Concorsi truccati: sette professori arrestati, indagato l'ex ministro Fantozzi

26 Settembre 2017

Sospesi 22 docenti universitari accusati di corruzione dal gip di Firenze, 59 gli indagati. Tra gli interdetti anche gli abruzzesi Massimo Basilavecchia e Lorenzo Del Federico

FIRENZE. Sette prof universitari arrestati, 22 sospesi per un anno (tra questi ultimi i docenti delle università abruzzesi di Teramo e Chieti-Pescara Massimo Basilavecchia e Lorenzo Del Federico) e un totale di 59 indagati: è bufera sul concorso all'abilitazione scientifica nazionale per aspirare a cattedre di diritto tributario. Un'inchiesta della procura di Firenze deflagrata con l'esecuzione delle misure cautelari e di 150 perquisizioni lungo la Penisola. La procura attendeva da quasi un anno il via libera del gip. E ha detto la ministra Valeria Fedeli: «Voglio andare fino in fondo», aggiungendo che arriverà un codice di comportamento al quale il Miur sta lavorando con l'Anac. L'indagine della Guardia di Finanza, coordinata dai pm Luca Turco e Paolo Barlucchi, è partita dalla denuncia di un ricercatore, l'avvocato professore Philip Laroma Jezzi di Firenze, escluso dai “cartelli professionali” dal concorso per l'abilitazione. E poi si è estesa da Firenze al resto d'Italia. Laroma, che aveva titoli superiori ai candidati proposti da un cartello fiorentino costituito da due celebri studi legali tributari, denunciò tutti dopo che gli fu detto: «Non sei nella lista, ritirati dal concorso». La lista è quella concordata tra gruppi di pressione per spartirsi i posti. E veniva segnalata ai commissari. Le accuse sono, a vario titolo, di corruzione, induzione indebita e turbativa del procedimento amministrativo. Non contava il merito, né i titoli, ma l'appartenenza giusta per venire abilitati. Il gip Angelo Antonio Pezzuti ha riconosciuto fondate le accuse della procura di Firenze secondo cui accordi corruttivi influenzavano le valutazioni delle commissioni nominate dal Ministero. Accordi frutto di patti fra emeriti tributaristi che piazzavano propri allievi. Il prezzo della corruzione era nello scambio di abilitazioni tra i gruppi di professionisti: oggi passa un mio allievo, domani tocca a uno tuo. Superato lo scoglio dell'abilitazione, si trattava di aspettare l'assegnazione di una cattedra da qualche ateneo. Attive in questo senso due società di studiosi, la Ssdt e l'Aipdt. Agli arresti domiciliari ci sono Fabrizio Amatucci, della Federico II di Napoli, Giuseppe Maria Cipolla (Università di Cassino), Adriano Di Pietro (Bologna), Alessandro Giovannini (Siena), Valerio Ficari (Roma 2), Giuseppe Zizzo (UNiv. Carlo Cattaneo di Castellanza, Varese), Guglielmo Fransoni (Foggia). Ma tra gli indagati figurano l'ex ministro Augusto Fantozzi, Pasquale Russo, perfino il professor Victor Uckmar, nel frattempo deceduto. Molti degli indagati hanno manifestato la propria estraneità, in alcuni casi affermando di aver agito in buona fede. Per cinque indagati il gip si riserva di decidere la misura cautelare in attesa dell'interrogatorio. Quanto agli abruzzesi coinvolti, il rettore dell’Università Chieti-Pescara Sergio Caputi commenta: «La vicenda che ha visto coinvolto il professor Del Federico non riguarda la nostra università, trattandosi di una vicenda nazionale, un concorso in cui il professore figurava come membro esterno. Comunque il nostro Ateneo deve prendere atto per forza del provvedimento interdittivo e aprire di conseguenza un procedimento disciplinare. Al momento ho potuto consultare solo informazioni di stampa e, prima di muovermi, voglio leggere il provvedimento della magistratura».
Il rettore di Teramo Luciano D'Amico commenta: «Non abbiamo ancora ricevuto nulla, aspettiamo le carte. La stima verso il collega Basilavecchia è tanta e immutata e sono convinto che riuscirà a dimostrare la propria estraneità alle accuse. La sua eventuale sostituzione? Non ci siamo posti il problema, in ogni caso in organico c'è un'altra collega della stessa area d'insegnamento».