ANCONA
Tragedia della discoteca, il fuggi-fuggi da una sostanza urticante / VIDEO
Morti in 5 minorenni e una mamma, chi sono le vittime. La testimonianza shock: "Sono riuscita a respirare sommersa dai corpi"
ANCONA . «Una scena da brividi. Avevo persone sopra e sotto di me. Mi sentivo soffocare. Una ragazza che era ancora più sotto di me urlava e diceva "sto morendo, sto male". Poi qualcuno mi ha tirata su e mi sono salvata». Racconta così l'orrore vissuto nella discoteca Lanterna azzurra di Corinaldo, dove in sei sono morte nella calca, Greta Narducci, 19 anni, di Imola. Era previsto il concerto di Sfera Ebbasta. E' stata una tragedia.
LA CAUSA E IL BILANCIO. Il fuggi-fuggi a causa di una sostanza urticante diffusa all'interno, ha provocato il panico tra i giovanissimi presenti. Il bilancio al momento è di cinque minorenni e una madre che aveva accompagnato la figlia morti travolti dalla calca e oltre 100 feriti. Al momento ci sono 12 codici rossi di cui 7 in pericolo di vita, 45 codici verdi e 9 codici gialli. I nomi delle vittime resi noti dal vicepremier Di Maio con un post su Facebook: Asia Nasoni, 14 anni, di Senigallia; Daniele Pongetti, 16 anni, di Senigallia; Benedetta Vitali, 15 anni, di Fano; Matttia Orlandi, 15 anni, di Frontone; Emma Fabini, 14 anni, di Senigallia e mamma Eleonora Girolimini, 39 anni, di Senigallia.
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LA TESTIMONIANZA SHOCK. Greta Narducci è al Pronto soccorso dell'ospedale di Torrette di Ancona per accertamenti, seduta sulla sedia a rotelle perché è rimasta ferita ad un piede. Era arrivata nelle Marche per passare qualche giorno in occasione del Ponte dell'Immacolata con il fidanzato, che è di Montemarciano (Ancona). Insieme sono andati al concerto. «Abbiamo visto la calca di persone con felpe portate alla bocca che cercavano di raggiungere l'unica porta di uscita aperta, quella dove si esce per fumare - dice la 19enne - siamo corsi lí. Prima eravamo nella parte sotto del locale. Vedevano gente scendere accalcata dalle scale di sopra per dirigersi verso l'uscita. Arrivati dopo le scale, sono volata giù. Non potevo muovermi, avevo una gamba incastrata - racconta -. Io riuscivo a respirare perché sopra la testa non avevo nessuno. Poi mi hanno tirata su. Ho aiutato altri a venire su poi mi sono allontanata». Greta, ancora sotto schok, continua quasi incredula il racconto di quei momenti di terrore e angoscia. «C'erano corpi -aggiunge- che non si muovevano più. Il mio ragazzo è riuscito a liberarsi prima perché si è sfilato le scarpe ed è riuscito a tirarsi via. La bocca e il naso mi bruciavano. C'era qualcosa nell'aria, ma non aveva sapore. Abbiamo preso l'auto per andare in ospedale. Adesso mi è rimasto un dolore alla gamba».
LE VITTIME. Frequentavano quasi tutti il liceo o le scuole superiori di Senigallia i ragazzi morti nella tragedia della Lanterna di Corinaldo. Uno, Daniele, è figlio di un dipendente comunale. Giocava a calcio nella As Senigallia. Emma, è invece figlia del titolare di una parafarmacia di uno dei centri commerciali della zona. «Tutte storie identiche accomunate da un'immane tragedia» dice chi li conosceva. Lascia 4 figli, tra cui la ragazza undicenne che aveva accompagnato alla Lanterna di Corinaldo, e che si è salvata, Eleonora Girolimini, una delle vittime della tragedia. Figlia di un noto ristoratore della città e piuttosto conosciuta a Senigallia dove vive la famiglia. Il padre gestisce infatti un locale, noto soprattutto negli anni '80 sul lungomare.