TURNO DI NOTTE
Quelle nuvole e la paura dell’imprevisto
La natura può anche spaventare con la sua bellezza. Ce ne ricordiamo di rado. E’ accaduto, l’altro ieri, quando sulla costa di Pescara sono comparse nuvole gigantesche, simili a onde marine che, sospinte da un vento improvvisamente di nuovo invernale, sembravano minacciare un male imprevedibile. Tutto si è esaurito, senza danni, in poco più di mezz’ora. Siamo usciti da quell’incubo temporaneo con una spiegazione fornita dal Centro meteo italiano: erano “nuvole a mensola” quei cumuli minacciosi che nascono quando intense correnti di aria fredda si scontrano con masse d'aria calda e umida. Quella spiegazione descrive ciò che abbiamo visto ma non decifra la paura dell’ignoto che per alcuni minuti si è impossessata di noi. In una sua poesia intitolata “Spesso il male di vivere ho incontrato”, Montale si serve delle nuvole per indicare un ideale di indifferenza al quale ambire per sottrarci al dolore del mestiere di vivere: «Bene non seppi, fuori del prodigio/che schiude la divina Indifferenza:/era la statua nella sonnolenza/del meriggio, e la nuvola, e il falco alto levato». D’ora in poi, scrutando le nuvole, ci capiterà forse di pensare anche a questi versi. Così, senza paura.
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