La vita bella secondo Ferlinghetti

25 Marzo 2019

Si può ancora essere felici? Per molti di noi, no: il mondo è una landa desolata da attraversare battendosi il petto. Ma c’è chi la pensa in maniera diversa e crede che, invece, le ragioni per non disperare sono più numerose di quelle che dovrebbero spingerci a una perpetua malinconia. La pensa così un poeta che, ieri, ha compiuto 100 anni. Si chiama Lawrence Ferlinghetti, è nato e vive in America, a San Francisco, dove gestisce una libreria che si chiama City Lights, Luci della città, come quel vecchio film di Chaplin. Ferlinghetti sarà festeggiato, oggi, a Pescara, la città dove, nel 1998, ricevette un Premio Flaiano per le sue poesie. Una sua lirica si intitola “Il mondo è un bel posto”, e recita così: «Sì il mondo è il migliore posto/per un mucchio di cose come/far buffonate/e fare all’amore/esser tristi/e cantare canzoni triviali e avere ispirazioni/vagabondare/guardando ogni cosa/odorando fiori/e dare pizzicotti alle statue/e perfino pensare/e baciare la gente e/far bambini e portare pantaloni/e agitare cappelli e/ballare/e andare a nuotare nei fiumi/a fare picnic/a mezza estate/e insomma/“godersi la vita”». Bella, vero? Aspettate però, mancano gli ultimi versi. Eccoli: «Già/ma poi sul più bello di tutto questo/arriva sorridendo/l’imprenditore delle pompe funebri». Si sa, nessuno è perfetto. Neanche la vita.
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