Italia nella morsa della siccità, emergenza fiumi nella Marsica
Il fiume Giovenco a secco come anche il lago della Duchessa nel confinante Lazio. Il ministro Galletti: la carenza d'acqua sta diventando la normalità
Anche l'Abruzzo nella morsa della siccità come tutta l'Italia. Lo stato di molti fiumi e torrenti è quello di "secca", con gravi conseguenza per l'agricoltura e per la fauna, con lo spettro del razionamento dell'acqua potabile per tutto il periodo estivo. Il fiume Giovenco nella Marsica è in secca a causa della siccità prolungata e della captazione d'acqua per l'irrigazione dei campi: a segnalarlo è il presidente del Circolo Pesca di Pescina, Adamo Sambenedetto, che chiede l'attivazione di un tavolo tecnico per sensibilizzare istituzioni e forze dell'ordine locali per affrontare il problema. «È un problema - spiega - che si ripropone ciclicamente ogni estate e va ricercato in più fattori: l'inquinamento, l'effetto serra e il crescente utilizzo delle acque dei fiumi per uso agricolo. Questi fattori non aiutano di certo la nostra associazione a realizzare la 'mission' che accomuna un centinaio di appassionati di pesca e di salvaguardia della popolazione ittica del fiume. Inoltre è inammissibile che il Consorzio di Bonifica Ovest che ha competenza territoriale nel comprensorio marsicano ormai da decenni usufruisce delle acque del nostro tratto in concessione senza mai effettuare un intervento di manutenzione degli impianti, cosa che invece è avvenuta nel vicino Comune di Cerchio». Secondo l'associazione ci sono due soluzioni che potrebbero rendere meno gravosa la situazione: la prima riguarda la captazione delle acque, in linea con le proposte del consigliere regionale Maurizio Di Nicola, che dichiarava l'intenzione di «avviare un iter di verifica con le società pubbliche che gestiscono il servizio idrico in merito alla derivazione in favore delle comunità dell'hinterland aquilano dell'acqua sorgiva della Valle del Giovenco»; la seconda riguarda la pulizia del fondo del "laghetto", sito all'ingresso del centro abitato, ormai stracolmo di melma e residui trasportati dalle piene invernali. E a proposito di laghi, anche quello della Duchessa, nel confinante Lazio, è oramai a secco.
Perchè la siccità. Sono i cambiamenti climatici i 'colpevolì della siccità e delle temperature elevate che in alcuni mesi hanno 'prosciugatò la Penisola, colpendo principalmente il Centro Italia, le regioni tirreniche e la Pianura Padana. Ma sono anche i responsabili delle alluvioni e delle piogge piogge brevi ma intense che si registrano non solo nel 'BelPaesè. Lo sostengono gli esperti del Consorzio Lamma del Cnr, che si dicono preoccupati per le scarse piogge e nevicate registrate dallo scorso autunno (in alcuni mesi, dicembre, marzo e aprile, si è avuta una flessione dell'80-90% rispetto alla media). «Il 50% di piogge in meno da ottobre a luglio rispetto alla media degli ultimi 30 anni, ma anche rispetto alla stagione 2015/2016 che si è allineata alla media, è un dato significativo - spiega il meteorologo Tommaso Torrigiani - perchè non si tratta di un solo mese. Quello che si può dire è che l'estremizzazione dei fenomeni come questi è uno degli effetti dei cambiamenti climatici». Dall'autunno del 2016, ricorda Ramona Magno, ricercatrice del Consorzio, «le piogge in tutto il territorio italiano sono state molto inferiori alla media. È anche caduta poca neve sulle Alpi, e non c'è stato quindi l'accumulo che avrebbe potuto rimpinguare i corsi d'acqua, come l'Adige e il Po, che ora stanno attraversando un periodo di crisi». Per il fiume più importante d'Italia, sottolinea Magno, la siccità 'ha colpitò già ad aprile maggio, e si è manifestata con l'ingresso nel corso d'acqua di un cuneo salino del mare che potenzialmente può provocare danni all'agricoltura. Settore che è stato la principale vittima delle scarse precipitazioni, con danni in particolare agli allevamenti e alle coltivazioni«. La portata del fiume, inoltre, è scesa del 65% rispetto alla media dello stesso periodo e il minimo del Po, appena 13 cm di acqua, è stato registrato a 30 km dalla sua sorgente. »La siccità - aggiunge la ricercatrice - è un fenomeno ciclico ma negli ultimi anni si sta verificando sempre più spesso ed in maniera intensa in base a un'analisi che stiamo elaborando a partire dal secolo scorso fino al 2014. Le prime conclusioni di queste analisi concordano con gli ultimi report internazionali, che hanno individuato un legame con i cambiamenti climatici non solo della siccità, ma anche di fenomeni come le alluvioni, frequenti nel Nord Europa, e delle piogge - rare ma più intense - del bacino del Mediterraneo».
Il ministro: carenza d'acqua sta diventando normalità. «In questo momento stiamo gestendo la carenza di acqua come un'emergenza, ma sta diventando la normalità. Per questo sono necessari nuovi invasi: dei 300 miliardi di metri cubi d'acqua che in Italia cadono ogni anno secondo i dati Ispra, riusciamo a captare solo l'11 per cento. È troppo poco». Lo ha detto il ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti in Prefettura di Piacenza per partecipare a una riunione straordinaria dell'Osservatorio permanente del Distretto Padano indetta per affrontare il grave problema della siccità nel Piacentino. All'incontro erano presenti il prefetto Anna Palombi, il Sottosegretario all'Economia Paola De Micheli e l'assessore regionale Paola Gazzolo. Il ministro a margine dell'incontro ha detto che «La risposta del Governo allo stato di emergenza è stata tempestiva con lo stanziamento di otto milioni di euro e 650mila euro. Saranno utilizzati per la ricerca di pozzi e in un sistema di autobotti che ci consenta prelievi in deroga al minimo deflusso vitale». «Questa mattina - ha aggiunto - è stato raggiunto un accordo tra Liguria ed Emilia-Romagna che autorizza i quattro milioni di metri cubi d'acqua dalla diga del Brugneto. Monitoriamo minuto per minuto la situazione, servono interventi strutturali. Ogni anno perdiamo l'acqua piovana che potrebbe essere raccolta per dare sostegno all'agricoltura. È anche necessario semplificare la burocrazia».