TURNO DI NOTTE
Il mestiere di padre senza indulgenze
A ingannarci nel mestiere di padre è il tempo. Ci si dimentica facilmente di cosa significasse essere ragazzi e delle fesserie che avremmo potuto evitare di fare se solo avessimo avuto una guida più ferma. Ci si ricorda solo delle sofferenze che quell’età ingrata impone. Così, quando tocca a noi di vestire i panni del padre e di imporre il principio di realtà a chi naviga nel mondo ancora senza una bussola, si cerca soprattutto di risparmiare ai figli il dolore che è il prezzo inevitabile del crescere. Ma c’è chi resiste alla tentazione oggi assai diffusa dell’indulgenza e sceglie un’altra rotta. È il caso di Giovanni Soldini, il navigatore solitario che, a 52 anni, spiega come lui ha retto il timone della vita dei figli. «Do loro fiducia, sempre», ha detto al Corriere della Sera. «Cerco di insegnargli a seguirsi a tutti i costi. Oggi avvolgiamo troppo i ragazzi, devono imparare a cavarsela da soli. La missione del genitore è rendere i figli indipendenti prima possibile, faccio il padre, e non il mammo». Anche Soldini ha scontato l’apprendistato del mestiere di figlio escogitando, a un certo punto, una scorciatoia che era il presagio di un destino da errabondo: «Scappai con un amico. Lasciai una lettera ai miei “Mi prendo una vacanza per decidere cosa voglio fare senza il vostro aiuto”. Chiudevo dicendo “Se chiamate la polizia cercatemi in India”».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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