Vaccini, in 30 mila non in regola: al via multe ed esclusioni
Oggi scade il termine per presentare i certificati vaccinali nelle scuole e sono tanti i bambini sotto i 6 anni che rischiano di non poter frequentare più nidi e materne
ROMA. Il 10 marzo è arrivato, scadenza valida in tutta Italia per presentare i certificati vaccinali nelle scuole e sono migliaia i bambini sotto i sei anni che rischiano di non poter finire l'anno in nidi e materne. Potrebbero essere in tutto 30mila i bimbi che i genitori non hanno messo in regola. A fare la stima è il past president della Società italiana di Igiene Carlo Signorelli. «Al momento numeri certi non ce ne sono - sottolinea - l'unica base di partenza sono i 120mila in arretrato nelle coorti 2011-2015 calcolati dal ministero della Salute quando è stata approvata la legge. Di questi circa un terzo era già stato recuperato a ottobre 2017, e si può stimare che ancora circa 30mila non siano in regola. Difficilmente comunque non verranno riammessi a scuola, ci sono regioni che hanno una proroga perché hanno l'anagrafe vaccinale, altre che danno un appuntamento d'ufficio quando mandano la lettera di richiamo ai genitori. Come minimo ci dovrebbe essere un ultimo colloquio con la Asl prima di arrivare all'esclusione».
Il termine del 10 marzo è ribadito anche dall'ultima circolare del Ministero della Salute del 27 febbraio. Secondo la procedura standard i genitori dovranno dimostrare di aver fatto la vaccinazione o di aver almeno preso l'appuntamento con la Asl. In caso contrario per i minori di sei anni c'è l'esclusione, mentre fino ai 16 una multa fino a 500 euro. Per le regioni dove è presente una anagrafe vaccinale c'è la possibilità invece di accedere alla procedura semplificata, in cui Asl e scuole si parlano direttamente. Hanno già aderito a questa opzione Veneto, Piemonte, Emilia Romagna, Lazio, Toscana, Marche, Bolzano, Trento, Liguria, Lazio, Valle d'Aosta e Sicilia. Anche in questo caso rimane la scadenza al 10 marzo per mettere in regola i bimbi, ed entro oggi quindi le Asl dovrebbero aver inviato alle scuole gli elenchi aggiornati. I dirigenti hanno poi fino al 20 marzo per mandare una lettera agli inadempienti, che a loro volta hanno dieci giorni per produrre la documentazione. Entro il 20 aprile le scuole segnaleranno alle Asl chi si è rifiutato.
Alcune regioni hanno già fornito qualche dato preliminare. In Lombardia sono poco meno di 20mila i bambini tra 0 e 6 anni non in regola, mentre in Toscana la stima è di 13mila under 6 e 120mila totali. In Puglia a correre il rischio di esclusione sono circa 5mila bambini. Tutte le Regioni segnalano però un aumento delle coperture. «La sensazione è che ci sia stato un bel recupero - conferma Signorelli -, l'obbligo ha agito sia sui genitori esitanti sia sulle strutture, che si sono trovate per effetto della legge sull'obbligo e del nuovo piano vaccinale a dover fare il doppio delle vaccinazioni rispetto al passato. I disservizi che si sono riscontrati sono stati minimi rispetto al carico a cui sono stati chiamati i centri vaccinali»
Il termine del 10 marzo è ribadito anche dall'ultima circolare del Ministero della Salute del 27 febbraio. Secondo la procedura standard i genitori dovranno dimostrare di aver fatto la vaccinazione o di aver almeno preso l'appuntamento con la Asl. In caso contrario per i minori di sei anni c'è l'esclusione, mentre fino ai 16 una multa fino a 500 euro. Per le regioni dove è presente una anagrafe vaccinale c'è la possibilità invece di accedere alla procedura semplificata, in cui Asl e scuole si parlano direttamente. Hanno già aderito a questa opzione Veneto, Piemonte, Emilia Romagna, Lazio, Toscana, Marche, Bolzano, Trento, Liguria, Lazio, Valle d'Aosta e Sicilia. Anche in questo caso rimane la scadenza al 10 marzo per mettere in regola i bimbi, ed entro oggi quindi le Asl dovrebbero aver inviato alle scuole gli elenchi aggiornati. I dirigenti hanno poi fino al 20 marzo per mandare una lettera agli inadempienti, che a loro volta hanno dieci giorni per produrre la documentazione. Entro il 20 aprile le scuole segnaleranno alle Asl chi si è rifiutato.
Alcune regioni hanno già fornito qualche dato preliminare. In Lombardia sono poco meno di 20mila i bambini tra 0 e 6 anni non in regola, mentre in Toscana la stima è di 13mila under 6 e 120mila totali. In Puglia a correre il rischio di esclusione sono circa 5mila bambini. Tutte le Regioni segnalano però un aumento delle coperture. «La sensazione è che ci sia stato un bel recupero - conferma Signorelli -, l'obbligo ha agito sia sui genitori esitanti sia sulle strutture, che si sono trovate per effetto della legge sull'obbligo e del nuovo piano vaccinale a dover fare il doppio delle vaccinazioni rispetto al passato. I disservizi che si sono riscontrati sono stati minimi rispetto al carico a cui sono stati chiamati i centri vaccinali»