TURNO DI NOTTE
La speranza dalle macerie di quel ponte / VIDEO
Si chiamava “Notte di Ferragosto” la canzone con cui Gianni Morandi vinse il Cantagiro del 1966. Erano gli anni in cui il ragazzino di Monghidoro vinceva tutto. Si aggiudicava Canzonissime e Cantagiri con la stessa facilità con cui conquistava i cuori delle ragazze italiane. Dodici mesi dopo quella vittoria al Cantagiro, a Genova veniva inaugurato il Ponte Morandi crollato il 14 agosto dell’anno scorso causando la morte di 43 persone. Ciò che ne restava, ieri, è stato spazzato via da una tonnellata di esplosivo.
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Chi, negli anni dell’innocenza italiana, attraversava quel ponte pensava certamente al cantante di «Andavo a cento all’ora» più che all’ingegnere Riccardo Morandi che l’aveva progettato dandogli poi il suo nome. Eravamo affascinati, allora, dalla velocità e dalla tecnologia capace di superare ogni impedimento naturale fino a costruire un ponte sui tetti di un intero quartiere. Non è stato necessario aspettare la dinamite di ieri per far crollare quel vitalistico ottimismo. Dai tempi del giovane Morandi ci ha pensato la pialla del tempo a eliminarlo. Ma guardando la geometrica bellezza di quell’esplosione, ieri a Genova, non si poteva fare a meno di pensare che quella stessa perizia impiegata ora per distruggere possa tornare utile, prima o poi, per ricostruire un ponte che ci unisca di nuovo in un’idea condivisa di patria.
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