ora in commercio solo per essere usata nel settore chimico e informatico. La sesta confezione è quella che avrebbe usato, questa è l'ipotesi, spargendola di nascosto nei piatti preparati dalla madre per i parenti. Ipotesi che è venuta a galla solo un mese fa, dopo il secondo tentativo di sterminare un'altra parte della famiglia, quando una «intuizione» è diventata un «sospetto»: l'avvelenamento non era un incidente ma esisteva un avvelenatore. Intuizione che ha portato al computer in uso a Mattia e a rintracciare quelle mail che si era dimenticato di cancellare, con tanto di fattura dell'ordine di acquisto del veleno da una azienda di Padova. Mail inviate con un nickname «Davide Galimberti» per procurarsi il veleno e alle quale sono stati trovati i riscontri. Il giovane, come risulta dalle indagini, aveva «pianificato l'acquisto del tallio» e già lo scorso giugno avrebbe cercato via internet informazioni su quali fossero le procedure per l'acquisto, i tempi e persino assicurandosi che non venisse caricata l'Iva. Infine, lo scorso 15 settembre i tabulati telefonici registrano il suo viaggio spacciato come necessario per via di un inesistente colloquio di lavoro: andata e ritorno Nova Milanese-Padova dove, per circa 248 euro in contanti, ha realizzato il suo «piano omicidiario» forse in nome di una non ben identificata setta o un credo religioso, male interpretato. Sabato mattina in carcere sarà interrogato.