Mattarella: «Esprimo solidarietà ai familiari delle vittime di Rigopiano»
Il capo dello Stato ricorda l'Italia della sofferenza e invita a riflettere sui giovani che voteranno a cento anni dalla Grande Guerra: «Oggi i nostri diciottenni vanno al voto, protagonisti della vita democratica»
ROMA. «Esprimo solidarietà ai familiari delle vittime di Rigopiano...». Non ha dimenticato l'Italia della sofferenza il capo dello Stato. E' durato dieci minuti il discorso di fine anno del presidente Sergio Mattarella, che prima di ricordare l'Italia dei terremoti, di Rigopiano e delle alluvioni ha parlato di Costituzione, di unità della Patria, di giovani, di diritti, di clima. Il capo dello Stato ha rivolto un appello ai partiti perché «l’orizzonte del futuro costituisce il vero oggetto dell’imminente confronto elettorale». Mattarella sottolinea il fatto che andremo a votare con una nuova legge. «Mi auguro un’ampia partecipazione al voto e che nessuno rinunzi al diritto di concorrere a decidere le sorti del nostro Paese. Ho fiducia - aggiunge il capo dello Stato - nella partecipazione dei giovani nati nel 1999, che voteranno per la prima volta». «Nell’anno che si apre ricorderemo il centenario della vittoria nella Grande guerra e la fine delle immani sofferenze provocate da quel conflitto. In questi mesi di un secolo fa i diciottenni di allora - i ragazzi del ’99 - vennero mandati in guerra, nelle trincee. Molti vi morirono. Oggi i nostri diciottenni vanno al voto, protagonisti della vita democratica. Propongo questa riflessione perché, talvolta, corriamo il rischio di dimenticare che, a differenza delle generazioni che ci hanno preceduto, viviamo nel più lungo periodo di pace del nostro Paese e dell’Europa. Non avviene lo stesso in tanti luoghi del mondo».
Mattarella manda un fiducioso abbraccio a tutti gli italiani che si preparano alla nuova tornata elettorale, da guardare con «serenità e con speranza». Da una «prova alta di democrazia» come appunto quella dell'esercizio del voto, il nostro Paese ne uscirà di sicuro rafforzato, migliore. «Le elezioni sono una pagina bianca, saranno gli elettori a scriverla». Se, come chiede e auspica il presidente della Repubblica, ci sarà «la più ampia partecipazione di tutti». Quindi la chiusura del discorso con il pensiero a chi non festeggia il capodanno: «Vorrei rivolgere, in chiusura, un saluto a quanti, questa sera, non stanno festeggiando perché impegnati ad assolvere compiti e servizi essenziali per tutti noi: sulle strade, negli ospedali, nelle città, per garantire sicurezza, soccorso, informazione, sollievo dalla sofferenza. A loro, ringraziandoli, esprimo un augurio particolare. Auguri a tutti; e buon anno».