Pasqua con gli occhi puntati sulla stazione spaziale cinese
Scienziati e Protezione civile indicano le ore 11,26 di domani per l'impatto di Tiangong 1 con l'atmosfera terrestre e la possibilità che i frammenti possano cadere sull'Italia. Abruzzo tra le regioni interessate
ROMA. Domani 1° aprile, giorno di Pasqua, la stazione spaziale cinese Tiangong 1 toccherà l'atmosfera terrestre. Il rientro è già iniziato: la stazione ruota e oscilla in modo irregolare, e tra poche ore comincerà a perdere i primi pezzi che compongono il cilindro lungo poco più di 10 metri e largo 3 dotato di due pannelli solari lunghi 7 metri. Sorpresa da uovo di Pasqua o scherzo da pesce d'aprile? Le battute sul rientro di Tiangong 1 sono all'ordine del giorno, ma in queste ore gli scienziati dell'Agenzia Spaziale Italiana e la Protezione Civile nazionale non si preoccupano di altro.
Nella riunione di venerdì pomeriggio alla Protezione Civile, la stima dell'orario dell'impatto è stato valutato intorno alle 11.26, con una finestra di incertezza di circa 12 ore, Le previsioni sono comunque soggette a continui aggiornamenti. La probabilità che uno o più frammenti colpiscano l'Italia sono dello 0,2%. Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Marche, Umbria, Abruzzo, Molise, Lazio, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna le regioni potenzialmente interessate. Nel frattempo questo veicolo spaziale in caduta libera si prepara a dare spettacolo con l'ultimo passaggio visibile dall'Italia, soprattutto dalle regioni meridionali, e l'appuntamento per osservarla al meglio è dall'alba di oggi, sabato 31 marzo, quando sarà brillante nel cielo come la stella Vega. "La stazione Tiangong 1 continua a ruotare in modo irregolare", ha detto Claudio Portelli, dell'ufficio Space Situational Awareness dell'Agenzia Spaziale Italiana (Asi). Tiangong 1, ossia il "Palazzo celeste" che è stato la prima stazione spaziale cinese, si trova adesso a circa 190 chilometri dalla Terra e l'impatto nell'atmosfera dovrebbe avvenire quando il veicolo sarà alla quota di 120 chilometri: "Sarà difficile inquadrare quel momento con i radar - ha detto ancora Portelli - e da allora resteranno 45 minuti per calcolare il punto in cui avverrà il rientro". La caduta della cinese Tiangong-1 viene seguita costantemente dagli scienziati dell'Istituto nazionale di astrofisica (Inaf) attraverso i radiotelescopi della "Croce del Nord" di Bologna, del "Sardinia Radio Telescope" di San Basilio in Sardegna e dei radar del Poligono del Salto di Quirra a Cagliari. La Tiangong1 al momento del lancio pesava otto tonnellate e mezzo e ha ancora a bordo 3,5 quintali di propellente. Non è fra i veicoli spaziali più grandi, rispetto ad altri che in passato hanno subito lo stesso destino; se di sicuro nell'impatto con l'atmosfera andrà in pezzi, è possibile che alcuni frammenti possano arrivare a terra, ad esempio quelli costruiti con materiali più robusti come il titanio. Dove la caduta di questi oggetti possa avvenire al momento è impossibile da prevedere. La zona a rischio è attualmente compresa fra 43 gradi di latitudine Sud e 43 gradi di latitudine Nord: un'area vastissima che comprende anche l'Italia, nella zona che va da Firenze in giù. Solo da domani i calcoli degli esperti permetteranno di escludere le prime zone e da allora il cerchio comincerà a stringersi. Di certo "è la prima volta che il rientro di un veicolo spaziale in caduta incontrollata viene seguito in modo così organizzato", ha osservato Ettore Perozzi, dello stesso ufficio dell'Asi.