Renzi, chi vuole l'accordo con il M5S parli in direzione
Basta polemiche e attaccarmi, partito stia all'opposizione. Emiliano: non ha più titolo per parlare di politica, ora dobbiamo pensare al futuro dell'Italia
ROMA. «Le elezioni sono finite, il Pd ha perso, occorre voltare pagina. Per questo lascio la guida del partito. Non capisco le polemiche interne di queste ore. Ancora litigare? Ancora attaccare me? Nei prossimi anni il Pd dovrà stare all'opposizione degli estremisti, e del M5s. Per me il Pd deve stare dove l'hanno messo i cittadini: all'opposizione. Se qualcuno del nostro partito la pensa diversamente, lo dica in direzione», ha detto oggi Matteo Renzi.
«Cinque Stelle e Destre ci hanno insultato per anni e rappresentano l'opposto dei nostri valori. Sono anti europeisti, anti politici, hanno usato un linguaggio di odio. Ci hanno detto che siamo corrotti, mafiosi, collusi e che abbiamo le mani sporche di sangue per l'immigrazione: non credo che abbiano cambiato idea all'improvviso. Facciano loro il Governo se ci riescono, noi stiamo fuori», ribadisce Matteo Renzi. «Per me il Pd deve stare all'opposizione. Se qualcuno del nostro partito la pensa diversamente, lo dica in direzione lunedì prossimo o nei gruppi parlamentari. Senza astio, senza insulti, senza polemiche: chi vuole portare il Pd a sostenere le destre o il Cinque Stelle lo dica. Personalmente penso che sarebbe un clamoroso e tragico errore», aggiunge. «Ma quei dirigenti che chiedono collegialità hanno i luoghi e gli spazi per discutere democraticamente di tutto».
Le reazioni dentro e fuori il Pd. «Renzi si è dimesso. Quindi è inutile parlare ancora di Renzi. Renzi in questo momento è dimissionario quindi non ha più titolo per parlare di politica. Deve fare, come ha detto, il senatore del suo territorio». Lo ha detto il governatore pugliese Michele Emiliano a chi gli chiedeva come possa fare il Pd a sostenere un governo dei Cinquestelle, come proposto dallo stesso Emiliano, se ieri il segretario del Pd ha già chiuso a questa eventualità. «Io - ha aggiunto Emiliano - credo non sia più il caso di parlare con Renzi e di Renzi. Noi dobbiamo parlare del futuro dell'Italia». Emiliano ha spiegato che «tutti i guai di cui stiamo parlando sono ascrivibili a scelte assolutamente sue, personali, compreso le liste. Persino le ultime liste - ha concluso - sono state fatte in violazione delle norme dello Statuto del Pd, sostanzialmente saltando tutte le fasi che avevamo sempre rispettato in passato».
«Da osservatore ritengo che le dimissioni di Renzi siano un atto doveroso e necessario. Era impensabile che non accadesse questo dopo il risultato elettorale che è il peggiore della storia di un partito di sinistra». Così il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, commenta all'Ansa le dimissioni del segretario del Pd annunciate ieri in una conferenza stampa all'indomani del voto delle politiche che vedono il Pd sotto il 20 per cento. Secondo de Magistris, «è grave che Renzi non avesse intuito quanto il suo rimanere attaccato alla poltrona aumentasse il successo dei 5 Stelle e contemporaneamente il tracollo del Pd». Il sindaco di Napoli, nel sottolineare di non essere interessato «a criticare e ad accanirsi contro Renzi», ha espresso l'augurio che il Pd attraverso il congresso «possa ritrovare un suo percorso perché non è mai bello augurarsi la fine di un partito anche se è avversario della nostra esperienza politica. Da democratico - ha aggiunto - penso che nel Pd ci siano tanti uomini e donne che hanno creduto in quel progetto, persone perbene, appassionate di politica che non meritano di essere trascinati per l'incapacità politica e la pervicacia di un leader che ha voluto trascinare tutto nel nulla pur di portare un suo gruppo di fedeli in Parlamento».