BOLOGNA
Rubano pc a bimbo disabile, Verratti lo ricompra
Bonifico di 10mila euro a scuola. Il padre del ragazzo spera di incontrare il campione abruzzese del Paris St Germain per ringraziarlo
BOLOGNA. Un furto in una scuola elementare, la scomparsa di un computer usato da un alunno disabile per comunicare con le maestre, l'appello del papà e il gesto di un campione, il centrocampista abruzzese del Paris Saint-Germain, Marco Verratti, che ha donato i fondi per riacquistare le attrezzature per lo studio. È stata la solidarietà a cambiare l'epilogo di questa vicenda bolognese. Ora può essere che i due, bambino e calciatore, si incontrino, o almeno così si augura il padre del bambino che ha nove anni. A scoprire la visita dei ladri era stato un collaboratore scolastico che ha avvertito la dirigente scolastica. Tra gli strumenti rubati c'erano anche alcuni computer tra cui quello utilizzato dal bimbo e per lui necessario per seguire il percorso di studi. Grazie a un software sofisticato riusciva a partecipare alle lezioni. Era stato proprio il padre a dare voce allo sgomento dei genitori per l'accaduto, prima che al furto ne seguisse un secondo. «Vi prego ridateci quel computer» aveva detto, rivolgendo un appello ai ladri «lì dentro c'è tutto quello di cui il mio bambino ha bisogno per continuare ad andare a scuola». Un messaggio a cui è seguita una campagna di solidarietà che ha visto la mobilitazione del quartiere, dell'amministrazione e di tante famiglie, infine è arrivata quella di Marco Verratti. Il genitore ha ricevuto una chiamata da un consulente del centrocampista priginario di Manoppello (Pescara) . «Sono stato contattato da Patrizio Leoni» ha spiegato «mi ha detto che Verratti aveva saputo del furto e voleva dare un contributo. Dopo avere parlato con l'istituto comprensivo, è stata fatta una stima dei danni ed eseguito il versamento, circa 10mila euro. Siamo davvero molto colpiti dalla generosità e dall'affetto che abbiamo percepito». Il calciatore e il papà dell'alunno si sono sentiti ieri sera telefonicamente: «La promessa è quella di vederci. Vorrei fargli conoscere mio figlio e ringraziarlo di persona».